Il Consorzio Garda DOC, dopo tre anni di presentazione dei suoi vini a Lugano, è ritornato ancora in Svizzera destinazione Zurigo. La scelta sta in alcuni numeri interessanti per quanto riguarda il rapporto di esportazione di questi vini. Infatti, il mercato svizzero, che per i vini italiani muove annualmente un giro d’affari di oltre 400 milioni di euro, mostra un buon dinamismo, considerando tra l’altro che la dinamica generale delle esportazioni vinicole nazionali è apparsa più sostenuta, con un più 11% in valore registrato tra il 2021 e il 2022. Quello elvetico si conferma pertanto un mercato di alto profilo qualitativo, con etichette di pregio che, ormai da diversi anni con una crescente attenzione verso vini naturali e biologici.

Paolo Fiorini, presidente del Consorzio Garda DOC

Un modo di dialogare con le aziende senza fare compromessi, come ha scritto il Presidente del Consorzio Garda DOC, dott. Paolo Fiorini, nel suo saluto: «L’idea di fondo che ci accompagna da tempo è quella di poter creare un forte aggancio ai vini del Garda DOC, alle sue bollicine e ai suoi vini varietali del comprensorio del lago di Garda che, da zona prettamente turistica, ha tutte le carte in regola per essere nel tempo riconosciuta anche come terra di grandi vini a livello internazionale. Ed è in questa direzione che stiamo lavorando: la bellezza di questi luoghi, la luminosità, il clima unico, i suoli variegati e l’idea di una vacanza, diventano, infatti, tratti distintivi di un racconto pieno di suggestioni».

«Il lago di Garda, è il denominatore comune di tutto l’areale gardesano e punto di interconnessione fra le tre province sulle quali si estende la denominazione: Mantova, Brescia e Verona», ha ancora dichiarato Paolo Fiorini. «Ribadisco l’idea di base che culliamo da tempo che consiste nel creare un forte aggancio mentale che colleghi i vini del Garda DOC, le bollicine ma soprattutto i vini varietali, al comprensorio del Garda. Il nostro lago, primo in Italia per estensione, è da sempre meta turistica tra le più ambite sia a livello nazionale sia soprattutto a livello estero, un vero luogo dell’anima in grado di restare per sempre impresso nella memoria di chi lo vive. Da adesso in poi vorremmo che questa speciale “esperienza” rimanesse impressa nella mente e nei cuori delle persone soprattutto grazie ai vini che qui si producono».

La Garda DOC è nata per valorizzare i vini varietali provenienti dalle 10 zone storiche di produzione dell’area gardesana: Valtenesi, Colli Mantovani, Lugana, S. Martino della Battaglia, Bardolino, Custoza, Valpolicella, Soave, Valdadige, Monti Lessini. Un territorio molto vasto ed eterogeneo, anche da un punto di vista politico, perché la denominazione interessa tre Comuni (Mantova, Brescia e Verona) e due regioni (Lombardia e Veneto). Un piccolo Mediterraneo ai piedi delle Alpi. Un’area vitivinicola che si estende per oltre 30.000 ettari intorno al lago di Garda. Nata nel 1996, la denominazione ricomprende le altre Doc del territorio e abbraccia diverse tipologie alla cui base vi sono vitigni sia bianchi che rossi. Quando è stata istituita vi erano dieci denominazioni storiche e la Doc Garda, fra gli altri, ha il merito di aver dato dignità anche a varietà che prima non potevano fregiarsi della denominazione di origine come il Pinot nero, lo Chardonnay e il Pinot grigio.

Garda Doc, insomma, ha codificato il legame di queste e molte altre varietà con il territorio gardesano. Una sorta di “denominazione di denominazioni”, che si sviluppa principalmente in provincia di Verona, dove sono coltivati oltre 27.000 ettari, per poi toccare le province di Mantova e Brescia e che ricomprende varietà autoctone come Garganega, Trebbiano di Soave, Corvina e Marzemino e, come visto, anche diverse varietà internazionali.

