Questa regola si conferma anche nel nostro cantone, italofono per collocazione geografica ma latino per vocazione culturale, dove il mondo delle classic cars, anche grazie alla lungimiranza di alcuni suoi protagonisti, sta velocemente sviluppando una particolare sensibilità nei confronti delle quattroruote veterane di ogni provenienza, epoca, proprietà, modello e cilindrata.
A qualificare il Ticino come location privilegiata si aggiunge la sua posizione storicamente nota per essere, a sud delle Alpi, il safe haven, il porto sicuro della finanza.
Ma quale è la formula magica che caratterizza i concorsi di eleganza automobilistici? Cosa anima il backstage, il dietro le quinte, che li caratterizzano? Perché la alchimia delle emozioni che riescono a suscitare diventa un comune denominatore che porta a ritrovarsi per la prossima edizione?
Cerchiamo di capirlo scomponendo gli elementi che trasformano questi eventi in una value chain. Cominciamo dal fattore umano. In questo caso, per andare sul sicuro, abbiamo curiosato nella agenda di uno dei personaggi più noti a livello canton-ticinese, e non solo. Dopo esperienze giovanili a livello professionistico nel mondo dei rally, le prove di regolarità automobilistiche, Claudio Mosconi oggi è un gentleman driver luganese dalle competenze che gli permettono un dialogo con i maggiori esperti internazionali e lo confermano presenza fissa nel comitato organizzatore di Lions in Classic e Lugano Elegance, manifestazioni in veloce ascesa nella esclusiva élite degli eventi globali di alta gamma.
Provare per credere: abbiamo seguito la partecipazione di Mosconi e della sua Maserati 3500 GT Spider alla ultima edizione della Summer Marathon, gara di regolarità svoltasi in quel territorio settentrionale compreso tra la bassa Engadina e la regione del lago di Garda, la cui linea di confine piuttosto che separare rappresenta il tratto unificante di abitudini condivise in entrambi i paesi.
Questa trasferta in “campo neutro”, ci lascia libertà di intercettare e riferire la atmosfera dei raduni di classic cars, emozioni che poi ritroviamo anche negli eventi che si svolgono nel nostro territorio.
Allora iniziamo da loro, dalle protagoniste silenziose ma non troppo: cominciamo dai veicoli storici, portatori di asintomatiche emozioni vintage che condizionano il libero arbitrio di collezionisti, dei media, degli spettatori, e propiziano l’avvio di interessi socio-economici destinati a consolidarsi nel tempo.
A seguire questo rito collettivo poi troviamo gli spettatori, indiscussi protagonisti ad affollare piazze e bordi di percorso, affascinati dalle belle ed impossibili che rombano veloci nelle prove di regolarità, che sfilano eleganti e maestose davanti alle giurie, per poi fissarsi nella mente, nelle emozioni, e probabilmente anche nelle future disponibilità di spesa degli appassionati che continueranno a sognarle.
Ad animare questa alternanza di ruoli tra desiderio e realtà, troviamo i partecipanti ai raduni.
Custodi gelosi ed imperturbabili dei loro tesori a quattroruote, ma pronti a rischiare le carrozzerie e scatenare i motori alla prima occasione di mostrarsi al giudizio degli esperti od all’entusiasmo del pubblico di piazza.
Terminati questi riti collettivi, al momento di esaminare la graduatoria dei premiati, i gentlemen drivers si riappropriano di una loro compostezza di ispirazione britannica.
Quindi si complimentano con i vincitori, condividono sorrisi e si concedono per occasioni fotografiche, forse anche per ricordare ai premiati che domani è un altro giorno.
E quindi per dire che, sportivamente, insomma non è ancora detta ultima parola.
Rivali ma non troppo, i partecipanti si riappropriano della loro vocazione agonistica quando trovano a bordo strada un’altra storica, in attesa del mezzo di soccorso.
Sospirano, salutano, ma proseguono, sperando che la preziosa quattroruote di proprietà non sia colpita da inconvenienti.
Ma c’è un momento in cui anche i gentlemen drivers tornano, e restano, amici per la vita. Ed è quando, a fine manifestazione, li ritroviamo ospiti del tradizionale evento conviviale.
A motori spenti, i partecipanti ai raduni infatti si prodigano in consigli esclusivi con i colleghi di avventura.
Questi ultimi, a loro volta, li comunicheranno in modalità nascosta ad altri loro conoscenti, e così via a seguire, diventando portatori sani di un contagio che felicemente riscopriamo condividere e della cui asintomatica origine probabilmente solo ora ci rendiamo conto.
Ultimi e non soli, troviamo i moderni eroi dei due mondi: i comitati organizzatori.
Categoria inclusiva di sognatori ad occhi aperti, a comprendere anche i volontari ed i semplici curiosi, tutti in bilico tra passione e ragione, protagonisti loro malgrado della magia di un rito a quattroruote che organizzano affinché si ripeta alla prossima edizione, ed ancora per molte altre volte.
Caratteristica di molte manifestazioni di settore, sono anche le locations.
La Summer Maraton infatti allineava prove di abilità cronometriche facoltative e l’attraversamento di località incantevoli lungo un percorso che da Riva del Garda ha esordito nei luoghi dove sono state girate la scene iniziali di Quantum of Solace, per intenderci il 22° film della serie di James Bond, ed è continuato lungo passi alpini come il Tonale, il Bernina, la Forcola, il Crocedomini, per poi sconfinare a Livigno ed attraversare Sankt Moritz, raggiunta con entusiasmo e lasciata a malincuore.
Concludiamo tornando in Ticino, per occuparci degli ingredienti che compongono quella formula magica che rende il raduno auto classiche un evento da ricordare.
Protagonisti, locations ed emozioni condivise fra i partecipanti, si confermano i fondamenti di un mondo come quello delle vintage cars, destinato anche nel nostro cantone ad un successo inarrestabile.
Forse perché il percorso storico, automobilistico ed emozionale di questo tipo di incontri spesso, seguendo il filo della memoria, diventa la sintesi di passate esperienze di vita ed anticipa futuri ricordi.
Il tracciato di questo percorso è comune a tutti, ma ciascuno lo rivive a modo suo, con i suoi mezzi, superando le interpretazioni e le difficoltà del momento, per proseguirlo e proseguire nel tempo, all’infinito, come ricorda la esperienza del gentleman driver luganese che ha ispirato la nostra cronaca. E quindi, se le auto da lui guidate in gioventù oggi sono diventate classiche, bene, anzi: meglio.