Quali sono le finalità di Protezione dell’infanzia Svizzera e in quali ambiti svolge la sua azione?

«Fondata nel 1982, Protezione dell’infanzia Svizzera è una organizzazione di utilità pubblica che si adopera affinché tutti i bambini in Svizzera possano crescere in modo sicuro e dignitoso, nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. A tale scopo, rifacendoci a studi scientifici, proponiamo in modo sistematico progetti di prevenzione, campagne di sensibilizzazione e svolgiamo attività di lobbying politico. Protezione dell’infanzia Svizzera si rivolge agli specialisti, agli educatori, ai politici, a organizzazioni private e statali, e a tutta l’opinione pubblica svizzera. Collegamento in rete e cooperazioni svolgono un ruolo centrale per tutti gli ambiti di attività. Protezione dell’infanzia Svizzera fa parte di diverse reti, associazioni e alleanze in cui è possibile scambiarsi le nuove conoscenze ricavate dall’esperienza pratica di protezione del minore e dalla scienza e portare avanti insieme degli obiettivi. Il collegamento in rete ci rende più forti e fa in modo che la nostra voce venga ascoltata. Il nostro lavoro è finanziato con raccolte di fondi mirate tra privati, aziende, fondazioni e istituzioni pubbliche». 

In che cosa si differenzia la Fondazione dalle molte istituzioni/fondazioni che in Svizzera si occupano d’infanzia e quali sono i suoi principali caratteri distintivi?

«Un elemento che sicuramente ci caratterizza è determinato dal fatto che Protezione dell’infanzia Svizzera non lavora direttamente con i bambini ma con chi opera o è a contatto con i bambini: docenti, medici, genitori, psichiatri, operatori sociali ecc. Impieghiamo le nostre risorse in modo orientato alla qualità e al risultato. Ci impegniamo in maniera risoluta e rispettosa a favore dei bambini presentando le nostre posizioni e i nostri contenuti in modo chiaro e adeguato ai gruppi target. La nostra azione si sviluppa attraverso campagne mediatiche, progetti concreti di prevenzione, pubblicazioni, formazione, materiale didattico e attività di lobbying politico. Collaborando con altre organizzazioni come ASPI in Ticino otteniamo risultati migliori e più sostenibili per i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie. Il lavoro in rete rafforza la nostra posizione e unendo le forze possiamo contare su una base di conoscenze ancora più ampia integrando in modo mirato progetti e sinergie». 

Quali sono stati i principali progetti portati a termine nel corso del tempo e quelli attualmente in corso di realizzazione?

«Di grande rilievo è certamente il programma “Il mio corpo mi appartiene!” comprende tre offerte per scuole, scuole dell’infanzia e asili nido. Costituito già nel 2006 e più volte valutato, il progetto «Sono unico/a e prezioso/a!» è rivolto ai bambini della scuola primaria dai 7 ai 9 anni, ai loro insegnanti e alle persone di riferimento. Questo percorso sperimentato è composto da sei fasi, in cui gli alunni della scuola primaria apprendono in chiave ludica ad agire con auto-iniziativa, a gestire le proprie emozioni e a riconoscere quando vengono oltrepassati i limiti. Riguardo alla fascia d’età dai 4 ai 6 anni, il progetto prevede materiali didattici per scuole dell’infanzia e asili nido e a partire dal 2021 è disponibile tramite Protezione dell’infanzia Svizzera. Un’altra novità è la mostra per adolescenti «Love Limits dai 14–16 anni», offerta da Protezione dell’infanzia Svizzera e prenotabile a partire dall’anno scolastico 2021/2022. Tutte e tre le offerte sono connesse tra loro, ma ciascuna forma un’unità a sé stante, che può essere attuata singolarmente. Questi progetti per bambini non sono incentrati principalmente sulla segnalazione dei pericoli, bensì trattano, in modo adatto all’età, gli aspetti piacevoli legati a fisicità, amore e sessualità».

Un ambito in cui si rendono quanto mai necessari interventi preventivi e repressivi è quello dello sfruttamento sessuale dei bambini su internet…

«La grande quantità di materiale pedocriminale può essere efficacemente arginata con un aumento delle segnalazioni, delle cancellazioni e delle azioni penali. Tuttavia, le questioni vanno anche oltre; la protezione dei bambini e degli adolescenti deve avere effetto anche in caso di «sextortion», quando foto e video intimi sono usati per ricattare qualcuno. O nel caso del «cybergrooming», quando gli adulti entrano in contatto con bambini e adolescenti online, che nel peggiore dei casi porta alla violenza sessuale. In questo contesto, la fondazione Protezione dell’infanzia Svizzera ha contribuito in modo efficace all’attivazione di clickandstop.ch lo sportello di segnalazione contro la pedocriminalità su internet, con lo scopo di facilitare la segnalazione e far sì che un maggior numero di rappresentazioni di abusi possa essere rimosso da internet. Lo sportello fornisce informazioni, consulenze professionali e veicola programmi di prevenzione sulla violenza sessuale».

Nonostante gli sforzi compiuti, la condizione dei minori in molti Paesi del mondo (ma in una certa misura anche nella prospera Svizzera) resta molto precaria e a rischio.

«Per quanto riguarda la situazione svizzera bisogna onestamente dire che potremmo fare senz’altro molto di più. Il nostro Paese ha senza dubbio raggiunto una condizione di benessere diffuso, ma questo positivo risultato nasconde spesso il fatto che all’interno del nucleo famigliare si registrano non pochi casi di disagio, maltrattamenti minorili e fenomeni di violenza assistita che possono condurre ad uno stato di salute che pregiudica un sano sviluppo del minore. I disagi sofferti durante l’infanzia e l’adolescenza hanno inevitabilmente pesanti conseguenze durante l’età adulta. Esiste dunque anche in Svizzera un rapporto diretto di causa-effetto tra i maltrattamenti subiti durante l’infanzia, gli “errori educativi” e il manifestarsi di comportamenti antisociali a scuola, in famiglia e nei diversi contesti di vita».

Perché i governi e i potenti del mondo stentano ancora a mettere la protezione dell’infanzia al centro della loro agenda politica ed economica? E quale è, nello specifico, la situazione della Svizzera?

«Purtroppo, è così… forse perché i bambini non potendo votare non sono interessanti per chi detiene il potere? O perché chi detiene il potere decisionale non conosce le varie problematiche legate all’infanzia? Sicuramente anche perché occorrono mezzi finanziari, persone competenti, istituzioni e organizzazioni professionali che fanno gioco di squadra».