Quella che vivono oggi le giovani generazione è innegabile che sia una condizione decisamente più fragile del passato, dove sembra non esserci più tempo e spazio per la progettualità. Si intravede qualche bagliore di voglia di ‘spaccare’ e provare a costruire ‘un mondo migliore’, ma ancora molto più forte si sente quella di chiudersi guardando solo il proprio ombelico. Giusto o sbagliato che fosse, c’è stato un tempo in cui vi era fervore, passione e voglia di fare, nonostante le crisi, cosa che aiutava a forgiare caratteri e temperamento. Negli ultimi anni, in una società decisamente più complessa e confusa, si ha l’impressione che le giovani generazioni siano un pochino rinunciatarie e disincantate, non certo per colpa loro. Come scrive Michele Serra ne “Gli sdraiati”, esse vivono in un mondo dove «tutto rimane acceso, niente spento; tutto aperto, niente chiuso; tutto iniziato, niente concluso». La voglia di divertimento, di miti e di forme di socializzazione, sempre più lontane dalla scuola, dalla famiglia e dai valori fondamentali, hanno preso il sopravvento, inebriando le menti per non pensare, per non angosciarsi. Tutto ciò accade, triste dirlo, anche grazie ad una società e famiglie sempre più distratte o anche loro vittime dei medesimi mali. Allora si rimprovera la Scuola e lo Stato di lassismo, chiedendo più rigore agli insegnati e alle Istituzioni, senza provare a porvi rimedio in prima persona. Aggiungiamo una prospettiva di crisi economica mondiale che accentua la sua drammaticità sullo stato occupazionale, in cui la disoccupazione giovanile diventa un tema sempre più centrale, e il quadro diventa sconfortante. Le aziende non hanno più tempo per loro. L’ossimoro più in voga nel mondo del lavoro è cercare giovani con esperienza! Peggio ancora è quando vengono proposti percorsi di stage a tempo indeterminato, spesso per avere manodopera a basso costo e nel totale disprezzo dell’esperienza formativa promessa. Un fenomeno in forte crescita che alle nostre latitudini non si era mai visto. Inaccettabile!
Inoltre, la parola d’ordine di questa nostra società degli eccessi è: competizione, selezione, realizzazione del proprio talento e di obiettivi stabili da altri. Una cosa piuttosto impegnativa per i più adulti, figuriamoci per i giovani. Chi può indicare loro la “via maestra”, quando la stessa organizzazione sociale frappone una miriade di ostacoli e pretese? Facile comprendere come molti di loro possano rimanere disorientati, accrescendo ansia e avvilimento. Quindi, come aiutare i nostri ragazzi? Quali sono i “giusti” percorsi formativi e per quale tipo di professione e vita? Ricette facili in verità non ce ne sono. Per loro, già immaginare un futuro è difficile, perché solo un’esperienza di vita significativa e un solido passato ti permette, forse, di intravederlo. Oggi, tutto cambia così velocemente che dal momento della scelta di un indirizzo fino al termine degli studi, il mercato è già mutato e ciò che andava bene ieri non lo è più domani. Altresì vero che, a parte poche professioni, in futuro nessuno farà tutta la vita quello per cui ha studiato. È necessario quindi partire da loro e non dal mercato, interrogarci su chi sono e cosa vogliono. Lasciamo che scelgano la strada che desiderano, anche se non rispecchia le nostre aspettative, aiutandoli a perseverare e a sfruttare i percorsi di studio che, oggi più che mai, la scuola offre. La gioventù dovrebbe essere l’età degli ideali, di un fuoco che brucia, di visioni e progetti fantastici da realizzare! Perciò, ai nostri ragazzi facciamo scoprire il significato di cuore, passione e, perché no, di sacrificio; affamiamoli di sapere e di sogni! Questo è il compito di genitori, insegnati, aziende e tutti coloro che per il proprio ruolo si occupano di educazione e formazione. Così facendo, potremo accompagnarli davvero verso un futuro possibile, ‘riempirli’ di conoscenza, investire sulla loro formazione, senza aver paura di lasciarli andare lontano a fare nuove esperienze perché tornino più arricchiti di cultura e competenze sociali, dandogli speranza e la chiave per aprire molte porte nel mondo lavoro e non solo.