Che cosa cambia nella vita del Corriere del Ticino?

«Per comprendere appieno la trasformazione che stiamo vivendo credo sia necessario porsi una domanda: siamo certi che la cosiddetta “rivoluzione digitale” sia un accadimento così rivoluzionario e di rottura? O forse tutto ciò che oggi facciamo quotidianamente come utenti “smart” e tutto ciò che osserviamo, in fatto di digitale, affonda invece le sue radici nei vecchi media analogici dell’Otto-Novecento e ne è la diretta continuazione? Partiamo dunque dal fatto che il Corriere del Ticino vuole restare fedele ai tratti distintivi che caratterizzano il giornale e la sua straordinaria avventura iniziata nel lontano 1891: serietà, autorevolezza e indipendenza. Ma al tempo stesso, abbiamo maturato la consapevolezza che i tempi sono cambiati e che dunque era necessario operare un rinnovamento profondo nel nostro modo di fare giornalismo. Abbiamo scelto un motto «Digital first, smart print!» per esprimere la volontà di migliorare ulteriormente il Corriere del Ticino, nelle due versioni online e cartacea, attraverso un modello di giornalismo che risponda alle abitudini dei lettori e a un mercato dei media in costante evoluzione».

Per portare a termine questa rivoluzione avete inaugurato una nuovissima Newsroom. Di che cosa si tratta?

«Abbiamo da poco aperto questo vasto spazio moderno e tecnologico all’interno della nostra sede centrale di Muzzano, che funge da centro di raccolta ed elaborazione delle informazioni e all’interno della quale viene favorito il confronto tra colleghi per promuovere la nascita di idee e iniziative e lavorare in maniera osmotica, non più a compartimenti stagni. Sono finiti i tempi in cui il giornalista si chiudeva nel suo ufficio ed elaborava i suoi testi seduto alla scrivania. Oggi la forza di una redazione consiste nella sua capacità di fare circolare le informazioni, nel mettere in rete capacità e risorse. È un cambiamento importante quello che si richiede al giornalista, ce ne rendiamo conto, ma andava assolutamente fatto per rimanere al passo con i tempi».

In che modo sarà possibile integrare contenuti cartacei e digitali?

«Un primo grande cambiamento lo si può osservare nell’immediato sul nostro portale cdt.ch, completamente rinnovato nella grafica, più accattivante e leggera, e soprattutto negli articoli e nel modo di proporli. Pubblicare di più e meglio sul web, significa anche sfruttare gli arricchimenti multimediali, in particolare i video che saranno presenti in gran numero – e ripensare il giornale in chiave più brillante e articolata, per garantire quel giornalismo di qualità sempre più difficile da realizzare nell’epoca della fruizione mordi e fuggi delle notizie, del proliferare di social media e anche, purtroppo, delle «fake news». In questa prima fase la sfida ce la giochiamo sul digitale: prima si pubblica sul web, poi si pensa alla carta. Il nostro modello di business ha sempre messo al centro la carta, giustamente, ma dal 3 dicembre scorso abbiamo cambiato il paradigma, che d’ora in poi dovrà essere “web to print” e non più il contrario”.

La qualità tuttavia ha un prezzo. Avete deciso che parte dei contenuti siano a pagamento…

«Molte testate storiche, in vari paesi del mondo sono scomparse e la pubblicità registra un calo che ormai non si può più definire transitorio, gli abbonati resistono, specialmente in Svizzera, ma è un numero destinato lentamente a erodersi. Queste valide ragioni hanno convinto anche il Corriere del Ticino a intraprendere la via digitale e valorizzare ulteriormente la carta, ma per far questo abbiamo introdotto un «paywall» sul sito del Corriere del Ticino. In sostanza, i contenuti esclusivi (identificabili con una stella) saranno accessibili a pagamento, mentre le cosiddette «notizie di flusso» (gli aggiornamenti importanti dal territorio e dal mondo, i fatti di cronaca nella loro sostanza immediata, le segnalazioni di legge) resteranno in lettura gratuita. In ogni caso, coloro che già possiedono un abbonamento di qualsiasi tipo al Corriere del Ticino potranno navigare senza restrizioni all’interno del rinnovato cdt.ch e dell’app CdT Live, inserendo semplicemente i propri dati d’accesso».

Come sono state accolte dai vostri lettori queste novità?

«Dai primi dati in nostro possesso, positivamente, e la qualità è certificata dalla permanenza sul nostro sito, che è aumentata notevolmente. È normale che a livello di pubblico abbiamo perso qualcosa inserendo un “paywall”, e ora la sfida per noi è quella di rendere anche numericamente efficace cdt.ch. Ci vuole un po’ di pazienza, anche perché abbiamo verificato che solo in un 10% dei casi c’è una sovrapposizione tra lettori online e lettori del cartaceo, quindi dobbiamo puntare anche ad un audience diversa sul digitale. Fondamentale è inoltre mantenere le proporzioni (circa 80-20%) tra contenuti gratuiti e contenuti a pagamento. Comunque chi si imbatte nel nostro «muro», ha subito la possibilità di scavalcarlo con un investimento simbolico settimanale o mensile, garantendosi così sia l’edizione del giorno (e-paper) sia tutti i contenuti del sito».