Lei vanta una lunga esperienza professionale: vuole raccontarci quale è stato il suo percorso prima di entrare in PKB Private Bank come Direttore generale?

«Il Private Banking è un settore che ho scelto fin da subito e che continua ad appassionarmi ancora oggi. Ho mosso i primi passi in questo mondo nel 1989 grazie ad uno stage in UBS; da allora ho avuto il privilegio di costruire un percorso professionale lungo oltre 35 anni.

Una delle più grandi fortune che ho avuto è stata quella di poter vivere il Private Banking in cinque paesi diversi: Svizzera, Italia, Hong Kong, Monaco e Giappone. Ognuna di queste realtà mi ha arricchito professionalmente e si è rivelata fondamentale per la mia crescita.

Nel corso degli anni ho avuto anche l’opportunità di ricoprire ruoli diversi all’interno dell’ecosistema del Private Banking: dalla gestione della clientela alle soluzioni di investimento, fino a ruoli manageriali. Questo mi ha permesso di sviluppare una visione a 360 gradi del mestiere e acquisire una consapevolezza profonda delle esigenze dei clienti e delle dinamiche di mercato. Durante la mia carriera c’è stata anche una parentesi in un multi-family office: un’esperienza preziosa grazie alla quale ho potuto osservare il mondo del wealth management da un’angolazione diversa, più indipendente».

PKB è una banca privata svizzera appartenente da varie generazioni alla medesima famiglia. Cosa significa questo particolare assetto proprietario dal punto di vista delle finalità e dei valori espressi?

«Una banca a conduzione familiare presenta importanti differenze rispetto ad una realtà quotata, sia per quanto concerne le dinamiche interne sia nell’approccio alla clientela. Internamente, il modello familiare favorisce una cultura del lavoro fondata sulla collaborazione e su un forte senso di responsabilità condivisa. In una banca privata come PKB, tutte le unità sono chiamate a lavorare insieme in modo sinergico: non c’è spazio per logiche divisive o per conflitti tra reparti. Questo approccio rafforza non solo l’efficienza operativa, ma anche la qualità del servizio che offriamo ai nostri clienti.

Una struttura più snella, un modello di governance meno articolato rispetto a quello delle grandi banche azionarie, ci rende inoltre più accessibili. La nostra organizzazione è meno burocratica, più diretta, più vicina alle esigenze delle persone, rafforzando il rapporto di fiducia alla base di ogni relazione di successo nel Private Banking».

In considerazione della centralità rappresentata dalle esigenze di ciascun cliente, quali sono le principali Soluzioni di gestione patrimoniale e Private Banking da voi offerte?

«Il nostro approccio al wealth management si fonda su un’offerta completa e strutturata, pensata per rispondere in modo puntuale alle esigenze della clientela privata. Proponiamo le seguenti soluzioni: dalle gestioni patrimoniali tradizionali ai servizi di advisory, fino ai mandati personalizzati, costruiti su misura intorno alla situazione specifica di ciascun cliente.

Negli ultimi anni, abbiamo ulteriormente ampliato la nostra offerta con l’introduzione del Wealth Planning, che rappresenta un ulteriore tassello fondamentale per chi desidera un approccio olistico alla gestione del patrimonio. In un contesto in continua evoluzione, l’innovazione è per noi un driver strategico: lo dimostra la partnership siglata con Sygnum Bank, una delle principali banche digitali svizzere nel settore crypto. Questo accordo ci consente di esplorare con competenza e sicurezza un’area in forte crescita, rispondendo alle richieste di una clientela sempre più interessata alle nuove asset class e all’evoluzione tecnologica dei mercati.

Anche sul fronte dell’advisory abbiamo investito in tecnologia: oggi possiamo contare su strumenti all’avanguardia che ci permettono di offrire un servizio ancora più accurato e tempestivo, mantenendo sempre al centro la relazione umana.

Infine, grazie alla nostra controllata Cassa Lombarda, siamo in grado di offrire una gamma completa di soluzioni pensate specificamente per la clientela italiana, in un’ottica di consulenza a 360 gradi».

