Inserita nel quadro dell’attualissima «sharing economy», o economia della condivisione, in ambito digitale. Nomady.ch ha, oltre a quello di assecondare i bisogni dei turisti, anche l’obbiettivo di porre un freno al fenomeno del campeggio illegale, diffuso anche alle nostre latitudini.
La piattaforma è stata presentata in Ticino dal fondatore e CEO Oliver Huber, in un incontro con il consulente turistico Elia Frapolli, la municipale e capodicastero agricoltura di Acquarossa Eliane Jemini, il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino Juri Clericetti, il direttore dell’Ente Regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli Manuel Cereda e Eric Bernasconi, proprietario della fattoria biologica Il Cardo a Ponto Valentino.
In famiglia, in coppia, con gli amici o da soli, preparare un sacco a pelo, caricare il camper e partire all’avventura è sempre più una scelta di moti turisti. Gli svizzeri in particolare hanno riscoperto il viaggiare in maniera semplice e a diretto contatto con la natura. Indifferente se per un fine settimana o per vacanze più lunghe, l’importante è essere all’aria aperta. Il fondatori di nomady.ch Oliver Huber e Paolo De Caro, hanno voluto creare uno strumento che ricoprisse il ruolo di mediatore per luoghi nella natura, siano questi per una tenda, un furgone camperizzato o un camper. Ad oggi il portale, nato nel 2019, conta 17‘000 utenti registrati, oltre 50‘000 pernottamenti e circa 340 spazi disponibili in tutta la Svizzera che variano in funzione dei visitatori.
Il CEO Oliver Huber
“Nel nostro Paese sono presenti moltissimi luoghi incantevoli, spesso sconosciuti. Il nostro obiettivo è quello di trovarli e renderli accessibili a tutti gli amanti di questa tipologia di viaggio. In Ticino, ad esempio, abbiamo riscontrato molte richieste, ma disponiamo ancora di poche location, una decina. Il nostro è dunque un appello ai proprietari di terreni: fatevi avanti!». Durante la conferenza stampa è stato affrontato il tema del confronto con i campeggi tradizionali. «La nostra piattaforma vuole rappresentare un complemento, e non una concorrenza verso i campeggi tradizionali”. Ha proseguito il CEO di nomady.ch. “È uno strumento che vuole stimolare le persone a viaggiare di più, distribuire meglio i flussi e favorire le regioni periferiche. Stiamo parlando di un target diverso rispetto a quello che sceglie le aree tradizionali. L’obiettivo è anche di fare in modo che questi visitatori non sostino in aree non adibite a questo scopo. Per questo motivo, prima di iscriversi alla piattaforma, è import- nomady.ch ante prendere contatto con le autorità comunali competenti”.
Elia Frapolli, consulente turistico
È Elia Frapolli il consulente turistico che sta seguendo lo sviluppo della piattaforma in Ticino. “Queste nuove modalità di turismo esperienziale rispondono a una tendenza in atto già da qualche anno. Il visitatore di oggi chiede di essere «sorpreso», in tutti i modi possibili. Nomady.ch può permettere al Ticino di profilarsi come destinazione innovativa, proprio come avvenuto in altre località della Svizzera. I Cantoni Lucerna, Grigioni e Vallese, ad esempio, promuovono attivamente il progetto come interessante offerta complementare per i propri ospiti”.
Eliane Jemini, municipale e capodicastero agricoltura
Da parte sua Eliane Jemini, municipale e capodicastero agricoltura di Acquarossa, ha sottolineato “come sia importante che anche il settore agricolo, che sappiamo in difficoltà, sappia diversificare le proprie offerte sia per far conoscere l’attività di un’azienda agricola che per trovare nuove forme di introiti. Queste nuove possibilità di pernottamento possono generare valore aggiunto per un territorio, soprattutto se periferico, e incentivare la fruizione di ristoranti, impianti di risalita e attrattive turistiche. Le nostre Valli devono riuscire a trovare nuove vie per promuovere e valorizzare maggiormente le loro ricchezze”.
Il locatore per nomady.ch in Ticino
Eric Beretta, proprietario della Fattoria biologica Il Cardo a Ponto Valentino – nell’immagine – è da poco membro di nomady.ch e ha voluto condividere la sua esperienza. “Abbiamo deciso di aderire alla piattaforma di recente e stanno già arrivando le prime prenotazioni. Per noi si tratta di un’interessante possibilità di guadagno accessorio, favorita dal fatto che possiamo mettere a disposizione i servizi base dell’agriturismo. L’impegno amministrativo è molto ridotto e l’interazione con gli ospiti ci permette anche di promuovere i nostri prodotti agricoli”.
Il premio
La fondazione Aiuto svizzero alla montagna sostiene il progetto e ha premiato la start-up con il «Premio all’innovazione» nel 2019. Tra i meriti della piattaforma, vi è infatti anche quello di servirsi di una tecnologia all’avanguardia per favorire il dialogo del turista con la popolazione locale. L’intero processo di riservazione, i contatti iniziali e il pagamento avvengono infatti in modo digitale sul sito.