In veste di direttore sportivo di Special Olympics Switzerland dal 2011, lei, Aldo Doninelli, coordina 21 discipline sportive per 2.500 atleti insieme ai suoi collaboratori. Qual è la missione principale della vostra fondazione?
«Special Olympics Switzerland si impegna a garantire che bambini, giovani e adulti con disabilità intellettiva possano crescere in modo sostenibile, sia mentalmente sia fisicamente, attraverso lo sport. Offriamo regolari opportunità di esercizio e competizione, affinché gli atleti possano ricevere apprezzamento e riconoscimento per i loro risultati, condividere la gioia delle proprie conquiste e rafforzare autostima, forma fisica, indipendenza e coraggio di provare cose nuove. L’esperienza dimostra che lo sport sposta l’attenzione dalle limitazioni alle capacità, facendo emergere il talento e il valore. Il senso di realizzazione con altri atleti, membri della famiglia e la società è un motore di inclusione e crescita personale che contribuisce a costruire una comunità più aperta, equa e solidale».
Questo spirito è ampliato negli eventi mondiali…
«Un impegno encomiabile è visibile nei comportamenti e nella motivazione di ogni partecipante. Vestire la divisa della delegazione e rappresentare la Svizzera è un grande orgoglio. Anche se Special Olympics evita simboli nazionali come bandiere e inni, per promuovere inclusione e superare il nazionalismo sportivo, gli atleti sentono fortemente il valore di rappresentare i colori rossocrociati».
Del resto, ognuno può avere la possibilità di partecipare a una manifestazione come quella di Torino 2025…
«Il principio di Special Olympics non basa la selezione per un evento di portata mondiale in primo luogo sulla bravura, il livello tecnico non è decisivo. L’obiettivo è che tutti abbiano il piacere e le capacità di praticare una disciplina sportiva da soli».
Cosa si può imparare da questo modello?
«La competizione è spesso con sé stessi, per migliorare e superare i propri limiti. Il risultato sportivo, come la medaglia, è importante, ma la vera ricompensa è l’esperienza vissuta. Questo si riflette nella crescita personale dei partecipanti, che si traduce in maggiore fiducia e indipendenza, influenzando positivamente il ritmo quotidiano. Tuttavia, abbiamo anche affrontato situazioni opposte: atleti che, dopo aver vinto, hanno perso il contatto con la realtà. Per questo organizziamo eventi di chiusura per “archiviare” l’avvenimento, valorizzando l’esperienza senza dimenticare l’importanza della vita di tutti i giorni».
Guardando al futuro, quale sarà l’evoluzione dell’offerta sportiva per persone con disabilità intellettiva?
«La pandemia ha causato un ridimensionamento, ma ora vediamo segnali di crescita. L’organizzazione dei World Winter Games 2029 in Svizzera sarà un’opportunità per ampliare la rete e sensibilizzare il pubblico sull’importanza dello sport per le persone con disabilità intellettiva. Collaboriamo attivamente con le federazioni sportive e le autorità locali, e ci aspettiamo uno sviluppo sia in termini di attività, sia di partecipazione per un maggiore riconoscimento del valore di queste discipline, anche a livello politico. L’impegno di ambasciatori come Simon Ammann, quattro volte campione olimpico nel salto con gli sci e presidente di Special Olympics Switzerland dal 2022, facilitano questa evoluzione».
La Svizzera ospiterà i World Games 2029
I World Games sono il più grande evento sportivo organizzato da Special Olympics, che promuove l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva attraverso lo sport. Dopo i Giochi Estivi di Berlino 2023, l’edizione invernale ha fatto tappa a Torino 2025, accogliendo 1.500 atleti da 102 Paesi. Tra i protagonisti della rassegna, anche il Team Switzerland, guidato dal ticinese Aldo Doninelli, con una delegazione di 68 persone tra atleti, allenatori e dirigenti. Lo sguardo è già proiettato al futuro: l’edizione 2029 dei World Winter Games è stata assegnata alla Svizzera.
Special Olympics è il più grande movimento sportivo al mondo per persone con disabilità intellettiva e si impegna a favore della loro considerazione, accettazione e uguaglianza. Creata nel 1968, l’organizzazione è oggi rappresentata da oltre 6 milioni di atlete e atleti in 177 nazioni. Special Olympics Switzerland esiste dal 1995.