Una donna decisa, coraggiosa e visionaria, ma anche «appassionata, perseverante ed empatica», come lei stessa si definisce. Parlare di Dona Bertarelli, nata a Roma nel 1968, ma trasferitasi in Svizzera con la famiglia già negli anni Settanta, vuol dire spalancare uno scrigno di qualità, e conoscere una persona dalle molte attività, che vanno dalla filantropia allo sport fino alla gestione di aziende e alberghi.

Figlia di Fabio Bertarelli che con la sua casa farmaceutica Serono regalò, nel 1998, il benessere economico alla famiglia, Dona ha istituito, assieme alla madre, Maria Iris, e al fratello Ernesto, la Bertarelli Foundation, in memoria del padre.

Per i primi dieci anni, la fondazione ha lavorato soprattutto per stabilire e sviluppare progetti sanitari basati sull’eredità della Fondazione Serono. Si è concentrata sulla promozione e condivisione di conoscenze tra i clinici e gli etici, in questioni riguardanti la salute riproduttiva e il trattamento dell’infertilità, un campo specifico in cui Serono ha ottenuto grandi progressi.

La fondazione, nel decennio successivo, ha concentrato la sua ricerca su tre aree chiave di interesse per i suoi fiduciari: la scienza marina e la conservazione, la ricerca sulle scienze della vita e il sostegno alle comunità locali. La famiglia Bertarelli, ha infatti, da sempre, una lunga e profonda affinità con gli oceani, e Dona, che da tempo si occupa della loro salvaguardia, oltre a essere filantropa e investitrice, è una grande sportiva, detentrice tra l’altro del record femminile di velocità nel giro del mondo a vela senza scalo.

Velista di valore, ha ottenuto lusinghieri risultati nella classe di catamarani Decision 35 con il suo “Ladycat” (nel 2010 e nel 2014 ha vinto il Bol d’Or) e poi con il trimarano Spindrift 2, quando ha tentato il record del giro intorno al mondo, dopo aver vinto con la stessa barca il Rolex Fastnet nel 2013 e nel 2015, e stabilito il nuovo record della Discovery Route nel 2013.

Dona Bertarelli è sempre in prima linea nella conoscenza e nella difesa del mare, e attraverso la fondazione ha sostenuto la tutela di oltre 2,7 milioni di chilometri quadrati di oceano. Nel 2015, Dona ha creato Spindrift for Schools, un programma educativo per gli alunni in Francia e Svizzera. Il programma è stato creato per condividere con oltre ottomila bambini la passione per l’oceano, e far migliorare la comprensione delle aree marine e delle molte specie a rischio che le abitano.

Lo scorso anno Dona Bertarelli è stata nominata Consigliere Speciale per la Blue Economy dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad), e da allora collabora per promuovere un’economia blu sostenibile, per assicurare l’utilizzo responsabile e rigenerativo degli oceani, dei mari e delle coste, stimolando la crescita economica, ma salvaguardando l’equilibrio degli ecosistemi oceanici.

«Dipendiamo dall’oceano per tutto: per il sostentamento, il cibo, i trasporti, le attività ricreative, il turismo e persino per l’aria che respiriamo», sostiene Dona Bertarelli. «Ma i nostri oceani sono minacciati, e questo ha un impatto su tutti noi. È giunta l’ora di fare le cose in maniera diversa per preservare gli oceani e, al medesimo tempo, creare un’economia blu sostenibile e rigenerativa, che porti benefici a tutti, per le prossime generazioni».

Ma il suo attivismo ambientalista non finisce qui. Tra le attività filantropiche intraprese, c’è il supporto a diverse iniziative dedicate alla tutela oceanica, cui partecipa in veste di appartenente a una comunità di sostenitori denominata Friends of Ocean Action del World Economic Forum. Inoltre aiuta i giovani nella creazione di progetti ecosostenibili e nella lotta al cambiamento climatico.

Nell’ambito della filantropia, Dona Bertarelli si dice convinta dell’importanza della collaborazione virtuosa tra mecenate e beneficato.

«Ho imparato in barca quanto sia importante la collaborazione. Penso che spesso corriamo il rischio di essere troppo settari in certi settori, dove tutto e interconnesso. E spesso le soluzioni vengono da un ambiente diverso o da altre persone, che hanno una differente prospettiva di pensiero. Lavoro con i partner sul terreno e poi anche a più alto livello, e spesso con i governi. Collaboro con ambasciatori, con persone che hanno importanti relazioni, con ministri o anche altre personalità, e anche con altre fondazioni e ONG che hanno accesso o hanno potuto collaborare con il governo», spiega Dona Bertarelli. «Per fare tutto questo dò vita a vere e proprie partnership. Collaboro anche con fondazioni attive nello stesso ambito, come per esempio la Fondazione Mava, la Fondazione Oak o la Wyss, Campaign for Nature».

Quali sono dunque i principi che guidano la sua azione come filantropa?

«È indubbio che sia in atto una forte professionalizzazione della filantropia. Impatto, rilevanza e responsabilità sono concetti cardine. Se si investe 1 franco, ci si augura di vedere il risultato di quel franco. La rilevanza è qualcosa che ho imparato in casa: essendo cresciuta nel mondo farmaceutico, ho imparato presto che la scienza è centrale per la protezione degli oceani. La scienza ci fornisce gli indicatori per misurare gli effetti di quanto facciamo. Poi naturalmente occorre che siamo responsabili, nei confronti della famiglia, dell’ambiente, verso i progetti e le persone che beneficiano o sono influenzate dalle nostre azioni».

Dona Bertarelli sostiene anche come nella filantropia debbano esserci risorse economiche per una “proof of concept”, come si dice in inglese. Si possono usare i fondi anche come “seed money” per testare concetti e idee senza sapere quali saranno i risultati. È esattamente la stessa cosa nella scienza o nella ricerca sui farmaci, dove non tutte le molecole studiate finiscono per diventare farmaci.

Dona Bertarelli è anticonformista non solo nell’aspetto, un understatement che ha riproposto anche nella cornice del Simposio per il ventennale di SwissFoundations, dove ha parlato anche amabilmente dei suoi ricordi di figlia e di madre a contatto con la scoperta dei mari. La grande sportiva e filantropa è anche un’appassionata sostenitrice dell’emancipazione e dell’istruzione delle ragazze, sostenute in qualità di mecenate e fondatrice della Womanity Foundation, che lavora per accelerare l’uguaglianza di genere attraverso investimenti innovativi.