Siamo abituati a considerare la scarpa un accessorio indispensabile del proprio outfit, in grado di rispondere a criteri di comodità, stile, eleganza oltre che, naturalmente, interpretare i dettami di una moda in continua evoluzione, ma Crimagno è andata oltre. Finora nessuno si era posto fino in fondo il problema di realizzare un prodotto che fosse anche totalmente sostenibile, grazie all’utilizzo di materiali innovativi e intelligenti. Ci ha pensato Cristiano Magnoni, designer industriale e d’interni che dopo aver maturato una decennale esperienza nel mondo del design applicato al settore dell’interior e della moda, ha scelto di compiere il grande passo dando vita ad un’impresa che da un lato riprende una vocazione familiare, ma al tempo stesso si distingue per un concetto, una visione e contenuti assolutamente originali.
«In effetti – racconta Cristiano – ho iniziato lavorando nell’azienda, di famiglia, specializzata nella produzione di suole in gomma naturale che vantava tra i suoi clienti i maggiori brand della moda. Successivamente ho maturato varie esperienze nel campo del design industriale e dell’architettura prima di riavvicinarmi, quasi per caso, al mondo delle calzature. Ero a Los Angeles quando mi sono imbattuto in una vetrina di un noto marchio di scarpe francesi, a me allora sconosciuto, che presentava una collezione di scarpe realizzate con il metro da sarta. Erano geniali, originali e sensuali allo stesso tempo. Quella è stata la prima volta che ho iniziato ad elaborare dentro di me l’idea di una scarpa totalmente innovativa e soprattutto iniziai a guardami intorno alla ricerca di persone e aziende con cui sviluppare in concreto il progetto. In questo senso, è risultato decisivo l’incontro con Gabriele Blandina che rappresenta la quarta generazione di una storica azienda calzaturiera di Vigevano, con alle spalle oltre settant’ anni di storia. Subito abbiamo verificato una grande comunanza di intenti e di visione e insieme abbiamo mosso i primi passi per la realizzazione del nostro progetto».
La filosofia di Crimagno è chiara e ben definita: l’etica del progetto aggiunge valore estetico al prodotto. In tal modo, diventa naturale concepire la calzatura come un’estensione umana “bionica”, realizzarla attraverso processi di produzione in grado di determinare nuove soluzioni e standard, applicare fino in fondo un criterio di sostenibilità che parte dalla scelta dei materiali per arrivare alla conclusione del ciclo di vita delle scarpe e al suo corretto riciclaggio.
«Abbiamo lavorato per oltre due anni per arrivare alla realizzazione di un prototipo e ogni dettaglio della scarpa è stato attentamente studiato e testato. Con il nostro primo modello Kobi abbiamo voluto unire design, ergonomia ed ecologia. Per esempio, dividendo la suola in gomma naturale in due parti abbiamo aggiunto gradi di libertà sia alla torsione che alla flessione del piede, garantendo un’esperienza di camminata particolarmente confortevole. La soletta è realizzata in fibra di cocco ed è biodegradabile e a questa abbiamo aggiunto un’intersuola ammortizzante in lattice naturale. La tomaia, invece, è modellata in un unico pezzo e realizzata con biopolimeri derivanti da scarti di lavorazione della filiera alimentare. Infine abbiamo messo a punto una fodera a base di canapa in grado di garantire traspirabilità, termoregolazione e proprietà antibatteriche. Tutto questo assicura alle nostre scarpe un’impronta di carbonio inferiore dell’87% rispetto a quelle in pelle.
Il percorso di questa innovativa startup ricalca quello di numerose altre startup ticinesi. «Crimagno – racconta ancora Cristiano Magnoni – è stata fondata nel 2020 con sede a Corteglia, e dal punto di vista della sua crescita organizzativa si è avvalsa dapprima del supporto offerto dall’USI Startup Centre. Nel 2022 siamo stati poi finalisti di Boldbrain Startup Challenge e questa partecipazione, con la relativa attività di coaching, ci ha consentito di mettere a fuoco aspetti importanti come l’elaborazione di un business plan o la preparazione di un pitch per presentarsi agli investitori. Per quanto riguarda invece la promozione della nostra scarpa, posso dire che recentemente abbiamo bruciato le tappe e nel volgere di pochi mesi abbiamo ottenuto premi, riconoscimenti e inviti davvero inaspettati».
A lanciare l’azienda fu per prima Rossana Orlandi, promuovendo nel 2021 Kobi alla manifestazione asiatica IFC Mall di Honk Kong e poi al Ro GuiltlessPlastic, terza edizione del progetto internazionale dedicato al riciclo e al riuso, presentato al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano durante la Design Week 2021.
«Tra gli incubatori – elenca con legittimo orgoglio Magnoni – vorrei ricordare le partecipazioni nel 2023 a MassChallenge dove abbiamo guadagnato per la seconda volta l’etichetta di Innovative Start Up e a Impact Club e quest’anno a Swissnex Bridge, nella Silicon Valley. A testimonianza del nostro impegno verso l’innovazione, la sostenibilità e l’eccellenza nel design, abbiamo ottenuto premi come il Global Footwear Award nel 2022, il Good Design Award in Australia nel 2023, il Green Product Award in Germania quest’anno e proprio la scorsa settimana siamo entrati nell’ADI Design Index, che è la selezione di prodotti che concorrono per il Compasso D’oro, il premio più prestigioso al mondo nell’ambito del Design. Inoltre, sono numerose le certificazioni anbientali che abbiamo già ottenuto o che stiamo per avere tra cui la B Corp che attesta la sostenibilità di tutto il processo produttivo»
Il futuro di Crimagno si prospetta quanto mai positivo e nei prossimi mesi si moltiplicheranno le presenze in importanti manifestazioni fieristiche e fashion week in Europa, negli Stati Uniti ed in Asia, mentre già si annunciano nuove linee di scarpe che saranno presto presentate al pubblico. «Un ulteriore aspetto che mi piace sottolineare – conclude Cristiano – riguarda il fatto che la vita delle nostre scarpe prosegue anche dopo che sono state dismesse. Ci occuperemo infatti del loro corretto smontaggio, le suole saranno utilizzate per costruire piste di atletica e la tomaia per pannelli isolanti e fonoassorbenti per l’edilizia. Inoltre abbiamo deciso di compensare totalmente le nostre emissioni di C02 piantando alberi per ogni paio di scarpe venduto».