Silvio Tarchini, quando ha deciso di dedicarsi alla filantropia e perché?
«Io e mia moglie Marianne, da molti anni, finanziamo diverse fondazioni e progetti di solidarietà nazionali ed internazionali, inoltre sosteniamo studenti nel loro percorso di studi. Abbiamo sempre svolto queste attività con discrezione, evitando pubblicità. La Fondazione Silvio e Marianne Tarchini nasce per formalizzare e rafforzare il nostro impegno filantropico, guidati dalla profonda convinzione che educazione, cultura e solidarietà siano strumenti essenziali per promuovere il progresso sociale. Il nostro obiettivo è sostenere i giovani nel realizzare il loro potenziale, con particolare attenzione a chi affronta difficoltà economiche. La Fondazione è stata creata per tradurre questa visione in un impegno strutturato e duraturo, concentrandoci sui giovani svizzeri meritevoli, in particolare ticinesi».
Quali eventi o persone nella sua vita hanno maggiormente influenzato la sua decisione di impegnarsi in attività filantropiche?
«La nostra decisione di impegnarci in attività filantropiche nasce dal profondo senso di gratitudine per le opportunità e le fortune che la vita ci ha riservato. Non c’è stato un singolo evento o una persona in particolare che ci abbia guidato, ma piuttosto una consapevolezza crescente del privilegio di aver ricevuto tanto. Questo sentimento ci ha ispirato a restituire agli altri, cercando di offrire loro possibilità e supporto per costruire un futuro migliore».
Perché ha deciso di istituire una Fondazione e perché ha scelto questo scopo statutario?
«Abbiamo deciso di istituire la Fondazione per dare una struttura formale e continuativa al nostro impegno filantropico, affinché anche le nostre figlie e a seguire i nostri nipoti portino avanti questo progetto. Abbiamo scelto di sostenere giovani svizzeri meritevoli, con un’attenzione particolare ai ticinesi, perché siamo fermamente convinti che l’accesso all’educazione e al sapere rappresenti un pilastro essenziale per il progresso personale e sociale. Questo impegno incarna i nostri valori e il desiderio di contribuire in modo concreto al futuro delle nuove generazioni».
Qual è stato il primo progetto o iniziativa a cui la Fondazione ha contribuito?
«Il primo progetto significativo della Fondazione Silvio e Marianne Tarchini è stato il sostegno al Teatro dell’Architettura di Mendrisio (TAM). La Fondazione ha contribuito con un importante finanziamento alla costruzione di questa struttura, progettata da Mario Botta, destinata a promuovere il dibattito culturale nell’ambito dell’architettura e delle arti visive, in stretta connessione con l’Università della Svizzera italiana (USI). Questo gesto di supporto al TAM rappresenta un impegno concreto nel rafforzare il panorama culturale ed accademico del Ticino, coerentemente con gli obiettivi della Fondazione di favorire la crescita culturale ed educativa del territorio».
Come scegliete i destinatari delle borse di studio?
«La selezione dei destinatari delle borse di studio si basa su due criteri fondamentali: il merito accademico e la situazione economica degli studenti. Le borse sono rivolte principalmente a giovani ticinesi che desiderano proseguire gli studi universitari, con un’attenzione particolare a coloro che scelgono di frequentare l’Accademia di Architettura di Mendrisio e percorsi economici. Questa scelta riflette l’interesse della Fondazione per la formazione nei settori dell’architettura e dell’economia. Tuttavia, l’impegno della Fondazione non si limita a queste discipline: sosteniamo anche progetti e percorsi di studio in altre aree».
Come e perché ha deciso di coinvolgere i suoi nipoti? Che cosa si propone e si aspetta da loro?
«Ho deciso di coinvolgere i miei nipoti nella Fondazione per due motivi principali. Il primo è educativo: voglio che comprendano il valore della solidarietà e della generosità, e che abbraccino i principi che hanno sempre guidato la mia vita e quella di mia moglie Marianne. Il secondo motivo è garantire la continuità della Fondazione coinvolgendoli fin dall’inizio, sperando che possano portare avanti nel lungo periodo gli scopi che ci siamo prefissati. Mi aspetto che in futuro ciascuno di loro contribuisca secondo le proprie capacità. Così facendo, non solo aiuteranno la Fondazione a prosperare, ma cresceranno anche personalmente. In questo momento Arianna, la mia prima nipote segue attivamente diverse attività della Fondazione».
Come coinvolgete la comunità nella vostra missione filantropica?
«La Fondazione annualmente apre un bando di concorso per l’assegnazione di borse di studio. Il bando viene promosso sui canali ufficiali del Cantone, presso le associazioni studentesche ticinesi e con comunicato stampa. Inoltre, la Fondazione si impegna ad individuare progetti meritevoli attivi sul territorio che possano aver bisogno di supporto concreto».