Come si colloca la società da lei diretta nel quadro di Artisa Group?

«Le origini di Genazzi&Artioli, ora G&A Total Contract, risalgono a mezzo secolo fa: nel 1968 Franco e Aurelio Artioli avviavano la bottega di metalcostruzioni che sarebbe diventata un punto di riferimento per il Cantone. La svolta verso l’immobiliare è più recente, favorita dal passaggio della conduzione alla seconda generazione, rappresentata dal figlio Stefano Artioli, attuale presidente del CdA di Artisa Group, e decollata dopo il trasloco nel 2011 dalla storica sede di Preonzo (sulla quale incombeva la frana del Valegiòn) al Sottoceneri, dapprima a Lamone e, dallo scorso giugno, a Manno, nell’avveniristico Centro Ambrosart. G&A lavora oggi all’interno di una struttura organizzativa e manageriale solida e articolata, composta da undici società specializzate e interconnesse. Alla G&A Total Contract è affidata la realizzazione di stabili residenziali e commerciali, dall’inizio dei lavori fino alla consegna chiavi in mano dell’immobile».

Quali sono i punti di forza con cui il G&A Total Contract si presenta sul mercato?

«Parlerei innanzitutto di un approccio innovativo all’edilizia, alla ricerca di soluzioni adatte alle attuali esigenze di qualità e di velocità di edificazione, in prima linea nell’individuazione di nuove tecniche di progettazione e costruzione. Il vantaggio di G&A rispetto ad altri player è dato dalla possibilità di lavorare in seno a un Gruppo che sviluppa internamente tutte le fasi di ogni progetto – dall’acquisizione dei terreni alla progettazione, dalla costruzione alla gestione immobiliare – grazie a un team multidisciplinare nel quale architetti, designer, ingegneri, avvocati, esperti in finanza e marketing lavorano fianco a fianco. Un approccio in grado di fare la differenza in un panorama immobiliare che, come confermano gli ultimi studi di settore, tanto a livello cantonale quanto nazionale sembrerebbe ormai saturo, complici i tassi ipotecari ai minimi storici che convogliano sul mattone gli investitori, istituzionali in testa, in cerca di margini di rendimento».


La versione completa di questo articolo la potrete trovare all’interno dell’edizione cartacea di Ticino Welcome oppure su Issu a pagina 170