Come può essere valutato lo stato di salute del sistema previdenziale svizzero, alla luce dell’andamento demografico e delle condizioni economiche e sociali in atto, dal vostro osservatorio di Banca Migros?
«Fino a pochi anni fa il sistema previdenziale svizzero era considerato come uno dei migliori al mondo grazie alla sua struttura solida e multilivello per mezzo dei famosi tre pilastri. Tuttavia, in un confronto internazionale non siamo in cima alla classifica (attualmente i paesi nordici sono pionieri in questo). Il nostro sistema previdenziale dovrà adattarsi molto velocemente e affrontare in futuro numerose sfide, tra le quali la rapida evoluzione demografica della popolazione in quanto, come accade anche in altre nazioni limitrofe, in Svizzera si sta verificando un fenomeno di invecchiamento molto rilevante. D’altro canto anche l’aspetto economico influisce in maniera importante siccome durante i periodi di crescita economica, in media, i contributi previdenziali dei lavoratori aumentano e gli investimenti dei fondi pensione aiutano ad ottimizzare in maniera più sostanziale i capitali gestiti.
Da alcuni anni infine, nuove forme di lavoro prendono sempre più piede (uno tra tutti il lavoro “part-time”) che non permette di contribuire in modo sufficiente alla propria pensione privata e che, secondo l’ufficio federale di statistica, causa un divario pensionistico di genere tra uomo e donna di circa il 30% sottoforma di rendita».
Perché è importante un’attenta analisi delle situazioni previdenziali al fine di individuare la differenza tra entrate e uscite con conseguente diminuzione del tenore di vita?
«Un’analisi approfondita e anticipata permette di eludere una riduzione a sorpresa del tenore di vita al momento della pensione. Oggigiorno purtroppo molte persone non considerano il fatto che le rendite pensionistiche potrebbero non essere sufficienti a coprire tutte le spese abituali future e questo accade specialmente alle persone abituate a redditi medi-alti percepiti durante la carriera lavorativa. Pianificare con largo anticipo consente di colmare le lacune previdenziali per mezzo di soluzioni di risparmio specifiche e investimenti lungimiranti ad ampio orizzonte temporale. Senza un’analisi preventiva il rischio è quello di trovarsi con risorse insufficienti riducendo così la capacità di far fronte a spese impreviste, come ad esempio cure mediche, manutenzioni della casa o supporto economico ai familiari».
Secondo Banca Migros, come si deve procedere in fase di pensionamento per valutare in modo corretto i rischi di consumo del proprio capitale?
«Per valutare correttamente il consumo di capitale negli anni è necessario analizzare in maniera dettagliata il cash flow, confrontando le spese attese con le entrate future. Si consiglia di diversificare il proprio portafoglio d’investimento per ottimizzare al meglio il rapporto rischio/rendimento e prevedere un piano di prelievo graduale e soprattutto programmato. È essenziale rivedere periodicamente il piano di decumulo, tenendo sempre conto di scenari con tassi d’interesse ipotecari maggiorati e un’inflazione costante nel tempo, questo per garantire alla pianificazione fatta di rimanere adeguata alle mutevoli condizioni economiche».
Qual è la strategia migliore da intraprendere nella scelta tra rendita e capitale e quali sono i pro e contro di tale orientamento?
«Partiamo dal presupposto che un’idea non è necessariamente migliore dell’altra: la scelta ottimale deve tenere conto di variabili finanziarie e soprattutto personali.
Optare per una rendita significa garantire un flusso contante di reddito in entrata, ciò permette di proteggersi contro il rischio di longevità e consente una maggiore sicurezza psicologica-finanziaria poiché l’entrata è garantita vita natural durante. Tuttavia, la rendita comporta svantaggi come l’impossibilità di accedere ad una somma di capitale in caso di necessità, generalmente un maggior carico fiscale e il rischio di inflazione che può ridurre il potere di acquisto nel tempo.
Scegliere il capitale offre invece maggiore flessibilità e possibilità di investimento consentendo di gestire il proprio patrimonio e potenzialmente ottenere rendimenti più elevati. Ciò nonostante, bisogna essere responsabili e gestire adeguatamente il capitale. La scelta, dunque, deve essere guidata da un’analisi economica e dalle esigenze principali della persona interessata alla pianificazione finanziaria».
Quali conseguenze fiscali possono derivare delle decisioni intraprese al momento del pensionamento e come è possibile ottimizzare il carico fiscale?
«Al momento del pensionamento le decisioni intraprese possono avere notevoli ripercussioni fiscali. Prelievi di capitali previdenziali, riscossioni di rendite, gestione di immobili e investimenti in borsa di capitali liberi influenzano in maniera preponderante il carico fiscale futuro. Tra le ottimizzazioni fiscali più conosciute ci sono i frazionamenti dei prelievi dei capitali previdenziali (sia in caso di pensionamento anticipato o graduale nel tempo) ed eventuali riscatti nella propria cassa pensioni in base alle singole necessità. Immobili, previdenza, investimenti, fiscalità, successioni: nella pianificazione è fondamentale considerare tutti questi aspetti e mantenerli il più possibile interconnessi fra di loro così da assicurare una strategia fiscale efficiente e garantire il raggiungimento dei propri obiettivi economici».