Quella sulla  Politica climatica sociale è un’iniziativa contro il futuro delle nostre imprese.

ABT Associazione Bancaria Ticinese raccomanda di respingere l’iniziativa popolare federale «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (iniziativa per il futuro)» lanciata dalla Gioventù socialista (GISO) e in votazione il prossimo 30 novembre.

Per quel che riguarda l’obiettivo ecologico esprimiamo le nostre perplessità, in quanto la relazione tra ridistribuzione patrimoniale e politica climatica è problematica. La politica a favore dell’ambiente in Svizzera è già ben consolidata e occorre continuare a perseguire sistematicamente le misure di politica climatica finora adottate, rafforzandole con interventi mirati. L’imposta che viene prospettata potrebbe al contrario ostacolare investimenti sostenibili in nuove tecnologie a basso impatto ambientale.

Solo un pretesto per fare cassa

Riteniamo invece che il presunto obiettivo ecologico di questa iniziativa sia solo un pretesto. Il vero obiettivo, espresso dagli stessi promotori, è quello di «far pagare i più ricchi». In Svizzera, queste persone sono spesso imprenditori e imprenditrici a capo di aziende familiari.

Sappiamo che il 99% delle imprese sono PMI e l’80% sono aziende familiari. Tuttavia, quasi la metà di esse prevede una successione all’interno della famiglia. Un’imposta sulle successioni renderebbe impossibile questa trasmissione intergenerazionale e porterebbe a una vendita forzata.

Una tale pressione fiscale può quindi compromettere la continuità dell’azienda e danneggiare i posti di lavoro che da essa dipendono.

Conseguenze per tutta l’economia

Questa imposta avrebbe quindi gravi conseguenze per l’economia svizzera. A essere colpite più duramente sarebbero le imprese a conduzione familiare di taglia medio-grande, che al momento della successione dovrebbero reperire ingenti somme liquide per pagare la tassa anche se la loro sostanza è generalmente immobilizzata nel capitale operativo.

L’onere fiscale potrebbe costringere a cedere quote dell’azienda o ad aumentare il capitale, facendo così salire l’indebitamento. Questo avrebbe ripercussioni negative su investimenti, salari e occupazione.

L’iniziativa, quindi, mette direttamente a rischio la competitività e la forza innovativa dell’economia svizzera.

Competenze e perdite fiscali

Oggi, le imposte sulle successioni e sulle donazioni sono di competenza esclusiva dei Cantoni. L’iniziativa «per il futuro» chiede, da un lato, l’introduzione di un’imposta federale con un’aliquota del 50% sulle successioni e sulle donazioni superiori a 50 milioni di franchi.

D’altra parte, vuole che il prodotto di questa nuova imposta sia utilizzato per «combattere la crisi climatica in modo socialmente equo e per consentire la trasformazione dell’intera economia».

Di conseguenza, questa iniziativa mette in discussione la logica stessa del federalismo fiscale svizzero e di un sistema che consente ai Cantoni di modellare le loro politiche fiscali in base alle loro realtà economiche e sociali.

Fuga di contribuenti

Secondo le stime del Consiglio federale, questa nuova imposta sulle successioni potrebbe indurre fino al 74% delle persone interessate a lasciare il nostro Paese prima della loro morte.

Due Stati in Europa ne hanno appena fatto esperienza. Il Regno Unito ha recentemente abolito lo status fiscale di «Resident non-domiciled» e la Norvegia ha aumentato l’aliquota dell’imposta sul patrimonio. In entrambi i casi, le misure adottate hanno portato a un esodo dei contribuenti più importanti.

Le nuove entrate fiscali stimate dai promotori dell’iniziativa sono una fantasia. La Confederazione le valuta tra 100 e 650 milioni di franchi. Tuttavia, non bisogna perdere di vista il fatto che l’esilio dei contribuenti interessati comporterebbe una perdita massiccia di altre imposte sul reddito e sul patrimonio a livello federale, cantonale e comunale.

Queste diminuzioni delle entrate ammonterebbero da 2.8 fino a 3.6 miliardi di franchi.

Ticino particolarmente toccato

In Ticino sappiamo che pochi contribuenti pagano la maggior parte delle imposte sul reddito e sul patrimonio. La piramide fiscale assomiglia quindi a un triangolo appoggiato sulla punta.

Un numero molto esiguo sostiene questo edificio dall’equilibrio precario. Le persone toccate dall’iniziativa «per il futuro» costituiscono la punta della punta.

Se l’iniziativa venisse accettata, la partenza inevitabile e massiccia di questi contribuenti sarebbe molto probabile con conseguenze per tutti: meno entrate, meno servizi e oneri fiscali accresciuti per chi rimane.

Per tutti questi motivi ABT raccomanda caldamente di votare NO all’“Iniziativa per il futuro” in votazione il prossimo 30 novembre.