«È stata certamente un’emozione grandissima salire sul palco del Palazzo dei Congressi di Lugano per ritirare il premio ed essere riconosciuti vincitori dell’edizione 2021 di Boldbrain Startup Challenge, il programma di accelerazione per idee innovative organizzato da Fondazione Agire con il supporto di USI Startup Centre e il sostegno del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e di BancaStato» racconta Elia Guzzi, Co-fondatore e Amministratore Delegato di InkVivo. E subito Stefano Cerutti, che condivide con l’amico fin dall’inizio ogni fase di crescita della loro idea od ora si occupa di curare la strategia di sviluppo della loro impresa aggiunge: «Questo premio rappresenta il definitivo riconoscimento che, dopo qualche esitazione iniziale, avevamo davvero intrapreso la strada giusta e che la nostra soluzione poteva uscire dalla fase della sperimentazione e avviare un percorso di validazione, regolamentazione e produzione per accedere poi al mercato», e poi, da buon amministratore che non perde mai di vista i conti dell’azienda, precisa: «Con questa vittoria InkVivo si è aggiudicato un assegno del valore di 40.000 franchi, una borsa di studio di 52.000 franchi per l’Executive Master in Business Administration dell’Università della Svizzera italiana e un pacchetto ore di consulenza legale presso Bär & Karrer del valore di 5.000 franchi, oltre ad altre ore di consulenza gratuita. Un aiuto importante in un momento in cui siamo ancora impegnati a definire il supporto preveniente da finanziatori che hanno scelto di investire nella nostra startup».

La loro conoscenza risale ai tempi degli studi universitari: Elia ha conseguito un Master in Ingegneria Biomedica presso l’ETH di Zurigo. Durante i suoi studi di dottorato presso il Macromolecular Engineering Lab (ETH Zurigo) ha concorso allo sviluppo di una piattaforma di biomateriali che è attualmente utilizzata presso InkVivo per fabbricare sistemi avanzati di somministrazione di farmaci. Stefano si è guadagnato invece un Executive MBA presso HEC Losanna e vanta oltre 8 anni di esperienza nel settore della ricerca e sviluppo come team leader, ma dispone anche di conoscenze nella gestione strategica degli asset.

Ma in cosa consiste la loro originale soluzione? «Alla base di tutto – spiega Elia Guzzi – c’è la constatazione della diretta esperienza vissuta da milioni e milioni di persone che, in seguito ad una operazione chirurgica, al risveglio hanno provato un intenso dolore in corrispondenza della ferita, alleviato assumendo antidolorifici accompagnati dagli immancabili gastroprotettori. Quest’ultimi servono, come è noto, a proteggere l’organismo dagli effetti inevitabili che gli antidolorifici hanno sul resto del corpo umano. Ebbene, attraverso degli idrogel contenenti il farmaco necessario in nanoparticelle (per esempio di un antidolorifico), abbiamo proposto una soluzione sviluppata mediante una stampante 3D, per andare direttamente alla fonte del dolore, evitando che anche altre parti del corpo “subiscano” gli effetti del farmaco assunto. Un idrogel (o idrogelo) è un colloide formato da catene polimeriche di molecole disperse in acqua, il cui contenuto del mezzo acquoso può superare il 99%».

Grazie a questa soluzione i farmaci possono essere rilasciati dal cerotto impiantabile e riassorbibile direttamente nell’area interessata. Il dosaggio localizzato e controllato massimizza l’esito terapeutico con ridotto rischio di effetti collaterali. Nel complesso, il paziente sperimenterà una guarigione più rapida e una migliore qualità della vita. InkVivo, con lo sviluppo di questa interessante idea, ha vinto anche la prima edizione di Scouting for Innovation, un’altra iniziativa di Fondazione Agire volta a connettere le aziende del territorio con le giovani startup nascenti, aggiudicandosi un premio di CHF 25.000, messi a disposizione dall’azienda farmaceutica Sintetica SA di Mendrisio.

Raccontando la loro storia, Stefano Cerutti non manca di sottolineare, tra la soddisfazione per i risultati ottenuti e una punta di stupito divertimento per il successo riscosso: «Credo si possa dire che la vicenda di InkVivo ha quasi un valore emblematico e riassume perfettamente il percorso paradigmatico di molte startup: due giovani provenienti da ambiti formativi diversi cercano di mettere a frutto le esperienze maturate nel corso dei propri studi. Hanno un’idea che ritengono possa essere vincente ma la modificano ben presto confrontandosi con esperti che operano nel loro settore di riferimento. Sono del tutto digiuni di come un’idea possa diventare una solida realtà imprenditoriale e si avvalgono della preziosissima azione di accompagnamento e coaching svolta da una agenzia per lo sviluppo dell’innovazione come Agire che ci ha aiutato nei primi passi, nella tutela dell’idea e nell’elaborazione di un business plan realistico e credibile. Infine, siamo stati incoraggiati a partecipare ad una sfida tra progetti innovativi quale è Boldbrain e siamo risultati vincitori. Il resto è storia d’oggi. «Siamo stati senza dubbio fortunati», riconosce Elia Guzzi e aggiunge: «adesso ci troviamo in una fase di crescita decisiva per ogni startup che, senza abbandonare la dimensione della ricerca e della sperimentazione, deve consolidare a tutti i livelli (economico, finanziario, organizzativo) la sua struttura per avviare poi un percorso difficile, lungo e complesso finalizzato ad arrivare a proporre sul mercato un prodotto nato da quella che all’inizio era solo un’idea».