È sempre stata una cosmopolita con l’idea di fare la creativa. Ha lavorato nel mondo della grafica, della comunicazione, del marketing, dei media e delle risorse umane. Ogni esperienza nel suo percorso l’ha comunque messa a confronto con la vendita.
Cosa rappresenta oggi la comunicazione digitale nel mondo delle aziende?
«Permette senz’altro di avere molti strumenti a disposizione per fornire risposte e informazioni alla clientela in tempo reale: sito web, blog, newsletter, Google Ads, social network, tutti canali che devono essere sempre aggiornati. Anche whatsapp, nella sua versione business, offre la possibilità di presentare i servizi dell’azienda, di creare un back up e di mantenere registrato tutto ciò che viene scritto ai clienti. Ad ogni modo molte aziende del nostro territorio non hanno un sito internet con delle funzionalità che possano servire per crescere, per aumentare il business oppure non sono presenti sui social network. Difatti lavoriamo anche con la comunicazione classica e la carta che, appunto, sono ancora importanti alle nostre latitudini; ormai, però, non è più possibile prescindere dalla comunicazione digitale».
Come si traghetta un cliente verso il digitale?
«Constatiamo un po’ di reticenza e di diffidenza: “Sono social, ma poi se mi fanno una recensione negativa?”; “Metto whatsapp all’interno del sito web e poi se arrivano moltissime chiamate tutte insieme?”. Innanzitutto ci sono alcuni miti da sfatare, perché spesso le azioni digitali richiedono investimenti sul lungo periodo. Bisogna anche fare i conti con la realtà: non tutte le aziende hanno la possibilità di assumere una persona esperta di marketing o di assoldare un’agenzia di comunicazione e allora un consulente deve avere la disponibilità di affiancare l’azienda e formarla perché possa essere autonoma in breve tempo».
Quali tipi di cliente incontrate?
«C’è chi si affida completamente, ma c’è anche il cliente un po’ più pignolo dal punto di vista dei contenuti. Affidare la comunicazione della propria azienda ad altre persone è sempre difficile; il coinvolgimento delle persone chiave all’interno dell’azienda resta fondamentale. Dal punto di vista di un’agenzia capire a fondo la filosofia dell’azienda è fondamentale per comunicare in maniera puntuale e precisa. I cosiddetti copywriter studiano l’azienda, il settore cui fa capo, il target di riferimento, il tone of voice da adottare per comunicare e conquistare i clienti. Il tema contenuti è complesso, difficile da trasmettere e far comprendere, ma necessario per creare una collaborazione di valore».
Come riuscite a far emergere l’identità di un’azienda senza farne parte, comunicando al suo posto?
«Poniamo molte domande. Anche se dipende dalla complessità del piano editoriale, occorre conoscere bene l’azienda, le persone che ci lavorano, capire quali sono i loro obiettivi, il clima aziendale e cosa va comunicato. Come diciamo sempre, la gestione dei social non può essere unidirezionale perché è un’emanazione diretta anche del lato umano di un’azienda. Un’agenzia di comunicazione deve partecipare alla vita dell’azienda, entrare in empatia con essa per poter comunicare con lo stesso linguaggio e trasformarlo in digitale. Per questo spesso in agenzia si trovano giovanissimi che possono davvero insegnare molto sulla comunicazione nel mondo digitale».