L’Europa al bivio tra crisi e rinascita
È una parola densa di simboli quella scelta dall’Associazione Fare arte NEL nostro tempo per il nuovo incontro pubblico in programma sabato 18 ottobre 2025 al LAC di Lugano: “Il tramonto dell’Europa?”. Un titolo che, lungi dal dichiarare una fine, apre piuttosto una riflessione collettiva sul destino di un continente attraversato da tensioni profonde — politiche, climatiche, culturali e democratiche — ma anche da potenziali semi di rigenerazione.
L’appuntamento, organizzato in collaborazione con LAC Lugano Arte e Cultura nell’ambito del progetto LAC Edu, si inserisce nel ciclo di incontri che l’associazione dedica da tempo ai grandi temi della contemporaneità.
Le democrazie europee al tempo del disincanto

L’apertura dell’incontro sarà affidata a Roberto Badaracco, vicesindaco della Città di Lugano, cui seguiranno gli interventi di due figure di rilievo del pensiero politico e diplomatico europeo.
Giovanni Giorgini, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna e life member del Clare Hall College di Cambridge, esplorerà l’evoluzione del concetto di democrazia dalle sue radici classiche fino alle tensioni odierne, tra populismi e crisi di rappresentanza.
A seguire, Bernardino Regazzoni, ex ambasciatore di Svizzera in Italia, Francia e Cina, porterà la sua prospettiva di filosofo e diplomatico sulle nuove configurazioni globali e sul ruolo che l’Europa può ancora giocare in un mondo multipolare, segnato dalla crescente influenza asiatica e dal ritorno delle logiche di potenza.
Moderato dalla giornalista Michela Daghini, il dibattito promette di essere tanto lucido quanto necessario: una chiamata a comprendere se il “tramonto” dell’Europa coincida davvero con una fine o con l’inizio di una nuova stagione di consapevolezza.
L’arte come linguaggio del futuro
Il confronto si allargherà anche al campo dell’arte, con le testimonianze visive e concettuali di Giovanni Ozzola e David Pizzigoni.
Ozzola, artista toscano residente alle Canarie, porterà opere fotografiche che indagano luce, memoria e infinito, tracciando percorsi interiori che dialogano con il tema dell’identità europea.
Pizzigoni, architetto e scenografo con esperienze nei principali teatri internazionali, presenterà invece lavori che fondono pittura, scultura e movimento, evocando la fragilità del presente e il bisogno di immaginare nuovi orizzonti simbolici.
Per entrambi, l’arte diventa una lente capace di cogliere i mutamenti sottili della coscienza collettiva, un modo per restituire visione e profondità a un continente che sembra spesso smarrire la propria narrazione.
Una riflessione che continua a Milano
Il percorso non si esaurirà a Lugano. Il prossimo incontro della rassegna si terrà infatti il 6 novembre al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, in collaborazione con l’Associazione L’Uomo e il Clima.
Tra i relatori, il fisico e scrittore Giulio Boccaletti, la studiosa Chiara Cappelletto, la storica dell’arte Angela Vettese e l’artista Adrian Paci, chiamati a interrogarsi su come l’Occidente possa reagire alle sfide di un pianeta ferito da guerre e catastrofi ambientali.
Tramonto o metamorfosi?
Il tramonto, nel pensiero europeo, non è solo un simbolo di declino ma anche un passaggio di soglia, un tempo di bilancio e di possibile rigenerazione.
In questo senso, il convegno di Lugano non si limita a constatare l’arretramento dei valori democratici, dell’impegno civile e dell’educazione culturale, ma invita a ripensare il ruolo dell’Europa nel mondo contemporaneo.
Un continente che, pur smarrito, può ancora offrire al mondo la forza delle sue idee, della sua arte e della sua capacità di riflettere su se stesso.
Nel tramonto, forse, si nasconde già l’alba di un nuovo inizio.