Con quali prospettive si presenta questa nuova galleria?

«Il panorama artistico luganese presenta un numero rilevante di gallerie, alcune delle quali propongono mostre molto interessanti, ma io credo che TAG si ponga in una posizione diversa, con lo specifico obiettivo di creare uno luogo dinamico, aperto allo scambio e al confronto, spalancando le sue porte a tutti coloro che vorranno “incontrare” l’arte: esperti, collezionisti, appassionati, turisti o semplici curiosi. La galleria vuole essere uno spazio caldo e informale, luogo d’incontro e di ricerca, dove muoversi liberamente tra testi, pubblicazioni, compendi cartacei e digitali che agevoleranno la comprensione delle opere esposte. E poi questo spazio non ospiterà soltanto mostre d’arte ma iniziative di vario genere, installazioni, performances, presentazioni, degustazioni ecc, all’insegna della qualità e con un occhio di assoluto riguardo nei confronti del proprio radicamento nel territorio».

Come è nata l’idea di aprire questo spazio?

«Credo si sia trattato del naturale punto di approdo di una passione, quella del collezionismo d’arte, che ha accompagnato tutta la mia vita. Sono nato e cresciuto in una famiglia di collezionisti, fin da piccolo sono stato circondato da opere d’arte di tutte le epoche e pian piano ho approfondito le mie conoscenze e sono diventato a mia volta un collezionista. Ma sono altresì convinto che il piacere di ammirare un’opera d’arte non possa essere costretto all’interno di una casa-museo, ma debba essere condiviso. Questo vuol dire anche proporre qualcosa che sia figlio di scelte precise e mirate ma dipenda assolutamente né dal mercato né dai trend che vanno a condizionare le mode».

Questa sua ultima considerazione introduce direttamente ai contenuti della sua collezione e, di conseguenza alle opere esposte…

«Infatti, non ho mai volute praticare, nei confronti di artisti moderni e contemporanei, percorsi troppo facili, noti e consolidati, quanto piuttosto ricercare esperienze, sperimentazioni, opere particolari che comunque rispondessero tutte al criterio, oltre che della qualità, della capacità intrinseca di suscitare in me un’emozione o di essere legate ad episodi importanti della mia vita di collezionista. Non sempre la qualità di un’opera viaggia parallelamente al mercato, tant’è che lo dimostrano i numerosi mediocri autori proposti come investimenti certi e poi smentiti inesorabilmente dal tempo. Così è stato certamente per la mostra Arte Internazionale del XX secolo, una   collettiva dedicata a grandi artisti internazionali che con le loro opere hanno segnato il Novecento, dai primi anni, fino ai giorni nostri».

La vostra galleria guarda con particolare attenzione al mondo dei giovani artisti…

«È questo un nostro vanto assoluto e qualcosa che ci distingue senz’altro nel panorama delle gallerie luganesi. A luglio è partito il progetto “the stARTup gallery lab” in virtù del quale è stata riservata un’area della galleria a giovani artisti o ai migliori studenti del CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche) che dopo essersi aggiudicati “TheTagPrize” avranno a loro disposizione per circa un mese, l’intero spazio dove poter esporre, creare, condividere. Per la prima volta, i lavori più meritevoli di “Creazione Cultura Arte” e i “Progetti di cultura artistica” hanno trovato un contesto che li valorizza, mettendo in evidenza il potenziale creativo dei loro autori. Mi piace dunque ricordare che nel primo ciclo sono stati esposti lavori di Noa Balestrieri, Annamaria Benzoni, Julia Kobzar, Francesca Mangoid. Giulia Marcotullio e Nadège Regusci. Alla seconda esposizione hanno partecipato invece Ilaria Alessi, Chiara Mantegazza, Michela Ribeiro Pereira, Vasili Skoromnik, Laura Titren.  TAG vuole, in questo modo, sostenere i giovani artisti nel loro percorso perché l’autentico contemporaneo si deve a loro, alla loro voglia di scoprire e sperimentare ancora fresca e piena di vita».