Per avere un buon risultato ci vuole fantasia per osare soluzioni fuori dal comune, ci vuole un tema, una conoscenza delle piante che permetta di selezionare delle specie presentabili per un periodo dell’anno il più lungo possibile. Da non dimenticare poi l’illuminazione scenografica, fondamentale nella creazione di uno spazio così vicino all’abitazione. Una terrazza riuscita è senza dubbio il progetto paesaggistico più apprezzato dal committente.

Quali vantaggi per la salute e il benessere delle persone possono derivare da una buona organizzazione di un terrazzo o di un giardino pensile?

«Considero salute e benessere due stati fisici legati indissolubilmente tra loro: una permette lo sviluppo dell’altro, ovvero senza benessere, inteso come stare bene e sentirsi a proprio agio, la salute potrebbe risentirne, soprattutto nelle persone più sensibili. Nel vivere un terrazzo, la sensazione di benessere è ancora più accentuata. Nella progettazione va considerato il periodo in cui un terrazzo può essere un’oasi e lavorare su questi periodi. A seconda della posizione, un terrazzo potrebbe essere troppo caldo durante la massima calura estiva. A volte però non ci sono alternative, ovvero potrebbero non esserci spazi alternativi; è qui che la tecnica deve aiutare il progettista per trasformare una fornace in un luogo piacevole, giocando tutte le carte a propria disposizione, che possono essere davvero numerose».

Verso quali piante e arbusti è consigliabile orientarsi per realizzare uno spazio verde domestico gradevole alla vista ma facile da mantenere?

«Facile da mantenere è un concetto assolutamente opinabile, difficile, qualcosa che non si conosce a sufficienza. Diversamente, la riuscita di una piantagione di un terrazzo dipende dalla scelta che il paesaggista compie. Non deve essere il giardiniere che sceglie la pianta in base alle sue preferenze cercando in seguito di dare alla pianta la condizione migliore. Piuttosto è la situazione che dovrà dare al creatore di spazi verdi l’indicazione sulla scelta delle specie da utilizzare. Solo se queste piante si svilupperanno bene anche con pochi interventi manutentivi allora la scelta si dimostrerà corretta». 

Quali sono per contro gli errori più comuni da evitare?

«Da parte del professionista, gli errori più frequenti consistono nel proporre al committente delle fioriture concentrate nel momento della piantagione: io le chiamo “piantagioni ruffiane”. Piantagioni che hanno lo scopo di indurre il cliente a pagare la fattura del giardiniere pensando che abbia eseguito un buon lavoro, ma a seguito del periodo di fioritura, la terrazza assumerà le sembianze di una steppa senza forme e colori. Un altro errore frequente è la mancanza di informazioni che il paesaggista dovrebbe trasmettere sulle peculiarità delle diverse specie e competenze che possano rendere il cliente sufficientemente capace di eseguire una manutenzione ordinaria.
L’errore più frequente rimane comunque legato alla scelta delle piante che non coincidono con la situazione specifica della terrazza in quanto a ore di sole, temperature e sviluppo di chioma e radici. Errori grossolani potrebbero riguardare anche il portamento delle diverse specie le quali se non scelte con la dovuta accortezza e consapevolezza crescerebbero a dismisura rompendo l’equilibrio armonico che la piantagione aveva inizialmente»

Perché è utile ricorrere all’intervento di un esperto almeno nella fase iniziate dell’impianto di un terrazzo o di un giardino pensile?

«Un bravo giardiniere potrà dimostrarsi tale se il risultato ricalca le aspettative del cliente. Un esperto invece saprà orientare e proporre soluzioni che andranno a migliorare l’idea iniziale e ottimizzare lo spazio da rinverdire. Se consideriamo il mondo dei giardini pensili, allora direi che ci vuole assolutamente la mano di un esperto: in questo caso, infatti, l’esperto dovrà occuparsi di questioni legate a portata della soletta, tipologie di substrato con le quali lavorare per ottenere la massima resa con il minimo peso, sistemi di irrigazione e scenografie. Non è da sottovalutare anche la questione ecologica di un giardino pensile, il quale diminuisce in maniera importante la temperatura massima di superficie. Se si rivestissero la maggioranza dei tetti di una città, queste ultime ne beneficerebbero in termini di minor calore, minor presenza di polveri fini, minor deflusso di acque meteoriche durante i temporali, senza dimenticare che se progettati bene donerebbero agli abitanti spazi gradevoli dove passare del tempo a contatto con la natura».

Può raccontarci come ha organizzato qualche terrazzo che ritiene particolarmente ben riuscito?

«Una delle belle esperienze che ho avuto modo di vivere è stata l’allestimento di una terrazza in un appartamento a Lugano. Il cliente desiderava avere una decorazione con fioriture di diversi colori e con un aspetto non troppo classico e strutturato: qualcosa, insomma, che in ogni stagione regalasse delle belle sorprese.

In questa occasione è stata molto interessante la collaborazione con Leo Magatti, diverse volte medaglia d’oro a Giardina Zurigo, la più importante manifestazione-vetrina di istallazioni di giardini, e plurivincitore di Orticolario, rassegna molto conosciuta nel nord Italia che si svolge a Como nel mese di settembre. Leo ha saputo interpretare perfettamente il volere del cliente, e l’allestimento di questa terrazza ha creato una cornice alla stupenda vista di cui godeva l’appartamento.

Il tipo di decorazione scelta permette di godere di un’atmosfera rilassante, una sensazione che si manifesta quando ci troviamo in ambienti che non ricalcano geometrie o tendono all’eccessivo ordine o al disordine. Come in natura, un connubio tra disordine e ordine permette di apprezzare senza pretendere, di ammirare qualcosa di insolito e di farsi sorprendere da una semplice fioritura che non ci aspettavamo».

Baratella Giardini Sagl

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