A ottobre si è tenuta la decima edizione di Film Festival Diritti Umani Lugano. Possiamo già tracciare un bilancio di questa manifestazione?

Roberto Pomari: «Nell’arco di 11 giorni, abbiamo avuto oltre 60 ospiti nazionali e internazionali, 30 film di cui 13 prime svizzere e 12 prime per la Svizzera Italiana e 96 scolaresche arrivate da tutto il cantone alle proiezioni in orario scolastico. Il Festival si è confermato dunque essere un punto di riferimento fondamentale per la riflessione sui Diritti Umani, come ha dimostrato la risposta del pubblico: tante le proiezioni che hanno registrato il sold out. Un pubblico ampio e trasversale fra cui spicca l’incremento dei giovani, anche nelle proiezioni fuori orario scolastico, così come per tutti gli appuntamenti del festival: incontri con gli autori, dibattiti, presentazioni, mostre, ecc.».

Quest’anno il Festival è caduto in un periodo particolarmente drammatico a causa dei conflitti che agitano molti scacchieri internazionali. Si può dire che i più elementari diritti umani siano ormai sistematicamente calpestati. È ancora possibile sperare in un risveglio delle coscienze e cosa bisognerebbe fare per stimolarlo?

Antonio Prata «Il riscontro del pubblico e di tutti coloro che hanno partecipato al Festival ci ha davvero sorpresi. E teniamo a ringraziare tutti di cuore. Rubo una dichiarazione della regista e produttrice Manijeh Hekmat, a cui abbiamo consegnato il Premio Diritti Umani all’Autore 2023, che credo possa racchiudere il senso di tutto ciò che abbiamo vissuto: “Dobbiamo imparare ad ascoltare il dolore degli altri”. Il cinema ci permette di avvicinare, di ascoltare e prendere sulle nostre spalle anche le sofferenze di coloro che sembrano non avere più voce e forza per affrontare le difficoltà. Una delle cose che più ci resterà di questa edizione è proprio la generosità degli ospiti che hanno condiviso con noi soprattutto lo spirito di incontro di questo festival, dentro e fuori la sala cinematografica, anche con pubblico, staff e i volontari. Questo festival per noi deve rimanere anche in futuro uno spazio in cui incontrarsi, un luogo di riflessione sempre più aperto e condiviso».

Tra le novità di quest’anno, la prima edizione del Concorso Internazionale di Lungometraggi. Quali le motivazioni di questo indirizzo e i risultati ottenuti?

Roberto Pomari: «Abbiamo deciso di festeggiare il nostro decimo anniversario con una iniziativa che sottolineasse la nostra peculiarità di Festival cinematografico. Gli otto film proposti, selezionati tra un centinaio di proposte e provenienti da ogni angolo del mondo, sono stati presentati in anteprima svizzera. A quattro delle otto pellicole, sono stati assegnati importanti riconoscimenti: il Premio della Giuria al Miglior Film a When the Seedlings Grow di Rêger Azad Kaya, la Menzione Speciale della Giuria a Total Trust di Jialing Zhang, il Premio ONG (attribuito nel 2023 da Amnesty International Svizzera) ad Anxious in Beirut di Zakaria Jaber e il Premio del Pubblico (promosso dalla Città di Lugano) a If Only I Could Hibernate di Zoljargal Purevdash».

Il Festival ha scelto di aprirsi alla città e al territorio: quali le iniziative promosse e quale è stata la risposta degli spettatori?

Roberto Pomari: «Alle abituali sale del Cinema Corso e Cinema Iride, abbiamo aggiunto anche il LUX art house di Massagno. I dibattiti, le mostre e gli incontri con gli autori hanno potuto beneficiare dell’opportunità offerta dall’iniziativa Oltre Festival che ha esteso a vari spazi della città le possibilità di dialogo, raggiungendo un pubblico variegato e nuovo. Le varie iniziative hanno dato vita a ulteriori momenti di incontro. In particolare, il Caffè dei Diritti nel quartiere Maghetti, e alle mostre all’Ex Asilo Ciani: l’invito a una riflessione sul razzismo o riguardo all’obiettività dell’Intelligenza Artificiale».

Un momento di incontro al Film Festival Diritti Umani Lugano, per non dimenticare

Il commento di Morena Ferrari Gamba, Delegata della Fondazione Diritti Umani al FFDUL

«Viviamo in un’epoca di grande tumulto e destabilizzazione, di guerre, crisi economica, sociale e climatica. Una specie di tempesta perfetta dove le democrazie vacillano e i Diritti Umani vengono calpestati di continuo, anche nella nostra quotidianità. La Fondazione Diritti Umani nasce quindi dall’esigenza di parlarne qui, a casa nostra, e creare un luogo di riflessione e di consapevolezza. Con essa svolgiamo innumerevoli attività sull’arco di tutto l’anno, per promuovere e stimolare le istituzioni scolastiche, i Cantoni e i Comuni, per quanto sia nelle nostre capacità, affinché ci sia la piena applicazione dei diritti fondamentali sanciti nelle convenzioni internazionali nonché nella nostra Carta Costituzionale. Ispirandosi a questi principi, è nato il FFDUL dove le immagini cinematografiche, i dibattiti con testimonianze dirette valgono di più di tante parole e proclami. Ricordo che la Fondazione sostiene anche il FDU – Milano e HRFF di Zurigo.

Parlare di Diritti Umani, soffermarsi a riflettere su di essi, non è facile di questi tempi tumultuosi dove tutto è accelerato ed amplificato e spesso falsificato. È stato urgente farlo dieci anni fa ed è ancora e purtroppo urgente farlo ora! La loro promozione non si realizza in quanto scritto o sancito dalle leggi e non appartiene solo a un tipo di pensiero o ideologia, ma arriva se tutti noi ce ne occupiamo e continuiamo a parlarne per cercare di scalfire l’indifferenza. Confrontarsi è la miglior formula per esorcizzare le paure e per acquisire quella consapevolezza, scevri da pregiudizi, che gli altri siamo noi, i loro volti sono i nostri e l’empatia aumenta lo spirito di accoglienza. Per questa ragione, la Fondazione opera su diversi fronti tutto l’anno, organizzando e supportando laddove possibili iniziative, conferenza e dibatti, pubblici e nelle scuole, su temi legati ai diritti fondamentali, che sono la base di ogni buona convivenza e democrazia.

Dieci anni sono un bel traguardo e il successo del FFDUL è una scommessa vinta, ma le sfide non mancano. Crescere significa anche aumentare l’impegno finanziario. Il futuro del Festival è nella sua sostenibilità. Ringraziamo insieme alla Direzione del Festival, lo staff e i volontari, chi ci ha accompagnato in questi anni: enti pubblici e privati, gli sponsor e i partner, le ONG.  Speriamo che anche in futuro vi possa essere una sempre più forte rete a sostegno dei nostri progetti».