Che sentimento prova quando nel suo studio si presenta un paziente mostrando i segni di un intervento estetico non andato a buon fine?
«Delusione, perché mi metto nei panni di chi ha investito risorse economiche e riposto grandi aspettative nelle prospettive di vedere migliorato qualche difetto e si ritrova un corpo dove l’incompetenza ha lasciato segni spesso indelebili. Delusione perché sono decenni che denuncio, più o meno inascoltato, come tra i molti bravi chirurghi estetici che operano nella Svizzera italiana ce ne siano alcuni che continuano a fare grossi danni. Purtroppo non tutti gli specialisti che operano hanno davvero le capacità per farlo».
A tutto questo si aggiungono i problemi dei pazienti che scelgono di andare a farsi operare in giro per il mondo…
«Che andare all’estero (con l’idea di risparmiare) per farsi fare un intervento estetico non rappresenti il massimo della sicurezza è cosa nota. Spesso questi pseudo specialisti si svendono e non hanno quasi mai le carte in regola, dal punto di vista dei titoli per esercitare, come per quanto riguarda le strutture all’interno delle quali operare, come pure le capacità».
Che cosa si dovrebbe fare per meglio regolamentare la situazione?
«Il quadro è molto complesso se si entra nel merito della qualità delle prestazioni offerte e dei controlli che dovrebbero essere effettuati riguardo alla preparazione di chi compie i diversi interventi. Anche le casse malati hanno grosse responsabilità: manca spesso l’oggettività per l’erogazione di prestazioni non propriamente a loro carico. Ripeto, gli interventi potrebbero essere molteplici e spetta alle autorità competenti metterli in pratica».
E per quanto riguarda la tutela della salute del paziente?
«Per effettuare interventi importanti di chirurgia estetica è necessario disporre di una attrezzata sala operatoria e di un’adeguata assistenza di anestesia. Solo pochi chirurghi in Ticino dispongono dei locali e delle attrezzature necessarie. Mi sembra legittimo chiedersi dove vengono effettuati gli interventi e se è vero che dopo un rapido consulto in Ticino alcuni pazienti vengono poi dirottati in strutture oltrefrontiera».
Forse anche i media hanno qualche responsabilità nel propagare l’idea che esistano facili soluzioni per ogni problema estetico…
«Il bombardamento mediatico è in buona parte generato da chi per ampliare la propria clientela fa leva su presunte nuove tecniche oggi a disposizione. Ebbene, la mia opinione è che bisogna essere molto cauti riguardo a quelle che vengono presentate come soluzioni innovative. Se prendiamo per esempio il caso del lifting facciale è stato dimostrato che i risultati di tutti i trattamenti conservativi al posto di un lifting (filler, tossina botulinica, trattamenti laser e con ultrasuoni, ecc.) non danno risultati paragonabili a quelli di un lifting chirurgico tradizionale».
Quali sono le più frequenti richieste che si sente rivolgere?
«Tra gli interventi quello al seno femminile resta al primo posto. Il seno è la parte del corpo più importante per la donna. Si va dalla riduzione all’aumento, dalla mastopessi alla ricostruzione in seguito a malattia. È chiaro che un intervento al seno necessita spesso di protesi. E se la qualità delle protesi non è buona, possono esserci problemi supplementari. Devo dire però che esiste anche un elevato numero di donne che si rivolge alla chirurgia estetica con l’obbiettivo di ridurre il volume del proprio seno. Proprio per questo cerco di studiare con il paziente quello che dovrebbe essere l’operazione più opportuna da eseguire per raggiungere i risultati prefissati».