Si è trattato di una scelta vincente, anche in termini di marketing, che ha portato a una crescita dell’attrattività dei prodotti. «Una tipologia che, sicuramente, ha dato uno slancio alla denominazione ma che rappresenta ancora una piccola percentuale rispetto al totale delle bottiglie prodotte, passate da 5 a 20 milioni nel giro di sette anni», racconta ancora Paolo Fiorini. «Di grande importanza per noi sono sicuramente i vini mono varietali, ad esempio quelli prodotti con Chardonnay o Pinot grigio, che donano un respiro internazionale alla denominazione senza, però, farle perdere il carattere identitario che solo il territorio può conferire».

Carlo Alberto Panont Direttore Garda DOC

Presente a questo incontro Carlo Alberto PANONT, enologo e consulente di lunga carriera, che ha scelto Zurigo per questa Masterclass di profilo tecnico, aperto ad operatori del settore, innanzitutto ai soci dell’Associazione Svizzera dei Sommelier con in testa il loro Presidente Aurélien Blanc ed Elio Frapolli, loro coordinatore per queste manifestazioni, presentando undici tra le qualificate etichette Garda DOC al fine di poter intercettare importatori, distributori e wine lovers della Svizzera.

Per illustrare al meglio queste tipologie di terreni è stato proiettato un filmato realizzato dall’Agency Kondoo di Gallarate (Varese), LA CARTA DEI SUOLI, un modo innovativo con cui il Consorzio ha scelto di divulgare la prima carta interregionale dei suoli della sua DOC che mappa la “pedodiversità” di questo vasto territorio Vitivinicolo.

La Carta dei suoli della Doc Garda – ha raccontato Carlo Alberto Panont – è un grande lavoro di studio e zonazione dal quale si possono sintetizzare tre macroaree caratteristiche: a ridosso del lago si trova la zona morenica, la più antica della denominazione, verso est la parte calcarea, con terreni più leggeri e meno profondi e, infine, a estremo est, l’area vulcanica che lascia ai vini una profonda impronta minerale.

L’estensione e l’eterogeneità della Doc Garda lascia, quindi, ai produttori un grande ventaglio di opportunità e sfumature espressive. Inoltre, la fisionomia transregionale della denominazione allarga lo sguardo e moltiplica le possibilità. «Questa peculiarità della nostra denominazione fa sì che produttori e produttrici non siano fossilizzati sul campanilismo ma abbiano una mentalità aperta e lavorino in sinergia impreziosendosi a vicenda con le proprie diverse esperienze.

Riguardo alla presentazione della Carta dei Suoli Paolo Fiorini ha dichiarato: Siamo enormemente soddisfatti del successo riscosso dalla presentazione della carta dei suoli e dell’esito della giornata di convegno.Questo documento, frutto di diversi studi promossi dal Consorzio, non solo testimonia il continuo impegno ed investimento di Garda DOC nel campo scientifico, ma incarna anche i valori e lo spirito di innovazione del nostro Consorzio che, oltre alla carta dei suoli, ha voluto realizzare un documentario dal taglio divulgativo”. Offriamo a Voi lettori la possibilità di visionare questo filmato sulla Carta dei Suoli, su YouTube (sottotitoli in inglese).

La degustazione

La scelta è stata molto difficile e incerta. I produttori sono tanti nei 10 consorzi e tutti con una lunga storytelling. É stata data la possibilità ai primi iscritti che avevano interesse ad essere presenti nella distribuzione della Svizzera tedesca. Undici qualificate etichette Garda DOC: 4 tipologie di Spumanti delle aziende: Pratello, Bottenago, Valdo e Virgili, 3 Garda DOC bianchi di Vitevis, Gozzi e Tenute del Garda e 4 Garda DOC rossi di La Prendina, Bulgarini, Zenato e Tenute Roveglia. Ognuno di questi vini è stato presentato da un Sommelier della SVS di Zurigo, declamando vitigni, lavorazione, affinamento, qualità, caratteristiche e abbinamenti. I produttori presenti hanno integrato la presentazione raccontando la loro storia. Vini che hanno potuto deliziare i presenti che hanno poi degustato alla presenza di alcuni produttori, ben altre 24 tipologie di vini accompagnati da stuzzicherie varie. In chiusura ad ogni ospite è stato omaggiato una copia della Rivista VINUM dove su sette pagine sono state presentate le aziende di ogni denominazione.

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