Possiamo partire da una presentazione delle problematiche di cui principalmente si occupa la medicina geriatrica, così importante nella cura dell’anziano?

«La geriatria è una branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e della cura delle patologie che intervengono negli anziani. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’età in cui si diventa anziani è 65 anni, anche se oggi a questa età si ha una forma fisica e mentale simile a quella di un 45enne di 30 anni fa. Da un punto di vista scientifico si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di dieci anni e attualmente le indagini statistiche individuano nella media di 85 anni la longevità per le donne e di 82-83 per gli uomini. Con l’aumento della longevità, la quota di popolazione anziana è andata costantemente crescendo i tutti i Paesi occidentali e oggi rappresenta una realtà importante per tutte le implicazioni che comporta a livello sanitario, economico e sociale».

Quali sono i principali aspetti relativi alle condizioni dell’anziano su cui si focalizza l’attenzione della medicina geriatrica?

«Come detto, la geriatria si occupa dei bisogni e dei problemi di salute tipici della terza età. Il medico geriatra ha un ruolo fondamentale per quanto riguarda la valutazione multidimensionale dell’anziano, oltre che per la diagnosi e la cura delle sindromi geriatriche. La condizioni della persona anziana sono dunque analizzate da un punto di vista sociale, funzionale e cognitivo. Tre aspetti diversi che interagiscono tra loro e determinano in modo decisivo la qualità della vita».

Possiamo fare un esempio di questa interazione?

«Certamente. La persona che vive da sola risulta senza dubbio più fragile e maggiormente esposta al rischio di cadute con conseguenti fratture dell’apparato scheletrico. Non di meno la solitudine influenza in modo importante l’avanzare dei processi di invecchiamento, le patologie cognitive e i disturbi della memoria, la depressione o la malnutrizione. Spesso molte di queste patologie si intersecano tra loro, peggiorando la le condizioni generali di salute, Inoltre, l’utilizzo di diversi farmaci può comportare interferenze tra loro e provocare effetti collaterali».

Che cosa offre il servizio di medicina geriatrica della Clinica Sant’Anna?

«Direi che l’aspetto qualificante è dato proprio da un approccio che consente di accogliere il paziente in maniera multidisciplinare. La visita geriatrica si svolge, dunque, partendo da un’anamnesi completa, focalizzando l’attenzione sulle problematiche funzionali e se necessario lo specialista può richiedere esami di laboratorio e indagini strumentali. Sono tenuti, inoltre, in considerazione l’aspetto psicologico e quello cognitivo, avvalendosi di particolari test in base alle necessità. Dopo una valutazione completa e sistematica delle capacità funzionali (deambulazione ed equilibrio), mentali e cognitive, i nostri specialisti sviluppano una strategia per mantenere l’indipendenza funzionale e l’autonomia delle persone colpite il più a lungo possibile e per migliorare il più possibile la loro qualità di vita».

Tutto ciò comporta un’azione coordinata da parte di diverse figure professionali…

«Assolutamente sì. Nel giro di pochi mesi dalla sua apertura il reparto di medicina geriatrica della clinica Sant’Anna è già oggi in grado di avvalersi di tutte le necessarie competenze in campo medico, della fisioterapia e dell’ergoterapia. Grazie alla loro esperienza nella medicina geriatrica, i nostri specialisti lavorano a stretto contatto con altre specializzazioni presenti all’interno della nostra Clinica. Ciò consente loro di adattare in modo ottimale i progressi tecnologici e medici alle esigenze dei pazienti anziani in termini di prevenzione, diagnosi, trattamento e assistenza».

Perché è importante svolgere un’azione di prevenzione nei confronti della salute degli anziani?

«La decisione di rivolgersi a uno specialista di geriatria è generalmente correlata a bisogni specifici individuali, più che a una precisa età anagrafica. La maggior parte delle persone non necessita di cure geriatriche fino all’età di 70-75 anni, ma potrebbe essere utile farlo prima, proprio per prevenire quelle che sono le tipiche problematiche nelle persone anziane. Con l’invecchiamento possono insorgere disturbi che necessitano di essere monitorati nel tempo con check-up e controlli periodici. Lo scopo è prevenire o intercettare precocemente il manifestarsi di patologie importanti, come il Morbo di Parkinson, le varie forme di demenza (tra cui l’Alzheimer), ma anche problemi più comuni, come l’artrosi e l’osteoporosi».

Da ultimo, una domanda di carattere personale. Come ha scelto di dedicare la sua vita alla medicina geriatrica?

«Mi sono laureato presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia e ho poi maturato varie esperienze in ospedali ed istituti specializzati nella cura degli anziani. Ebbene mi sono reso conto che non esiste una branca della medicina che al pari di quella geriatrica implichi un eguale numero di necessarie competenze internistiche unite ad altre specializzazioni che consentono di approcciare la persona anziana in tutta la sua interezza e complessità».

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