Nel cuore di Lugano, in Via Peri 11, ha aperto le porte una realtà che non si rivolge soltanto agli appassionati di sport, ma anche a chi guarda al passato come a un patrimonio culturale da preservare: l’Hickory Golf Masters Museum, parte della Hickory Golf Masters SA, propone un’ampia veduta sul golf storico, raccontandone le radici attraverso una collezione rara e un meticoloso lavoro di conservazione.
La nuova struttura, che si estende su 380 metri quadrati, nasce su impulso del CEO Paolo Quirici, figura riconosciuta nel panorama internazionale come esperto della storia del golf e tra i più affermati giocatori contemporanei di hickory golf. Il museo intende rendere accessibile un periodo cruciale per l’evoluzione tecnica delle mazze: quello tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando l’artigianato era il motore principale dell’innovazione.
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l percorso espositivo e il ruolo di Tom Stewart Jr.
Il museo pone al centro il lavoro del maestro scozzese Tom Stewart Jr., costruttore di mazze capace di definire nuovi standard nella lavorazione del legno di hickory. La sua firma, oggi riconoscibile dai collezionisti esperti, racconta un’epoca in cui la manualità incideva direttamente sulle prestazioni di gioco.
Nelle sale è visibile una selezione di 360 mazze originali, parte di un patrimonio complessivo di circa 1500 pezzi: un corpus che attraversa le principali fasi tecniche del golf classico e che include anche una raccolta di palline dal 1900 al 2025, utile a seguire l’evoluzione dei materiali.
Golf storico: i campioni e le loro attrezzature
Tra le mazze esposte compaiono autentici frammenti di storia sportiva, appartenuti a protagonisti che hanno segnato la memoria dei tornei Majors. Tra questi:
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Bobby Jones, architetto dell’Augusta National e fondatore dello US Masters
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Francis Ouimet, primo dilettante a imporsi negli US Open
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Gene Sarazen, tra i pochi ad aver completato il Grande Slam in carriera
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Harry Vardon, inventore della celebre impugnatura
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Ted Ray, Jack White, James Braid, Arnaud Massy
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Old Tom Morris e Young Tom Morris, figure cardine nella costruzione della tradizione del British Open
Le loro mazze, unite a quelle di altri grandi giocatori dell’epoca, permettono di osservare come la tecnica si fondesse con la manualità, in un equilibrio oggi quasi scomparso.
La collezione Phil Gibbs: il nucleo storico
Il cuore del museo è la collezione dedicata ai lavori di Tom Stewart, assemblata in oltre trent’anni dall’americano Phil Gibbs (1945-2025). Gibbs, collezionista meticoloso e profondamente legato al valore culturale del golf, aveva espresso il desiderio che il suo patrimonio trovasse una sede stabile e aperta al pubblico.
La Hickory Golf Masters SA ha mantenuto la promessa fatta al collezionista: poco più di un anno dopo l’acquisto, la raccolta è stata collocata nel nuovo museo luganese. L’inaugurazione del 4 dicembre 2025 è così diventata un simbolico passaggio di consegne, avvenuto a meno di sette mesi dalla morte di Gibbs. Un gesto che Quirici riassume spesso con una riflessione ricorrente: “Una mazza storica non si possiede: la si custodisce fino a quando un’altra generazione potrà apprezzarla”.
Un museo da vivere, non solo da visitare
Uno degli elementi che distingue l’Hickory Golf Masters Museum da altre istituzioni dedicate alla storia dello sport è la possibilità di sperimentare il gioco. Oltre alle sale espositive, la struttura comprende un laboratorio di restauro – dove Quirici interviene su pezzi storici – e un’area indoor dotata di putting green e simulatore.
Qui i visitatori hanno l’opportunità di testare mazze d’epoca autentiche, un’esperienza che ha attirato l’interesse di collezionisti e giocatori specializzati ben prima dell’apertura ufficiale.
Uno spazio per il golf storico che guarda oltre i confini del Ticino
Situato in una zona pedonale di Lugano, il museo è già diventato tappa di riferimento per chi studia l’evoluzione delle attrezzature sportive. L’eco del progetto ha superato i confini svizzeri, alimentando contatti con esperti e appassionati da Europa e Stati Uniti.
Per la città, l’apertura rappresenta anche un nuovo tassello nella valorizzazione dei propri spazi culturali, con un’offerta che unisce divulgazione, collezionismo, artigianato e pratica sportiva.



