Guerre vicine e lontane, povertà, ingiustizie, disumanità: tutto questo Papa Francesco ha più volte condannato, dall’inizio fino alle ultimissime ore del suo pontificato. Ieri – 20 aprile 2025, S. Pasqua – Francesco ha voluto essere tra la folla; girare – come non faceva fa settimane – con l’auto tra i fedeli di Piazza S. Pietro; scrivere un’omelia intrisa di condanna verso chi induce la guerra e abbandona gli ultimi.
Nel 2013 quando salì al soglio pontificio, scelse il nome di Francesco (primo gesuita e primo sudamericano a essere eletto vescovo di Roma) e in tutti noi fu chiara la sua volontà di ispirarsi al santo di Assisi, al suo amore per la povertà, al suo farsi piccolo tra i piccoli. Quando questo terribile momento storico è iniziato, soprattutto dopo l’aggressione Russa in Ucraina e i fatti mediorientali del 7 ottobre 2023, tutto il mondo cattolico e tutti gli uomini e le donne di pace, hanno saputo di poter guardare a lui come a un leader determinato e limpido. La forte e influente diplomazia vaticana doveva essere guidata da un uomo che sapesse condannare e mettere all’indice ogni forma di violenza. Ora che questa guida viene a mancare, non si può che sperate che il conclave sappia (per chi crede, ispirato dallo Spirito Santo) scegliere l’uomo giusto per continuare a costruire la via della pace e della giustizia sociale, tracciata da Bergoglio. La speranza è che la sua morte sia fonte di riflessione per tutti i potenti della terra, che trovino nel suo lascito la via per traghettare questo mondo verso un’epoca nuova, diversa, che si lasci finalmente alle spalle ogni forma di guerra, violenza o sopruso.
Papa Francesco è spirato questa mattina alle 7.35, a causa di una grave crisi respiratoria. Ad annunciarlo il cardinale Farrell: “Il papa è tornato alla casa del padre”, una frase che ha gettato milioni di cattolici nel più prfondo sconforto.
Il conclave è atteso fra circa due settimane.