Lei vanta una lunga esperienza professionale. Quali sono state le tappe della sua formazione e i più importanti incarichi rivestiti?
«Mi sono laureata in Economia presso l’Università di Zurigo, e successivamente ho conseguito il Diploma Federale di Esperto Contabile e Perito Revisore. Dopo aver lavorato per qualche anno in KPMG Switzerland, sono entrata a far parte di EY dove ho ricoperto vari incarichi assumendo responsabilità sempre maggiori fino al ruolo di Partner. Un elemento che ha sempre caratterizzato la mia attività, entrando a rivestire una parte importante della mia formazione professionale, riguarda il fatto di avere sempre seguito clienti su tutto il territorio svizzero, a Ginevra, Zurigo e Lugano, comprese le affiliate all’estero».
Come è organizzato il dipartimento Financial Services di EY e quali sono i principali servizi offerti?
«Le riconosciute competenze di EY e la profonda conoscenza dei diversi settori ci consentono di supportare i nostri clienti al fine di sfruttare tutte le opportunità, valutare e gestire i rischi per garantire una crescita consapevole delle proprie attività. In particolare, a Lugano sviluppiamo i servizi di audit e di consulenza, com l’obiettivo di supportare i clienti nel garantire che i processi interni funzionino in maniera efficace e siano conformi a quanto richiesto dalla normativa, promuovendo un approccio sistematico e disciplinato per la valutazione e il miglioramento di processi di gestione e controllo».
Quali sono le sfide che il settore bancario svizzero è chiamato oggi ad affrontare e, in quest’ottica, che ruolo è chiamata a svolgere la vostra attività di consulenza?
«Le Banche sono impegnate a cogliere lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche per accrescere la propria efficienza operativa, migliorando la qualità delle prestazioni fornite ai clienti, e aumentando i propri profitti. Quello bancario, al pari di altri settori produttivi e dei servizi, si sta dunque attrezzando e sono in corso massici investimenti per adeguare le nuove tecnologie (compresa l’intelligenza artificiale generativa) al mondo del credito e degli investimenti».
In che modo la digitalizzazione incide attualmente sul settore finanziario?
«La digitalizzazione è elemento necessario per la sopravvivenza e lo sviluppo del business. La crescita esponenziale degli strumenti tecnologici utilizzabili al servizio delle realtà bancarie e finanziarie ha necessitato degli sforzi sia dei regolatori che degli intermediari per stare al passo coi tempi e per riuscire a sfruttarne l’enorme potenziale. Anche dal punto di vista dei controlli, la tecnologia può essere al servizio di una compliance sempre meno tradizionale, ampliando i dati a disposizione, le interconnessioni e gli automatismi per verificare normative applicabili, rischi associati e trend aziendali».
Quali sono gli aspetti che più la affascinano nel suo lavoro e quali invece vorrebbe modificare?
«Ciò che più mi piace è senza dubbio la varietà delle problematiche che ogni giorno sono chiamata ad affrontare, passando dagli aspetti finanziari alle valutazioni, dalle partecipazioni ai bilanci e tanto altro ancora, senza mai correre il rischio della noia o della ripetizione. Questa diversità di situazioni mi consente inoltre di entrare in contatto continuo con una molteplicità di professionisti operanti in campi diversi e dunque risulta essere particolarmente appagante anche sul piano umano. Per contro, la parte più burocratica del nostro lavoro va assumendo un peso sempre maggiore e questo è già oggi un problema che rischia di aggravarsi in futuro, perché assorbe una quota troppo rilevante di tempo e di risorse che potrebbero essere meglio utilizzate nello sviluppo di altri ambiti aziendali».