Quali sono stati i passi che l’hanno portata a scoprire questa sua vocazione per tutto ciò che può innovare il nostro modo di vivere e di lavorare?
«Inventare è sempre stato il mio pallino fin da quando avevo tre anni. Non c’era apparecchio che mi passasse sotto mano senza che io cercassi di smontarlo. Ero troppo curioso di capire cosa c’era dentro. Quando andavo a trovare il nonno, che aveva una stanza-laboratorio piena di tenaglie, bulloni, motori e la mitica “pinza inglese”, andavo in visibilio e ci potevo trascorrere delle giornate intere. Poi è arrivata la scuola e… non che non fossi bravo, ero veramente un disastro! Mi ricordo che in certi momenti mi dicevo “se non suona il campanello entro cinque minuti impazzisco”. Era una sensazione che mi procurava quasi un dolore fisico. È lì che ho imparato a fare training autogeno: ero in classe fisicamente ma con la testa riuscivo ad essere da tutt’altra parte. Altro che sindrome da deficit d’attenzione. Mi ricordo di un’altra cosa che mi riusciva difficilissima: leggere. Quando dovevo leggere ad alta voce tutti si mettevano a ridere. Dislessia? Alla faccia! Ancora oggi, quando vado al cinema, non c’è una volta che faccia in tempo a leggere i testi che scorrono nei prologhi o negli epiloghi di un film. Va da sé che le mie performance scolastiche incisero in modo determinante sulla mia autostima e così trascorsi il periodo più fosco della mia vita. A 23 anni, finalmente, decisi che era arrivato il momento di fregarmene di quello che pensava la gente e di cominciare a essere e fare quello che volevo. Anche per una serie di circostanze fortuite, partii alla volta del Kazakhstan, dove vissi e lavorai per alcuni anni. Nel 1994, sempre in Kazakhstan, scoprii l’esistenza di Internet, una tecnologia di cui mi innamorai all’istante e non potei fare a meno di buttarmici a capofitto. In collaborazione con la Facoltà di Matematica di Almaty, diedi vita al primo nodo informatico della Repubblica. Qualche tempo dopo, grazie a un cliente che credeva nel progetto e decise di finanziarmi, aprii la prima agenzia di marketing on-line in Italia, a Brescia, dove ho vissuto per 10 anni. A causa di un grave incidente il mio socio perse la vita e decisi così di rientrare in Ticino per occuparmi di ciò che veramente mi ha sempre appassionato: creare, inventare, innovare».
La versione completa di questo articolo la potrete trovare all’interno dell’edizione cartacea di Ticino Welcome oppure su Issu a pagina 30
Ticino Welcome 60 – Issu