“Mutual”, questo il titolo dell’esposizione, ha presentato una serie di opere inedite, realizzate appositamente per l’occasione, che ruotano intorno ad alcuni temi classici della produzione del duo e in particolare sul rapporto tra l’essere umano e la natura e sulla percezione che esso ha della sua posizione all’interno di un equilibrio naturale e sociale. «“Mutual” è lo scambio reciproco e la condivisione degli effetti di una partecipazione comune, la coabitazione di uno spazio, di un ambiente, di un contesto – spiegano i NEVERCREW – La reciprocità, intesa come ineluttabile e inderogabile condizione all’interno di ogni sistema e, come tale, principio alla base di un equilibrio di cui prendere necessariamente consapevolezza».

«Dopo numerose collaborazioni per mostre, fiere ed eventi in Svizzera e all’estero – aggiunge Patrizia Cattaneo Moresi, Direttrice di Artrust – finalmente il nostro rapporto con i Nevercrew approda all’inaugurazione di una mostra interamente dedicata a loro, e siamo fieri di poterla ospitare a Zurigo, in chiusura di questo nostro primo anno di presenza sulla piazza zurighese».

«L’arte manifesta la sua natura sociale attraverso la sua diffusione negli spazi urbani. Quando è presente liberamente nelle città, l’arte acquista ancora più valore e rilevanza per le nostre vite» dichiarano convinti Christian Rebecchi e Pablo Togni. Le loro opere riducono dunque la distanza tra l’arte cittadina e la vita quotidiana intervenendo sugli spazi urbani e aggiungendo qualcosa che modifica e diventa così parte del paesaggio.

Lavorando insieme da più di vent’anni, i NEVERCREW hanno sviluppato il tema del confronto e allo stesso tempo, interagendo negli spazi pubblici, hanno esteso questo confronto all’esterno in modo diretto, facendo di questa perenne “discussione” duale uno dei cardini del loro lavoro. Da questo punto di vista, insistendo sulla comunicazione diretta insita nell’idea di arte pubblica, il loro messaggio viaggia su una via trasversale che va incontro ai diversi scenari su cui vive, come la politica, l’ambiente, la società.  Ciò che NEVERCREW cerca è sia un impatto diretto che una reazione lenta e profonda, con l’obiettivo di stimolare un’interazione spaziale, empatica ed emotiva.

Lo stile di NEVERCREW è ibrido dal punto di vista visivo e tecnico: combinano una struttura grafica semplice con elementi iperrealistici e formalmente complessi, composizioni bidimensionali e installazioni scultoree, scomponendo idealmente i diversi piani spaziali ed evidenziando le dimensioni fisiche. Quando intervengono in un luogo, il loro approccio non è quello di creare un’immagine, ma piuttosto di mettere in relazione gli elementi all’interno dello spazio con il contesto, con l’obiettivo di generare un confronto diretto all’interno e all’esterno dell’opera.

L’idea di “costruzione” e di “composizione” è quindi quella che meglio definisce il loro lavoro, ed è presente nel loro processo a diversi livelli: ci sono sia una composizione grafica definita, che struttura lo scheletro dell’intervento, sia una composizione-selezione di elementi che, confrontati e combinati, formano a loro volta nuove parti. In queste strutture, elementi naturali e artificiali sono in relazione in un equilibrio dichiaratamente forzato: elementi viventi ed elementi inanimati, elementi meccanici e biologici, elementi materiali e animali.

Tra questi ultimi c’è, ad esempio, la balena: allo stesso tempo lontana da un’esperienza umana diretta, ma parte dell’immaginario collettivo e fortemente legata alla storia passata e presente delle civiltà attuali. La balena, per NEVERCREW, porta con sé tutta la sua storia, lo strapotere dell’industria, dello sfruttamento, della disumanizzazione, dell’inquinamento, pur mantenendo un forte valore empatico e comunicativo come essere vivente in senso assoluto, quasi iconico e decontestualizzato.