Sharon, quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo dell’automobilismo?
«La mia prima esperienza nel mondo dei motori è stata a 14 anni quando sono andata in pista per la prima volta con un’auto da corsa. La prima gara è stata a 16 anni e da quel momento ho continuato a salire di categoria fino ad arrivare alla Formula 3 nel 2019».
Cosa ti appassionava di questo sport? Eravate in molte ragazze?
«Quello che ho provato e provo tutt’ora per l’automobilismo è una passione indescrivibile. Andava oltre il semplice praticare uno sport per divertimento. Era tutta la mia vita. Era dedizione, duro lavoro, allenamento, studio, trasferte, traguardi da raggiungere, vittorie e sconfitte. Quando correvo era come essere in un mondo a sé. Si incontravano persone nuove ogni weekend, ma altrettante facce conosciute e famigliari. Persone e tifosi che ti hanno vista crescere negli anni, hanno esultato insieme a me alle mie vittorie e hanno assistito alle mie sconfitte. Tutto questo è stato il mio mondo per molti anni. Mi ritengo una privilegiata per aver potuto vivere il mio sogno ed essere riuscita ad arrivare ad un traguardo così importante come la F3. La cosa più bella è stata vivere tutto questo insieme alla mia famiglia e agli amici più cari. Non erano molte le ragazze nel paddock, e meno ancora quelle che correvano. Ma ognuna dava il meglio di sé per riuscire a raggiungere il proprio obbiettivo».
Poi è arrivata la pandemia… Cosa è cambiato?
«L’arrivo del Coronavirus, purtroppo, ha interrotto il mio percorso. La chiusura delle frontiere con l’Italia mi ha impedito di prendere parte ai primi test stagionali e a concludere contratti di sponsorizzazioni per la stagione. A questo livello purtroppo senza sponsor non è possibile proseguire e pertanto mi sono ritrovata senza nessuna possibilità di prendere parte al campionato».
In questo anno di stop, hai trovato dei nuovi sogni?
«Al momento il mio obbiettivo a breve termine è concludere gli studi in Architettura. Come le corse anche l’Architettura è una passione. È come avere la possibilità di vivere una seconda vita, nella quale poter mettere la stessa energia e ambizione per qualcosa di nuovo. Lo sport agonistico resta comunque una parte importante della mia vita. L’allenamento rimane uno sfogo e un punto fondamentale della mia persona».
Tornerai mai a correre?
«Al momento non posso dire se tornerò a correre, in quanto il punto principale per le corse sono gli sponsor e attualmente, pandemia compresa, le possibilità di grosse sponsorizzazioni sono molto limitate. Il vuoto che hanno lasciato le corse è immenso ed è ancora troppo presto per riuscire a mettere la parola fine a questo capitolo della mia vita. Sicuramente ci vorrà ancora del tempo».
Una giovane ticinese che brilla in un mondo di uomini: c’è qualcosa che vorresti dire alle ragazze che, come te, vogliono rincorrere un sogno?
«Vorrei dire solo due cose. La prima è, e ne sono fermamente convinta, che se puoi sognarlo puoi farlo. La seconda… è semplicemente di non arrendersi mai. Sicuramente non sarà facile, perché ci vuole tenacia, sacrificio e tanta (tantissima) voglia di riuscirci, ma solo se il cuore lo vuole davvero, la mente lo rende reale e il corpo lo fa accadere».