Chi è Simon Sommer?
«Da due anni, sono co-CEO della Jacobs Foundation. In precedenza, ho trascorso più di dieci anni a costruire e gestire l’area di finanziamento della ricerca scientifica della fondazione. Prima di allora, ho lavorato nel management dello stesso settore, per una grande fondazione in Germania. La mia formazione è di musicologo ed è nell’ambito dei miei studi che si è sviluppato il mio interesse per la filantropia, il che può sembrare un po’ sorprendente. Mi piace paragonare le attività filantropiche a un ottimo coro, dove le singole voci formano un insieme eccellente, che un solista non potrebbe eguagliare».
Quando è stata istituita la Jacobs Foundation e perché?
«La Jacobs Foundation è stata istituita più di 30 anni, fa dall’imprenditore Klaus J. Jacobs e dalla sua famiglia. La fondazione investe nel futuro dei giovani, affinché diventino membri socialmente responsabili e produttivi della società. Per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie le migliori opportunità di apprendimento e di sviluppo per i bambini e i giovani, nonché condizioni eque di istruzione. Tutti i bambini, indipendentemente dal loro background, dal luogo in cui vivono o dal reddito dei loro genitori, dovrebbero essere in grado di realizzare il loro pieno potenziale».
Quali sono oggi gli obiettivi della fondazione che lei dirige?
«Siamo convinti che i bambini meritino il miglior esordio possibile. Dobbiamo capire meglio come imparano e aiutarli a sviluppare le competenze necessarie per il loro futuro, in scuole migliori e con tecnologie migliori. I bambini si meritano anche che le decisioni in materia di politica educativa che li riguardano si basino su dati migliori. Per questo motivo, nell’ambito della nostra Strategia 2030, stiamo rafforzando il nostro impegno e investendo 500 milioni di franchi svizzeri nell’apprendimento e nell’educazione per i prossimi dieci anni, con l’obiettivo di comprendere e sostenere meglio i processi di apprendimento individuale di bambini e giovani, e quindi di promuovere il cambiamento educativo.
In base a questo criterio, suddividiamo le nostre attività in tre portafogli strettamente interconnessi: nel portafoglio Learning Minds, sosteniamo i principali ricercatori che esplorano i processi di apprendimento e sviluppano soluzioni basate su prove scientifiche per lo sviluppo dei bambini e dei giovani. Il portafoglio Learning Schools supporta le scuole nell’acquisizione di nuove conoscenze e nella condivisione delle migliori pratiche. Con il portafoglio Learning Societies, promuoviamo partenariati innovativi per cambiare gli standard di attività sociale e fornire qualità educativa».
Perchè il vostro fondatore ha scelto questo specifico scopo statutario?
«Klaus J. Jacobs era dell’opinione che possiamo costruire meglio le nostre vite attraverso l’istruzione e che le questioni di rilevanza globale possono essere affrontate con successo e in modo sostenibile solo se il maggior numero di persone possibile ha accesso all’istruzione. Per lui è sempre stata una questione di grande importanza che i risultati della ricerca scientifica venissero presi in considerazione nella pratica quotidiana. Per questo motivo, il lavoro della Jacobs Foundation si è basato fin dall’inizio su due capisaldi essenziali: in primo luogo, una stretta collaborazione con la scienza, perché la ricerca è necessaria per capire quali fattori influenzino lo sviluppo dei bambini e dei giovani. In secondo luogo, la promozione dell’istruzione, perché l’apprendimento, dentro e fuori la scuola, è uno dei prerequisiti essenziali per garantire ai più giovani un buon inizio di vita».
Quali sono i principi che Jacobs Foundation segue nella comunicazione dei suoi progetti a favore dei bambini?
«Puntiamo chiaramente sulla trasparenza e sul dialogo. Vogliamo includere le prospettive, le esperienze, le competenze e le risorse di tutti, per affinare le nostre riflessioni comuni e aumentare la disponibilità generale a guidare il cambiamento nei sistemi educativi. Per farlo, possiamo attingere a quattro competenze fondamentali che come fondazione abbiamo sviluppato nel corso degli anni: in qualità di cosiddetto Evidence Generator, promuoviamo l’eccellenza nella ricerca in modo che le scoperte sull’apprendimento e sullo sviluppo umano, trovino spazio nella politica e nella pratica. In qualità di Partnership Innovator sosteniamo le alleanze tra i diversi soggetti interessati (governi, imprese, scuole e organizzazioni sociali), affinché lavorino insieme per far progredire le politiche e le pratiche educative. In qualità di Policy Entrepreneur promuoviamo l’accesso alla conoscenza e ai dati, per rafforzare l’intero sistema educativo; e in qualità di Catalytic Investor utilizziamo nuovi strumenti di finanziamento per garantire che i nostri investimenti abbiano il massimo impatto possibile e attirino ulteriori investimenti».
Potrebbe farci qualche esempio di progetti di successo che la vostra Fondazione ha sostenuto nel corso degli anni?
