Quale ruolo ricopre oggi la filantropia nelle nostre società?
«In estrema sintesi, la società contemporanea è articolata in tre settori principali: lo stato, cioè l’apparato politico-giuridico, l’economia con i suoi mercati, e l’etica, una sfera che include tutti quei soggetti che operano in contesti non profit.
La filantropia costituisce una parte fondamentale della sfera etica, a fianco di stato e mercato, e può essere definita come la generosità istituzionalizzata e organizzata, la cui portata trascende l’aspetto psicologico e morale del soggetto che dona per estendersi all’intero tessuto sociale. È utile considerare che la generosità ha sempre rappresentato il motore di sviluppo delle nostre società: prima delle leggi, che disciplinano i rapporti tra cittadini, e più estesamente dei rapporti economici che influenzano le relazioni tra portatori d’interesse, la generosità è connaturata all’essere umano come animale sociale, è una forza imprescindibile che stimola sentimenti di riconoscimento e riconoscenza indispensabili all’uomo per vivere con i suoi simili. Con l’acuirsi delle disuguaglianze tra aree diverse del mondo e all’interno delle stesse nazioni, i rapporti tra stato, mercato ed etica sono in evoluzione e oggi la filantropia gioca un ruolo sempre più importante per combattere le iniquità, sostenere lo sviluppo e supportare l’innovazione delle nostre società».
Qual è la differenza tra filantropia e mecenatismo?
«Dal punto di vista etimologico, la filantropia è un sentimento di amore per gli uomini (dal greco ἄνϑρωπος, ànthropos, e φιλία, philìa), che si esprime quando alcuni dei cittadini più benestanti di una società cedono una parte delle loro ricchezze ai meno abbienti. Le radici della filantropia affondano nei secoli: il termine compare per la prima volta nell’antichità greca come sinonimo di affabilità e cortesia; si sviluppa poi in età ellenica, quando ricorre soprattutto negli scritti dei sovrani per definire un atteggiamento benevolo nei confronti dei sudditi.
Nella cultura latina, il termine filantropia si incontra nel circolo degli Scipioni, in cui indica l’incoraggiamento della cultura filosofica e letteraria, mentre Cicerone ne utilizza un’accezione semantica più complessa. Si definiscono, invece, mecenati quelle persone o organizzazioni che impiegano le loro risorse volontariamente e senza compenso per promuovere cause culturali o sociali. In breve: filantropi e mecenati hanno in comune l’impiego volontario di risorse economiche private a fini di utilità pubblica. A distinguerli è l’origine linguistica e storica dei due termini, che oggi sono usati spesso come sinonimi».
Daniel Müller-Jentsch (Avenir Suisse) afferma: «Le fondazioni sono uno strumento per mobilizzare capitali privati a fini di utilità pubblica. Ciò permette maggiore concorrenza e innovazione nel rispondere alle sfide sociali rispetto a un apparato statale burocratico». Il grado di innovazione che abbiamo raggiunto è opera anche del grande numero di fondazioni svizzere?
«Fin dal Medio Evo, il grado d’innovazione in Svizzera è dovuto anche in modo significativo alla dedizione di soggetti privati, che, in alcuni casi, hanno operato attraverso la forma giuridica delle fondazioni. Tuttavia tutto questo non deve essere ricondotto al numero elevato di fondazioni, quanto piuttosto alla secolare tradizione di un mecenatismo coraggioso e impegnato in favore della società civile. Molto spesso i filantropi, uomini e donne, sono stati in passato e sono tuttora motori d’innovazione su temi di cui lo stato si occupa solo in parte: lavorano per raggiungere obiettivi che rispondono in modo nuovo ed efficiente a nuove necessità, utilizzano processi e modelli che generano interazioni sociali nuove, non solo tra soggetti omogenei, ma coinvolgendo stato, soggetti economici e società civile».