Qual è la vostra organizzazione aziendale e quali sono le modalità di approccio al cliente in base alle quali riuscite a garantire una consulenza qualificata e personalizzata?

«In PKB ci caratterizziamo per una struttura organizzativa agile. Questo modello ci consente di essere reattivi e allineati, senza i vincoli e le rigidità che spesso si trovano in strutture più gerarchiche o burocratiche.

Proprio in quest’ottica, nell’ultimo anno abbiamo avviato una riorganizzazione strategica della divisione del Private Banking, che ora ingloba anche le aree Corporate and Credit. Questa integrazione è stata pensata per rendere ancora più fluido il nostro approccio e per migliorare la velocità e la coerenza delle risposte che siamo in grado di fornire ai clienti.

Il vantaggio per la clientela è evidente: ogni esigenza può essere gestita in modo rapido, con risposte chiare e soluzioni concrete. Il cliente resta sempre al centro del nostro modello operativo, e il punto di contatto primario è il suo consulente di riferimento. Tuttavia, alle sue spalle si attiva in modo naturale una vera e propria task force composta dal responsabile del team e, all’occorrenza, anche dalla direzione del Private Banking.

Questo approccio, estremamente orientato al risultato, si fonda su una complicità professionale molto forte tra le diverse figure coinvolte, tutte mosse da un obiettivo comune: offrire al cliente un’esperienza d’eccellenza, dove competenza, velocità e attenzione siano sempre garantite».

Nel 2025 PKB Private Bank si è classificata al 1° posto nello Swiss Private Banking Identity Index (SPBIx) tra le banche private ticinesi. Che cosa significa questo riconoscimento e nello specifico quali aspetti peculiari del vostro lavoro ritiene che siano stati riconosciuti e premiati?

«Siamo orgogliosi di aver ricevuto questo premio, che ha per noi un valore particolare, non solo per ciò che rappresenta in termini di qualità e posizionamento nel settore, ma anche perché ci aiuta a farci conoscere meglio sul territorio — un aspetto su cui vogliamo continuare a lavorare con determinazione. Ci rende particolarmente fieri anche il fatto che PKB sia oggi una delle poche banche rimaste con sede in Ticino; è un elemento distintivo, che per noi rappresenta non solo un’identità, ma anche un impegno: quello di continuare a crescere restando radicati al territorio.

Questo premio, inoltre, è un’importante conferma della validità del progetto di rebranding che abbiamo avviato tre anni fa; un progetto grazie al quale abbiamo ridefinito i nostri valori cardine – radicamento, indipendenza, dedizione e bellezza –  che decliniamo nel nostro operato quotidiano».

Allargando lo sguardo, come giudica lo stato attuale del Private Banking in Ticino e in Svizzera e quale prevede possa essere l’evoluzione del settore nel corso dei prossimi anni?

«Il Ticino ha pagato il prezzo di essere stato per lungo tempo fortemente mono mercato. Una focalizzazione che ha rallentato l’evoluzione del nostro Cantone, soprattutto rispetto ad altri centri finanziari svizzeri. Pur essendo la terza piazza finanziaria della Svizzera, Lugano non è Zurigo e non è Ginevra; questa consapevolezza deve guidare le nostre scelte strategiche, spingendoci a valorizzare le nostre peculiarità.

Tuttavia, negli ultimi anni stiamo assistendo a un cambiamento significativo: sempre più individui privati e investitori internazionali scelgono il Ticino come luogo di residenza o di attività, portando con sé nuove esigenze e, con esse, nuove opportunità.

Nel frattempo, il Private Banking stesso sta vivendo una trasformazione profonda. Ci troviamo di fronte a una progressiva “disintegrazione” del modello tradizionale integrato: attività che un tempo convivevano sotto lo stesso “tetto”, ovvero custodia, asset management e consulenza, oggi tendono a separarsi e a trovare una dimensione autonoma.

In questo contesto in evoluzione, la capacità di adattarsi, specializzarsi e continuare a mettere il cliente al centro farà sempre la differenza».

PKB Private Bank

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