«In Svizzera, in particolare, abbiamo promosso una politica globale per la prima infanzia, con il nostro progetto Ready! Tutti coloro che sono direttamente e indirettamente coinvolti con i bambini – famiglie, assistenti esterni, responsabili dell’economia e dell’amministrazione e politici – fanno parte di questo progetto. La psicologia ci insegna che nei primi quattro anni di vita, si gettano le basi in termini di competenze cognitive, sociali ed emotive. Con Ready! siamo riusciti a inserire il tema della prima infanzia nell’agenda politica svizzera. Nel giugno 2019, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di preparare un rapporto su una strategia nazionale per la prima infanzia entro la fine del 2021.
Ogni anno, dal 1991, la Conferenza della Jacobs Foundation si svolge al Castello di Marbach, sul Lago di Costanza, e riunisce scienziati di spicco e giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo. Con questa conferenza riconosciuta a livello internazionale sui temi attuali dello sviluppo die bambini e dei giovani, favoriamo lo scambio scientifico ai massimi livelli e l’interdisciplinarità nella praticche operative. I giovani ricercatori, in particolare, hanno l’opportunità di discutere con scienziati affermati, di ricevere un feedback diretto sui progetti in programma e di conoscersi meglio in un contesto informale».
È vero che, soprattutto nella situazione sociale attuale, le fondazioni che si impegnano per i bambini sono particolarmente sollecitate?
«Senza dubbio. Ci sono molte questioni legate all’infanzia che sono particolarmente impegnative per le fondazioni. Il tema dell’educazione ha certamente un ruolo centrale. Di fronte ai radicali cambiamenti sociali, gli ambienti di apprendimento e i sistemi educativi spesso non sono in grado di promuovere il potenziale di apprendimento individuale dei bambini. Qui la trasformazione digitale e l’equità educativa giocano un ruolo centrale. In futuro ci si chiederà come la digitalizzazione influisca sullo sviluppo dei bambini e se contribuisca a un ulteriore allargamento del divario educativo. Affinché la trasformazione digitale e le opportunità che ne derivano abbiano davvero un impatto positivo su tutti i bambini, i sistemi educativi devono avere le competenze adeguate e continuare a svilupparsi».
La Jacobs Foundation è anche membro di SwissFoundations: pensa che la Svizzera si sia già sufficientemente distinta come “faro della filantropia”?
«Sì e no: da un lato, il settore delle fondazioni in Svizzera è davvero ampio, molto diversificato e dinamico, con quasi 15.000 unità. D’altra parte, le condizioni quadro per le iniziative delle fondazioni variano notevolmente da Cantone a Cantone, il che non sempre facilita il nostro lavoro. E anche noi fondazioni svizzere dobbiamo fare di più, anche finanziariamente, per essere all’altezza della nostra responsabilità sociale. La Jacobs Foundation ha quindi raddoppiato i finanziamenti negli ultimi due anni di pandemia».
Per concludere, cosa farà la Jacobs Foundation tra cinque anni? Cosa le piacerebbe aver raggiunto?
«Ci vediamo sollecitati a contribuire al cambiamento sistemico dell’istruzione. A tal fine, abbiamo lanciato programmi e iniziative su larga scala a livello sistemico. Ad esempio, abbiamo lanciato CLEF (Child Learning and Education Facility), un partenariato pionieristico per il cambiamento dell’istruzione in Costa d’Avorio. Stiamo collaborando con il governo della Costa d’Avorio, 16 produttori leader di cacao e cioccolato e un’altra fondazione. Il partenariato mira a migliorare l’accesso a un’istruzione di qualità per 5 milioni di bambini entro il 2027 e ad affrontare una delle principali cause del lavoro minorile nelle aree di coltivazione del cacao. Siamo anche impegnati nel campo della tecnologia educativa, EdTech. L’EdTech è un mercato in crescita che ha un grande potenziale per cambiare l’insegnamento e l’apprendimento in modo sostenibile. Allo stesso tempo, sorgono importanti domande sul ruolo dell’EdTech nell’aumento globale delle differenze e delle disuguaglianze sociali. Nell’ambito della nostra Strategia 2030, stiamo investendo 40 milioni di franchi svizzeri in tre importanti iniziative che si rafforzano a vicenda, per far progredire l’impatto della tecnologia educativa a livello globale. In primo luogo, stiamo stanziando 30 milioni di franchi svizzeri attraverso il nostro Learning EdTech Impact Funds (LEIF) per promuovere l’uso della ricerca nel campo delle tecnologie educative tra gli investitori e le società in portafoglio. In secondo luogo, abbiamo fornito un finanziamento di 10 milioni di franchi svizzeri alla struttura di ricerca CERES, con sede presso l’Università della California Irvine (UCI), per far incontrare il mondo accademico e quello imprenditoriale, colmando un divario che ha impedito l’ulteriore sviluppo di promettenti modelli EdTech. In terzo luogo, abbiamo dato vita a EdFirst (Education Foundations Investing in Research and Systems Transformation), un’alleanza nascente di importanti fondazioni che finanziano aziende e ricerche EdTech e che mirano ad aumentare l’attenzione del settore sull’efficacia basata sulle prove scientifiche».