Nadia Ghisolfi, lei è Vice Presidente del Gran Consiglio. Quali sono state le principali tappe di una carriera politica che l’ha portata a ricoprire una carica così importante?
«Sono attiva in politica dal 2004, dapprima a livello comunale e poi, dal 2008, a livello cantonale; quando ho iniziato avevo 29 anni. È stato un momento molto emozionante, anche un po’ inaspettato. Sono infatti subentrata dopo un’anno dall’inizio della legislatura. Da allora è stato un susseguirsi di eventi ed incarichi più o meno importanti ed impegnativi che mi hanno permesso di imparare, crescere, portare avanti idee e progetti. Ho avuto la possibilità in questi ormai 18 anni di politica attiva di ricoprire diversi ruoli. Sono stata Presidente dell’Associazione donne del Partito Popolare Democratico (ora il Centro) e di essere candidata per diverse importanti funzioni. Sono stata anche la prima candidata donna alla Presidenza del nostro Partito, e per me è stato un grande onore. Ho avuto la possibilità di Presiedere la Commissione cantonale per la formazione professionale, e – in Gran Consiglio – la Commissione del territorio e la Commissione Costituzione e leggi. La carica di Vice Presidente del Gran Consiglio rappresenta una nuova sfida nel mio percorso politico, e mi ha già permesso di apprendere nuovi aspetti dell’attività parlamentare e sono onorata di rappresentare il Cantone ed il legislativo in questo ruolo. È un anno essenziale, di preparazione, all’importante carica che mi aspetta a maggio, quando – elezione permettendo – assumerò la carica di Presidente e Prima cittadina del Cantone».
Il rapporto tra donne e lavoro costituisce senza dubbio uno dei punti qualificanti del suo impegno politico. Perché, nonostante i positivi risultati ottenuti, su questo fronte resta ancora tanto da fare?
«Credo che il cambiamento dei ruoli tradizionali all’interno della famiglia e della società necessitino di un’accettazione e di un cambiamento culturale che richiede del tempo. Inoltre, molto dipende anche dalla politica e dalle sensibilità dei rappresentanti che eleggiamo. Ci sono dei partiti e delle correnti all’interno di alcuni partiti che prediligono il mantenimento di una politica a sostegno di una famiglia chiamiamola tradizionale, dove il ruolo della donna è principalmente a casa per la cura dei figli e non attiva al lavoro, o in politica. È questo è un ruolo che va benissimo, non voglio essere fraintesa. Ma, secondo me, la politica dovrebbe sostenere in maniera paritaria i diversi modelli di famiglia; da quello più tradizionale ad altri più dinamici, dove la donna lavora, fa politica o comunque è attiva anche su altri fronti. È importante garantire il più possibile libertà di scelta, anche se poi, non bisogna nasconderlo, purtroppo non sempre di una vera scelta si tratta: indipendentemente infatti dagli ideali personali, in molte famiglie entrambi i coniugi sono costretti a lavorare in quanto un solo salario non permetterebbe di arrivare alla fine del mese. Capita inoltre spesso che la donna rinunci a lavorare in quanto le sue entrate verrebbero totalmente investite nella cura dei figli da parte di terzi».
Quali altri battaglie si sente di voler intraprendere per migliorare la qualità della vita in Ticino?
«Sicuramente, come detto in precedenza, tutte quelle misure che possano permettere non solo alle donne ma alle famiglie in generale di conciliare meglio lavoro e famiglia, e che consentano di avere in tasca alla fine del mese qualche franco in più. La recente revisione dell’imposta di circolazione promossa dal Centro ed appena approvata va sicuramente in questo senso, così come la deduzione dei premi della cassa malati pagati per i figli. Bisogna considerare con particolare attenzione tutte le spese che i cittadini devono affrontare quotidianamente, soprattutto in questo periodo dove i prezzi, dapprima a causa del Covid ed in seguito della guerra, hanno subito un’importante incremento. Un’attenzione particolare va data alle necessità delle piccole e medie imprese, che nel nostro Cantone costituiscono un’importante motore dell’economia oltre ad uno sbocco concreto per i nostri giovani in cerca di un’occupazione. Infine, prevedere per tempo la formazione dei giovani nelle professioni del futuro, pensando in particolare all’invecchiamento della popolazione».
Lei è tra le promotrici della piattaforma di servizio mamagenda.ch, destinata alle mamme lavoratrici ed ai datori di lavoro. Come è nata l’idea di realizzare questo prodotto?
«Il portale mamagenda.ch è un supporto ideale per tutte le dipendenti in gravidanza e per tutti coloro che gestiscono il personale. L’idea principale dietro questo progetto è quello di sostenere la donna lavoratrice e i datori di lavoro nel periodo di una gravidanza aiutandoli ad affrontare le domande e le problematiche che potrebbero sorgere, in modo che la stessa venga vissuta serenamente sia dalla futura mamma che dal datore di lavoro, perché una gravidanza è e deve restare un momento meraviglioso. Troppo spesso infatti la gravidanza viene ancora vista come un “problema”. Datori di lavoro e dipendenti non sempre sanno come affrontarla e si informano all’ultimo momento su diritti e doveri. Grazie alla piattaforma i datori di lavoro e le dipendenti hanno a disposizione uno strumento che li accompagnerà prima, durante e dopo la gravidanza».
Quali sono le principali funzionalità di mamagenda.ch e quali vantaggi ritiene che potrà apportare alla vita delle mamme lavoratrici?
«Per tutte le donne che lavorano, una gravidanza – specialmente la prima – porta con sé la sua parte di domande. Dal modo migliore per annunciare la notizia ai diversi diritti durante le fasi della gravidanza e della maternità. La piattaforma mamagenda.ch, completamente gratuita, fornisce risposte a tutte le domande che le donne si pongono. Ma non solo: mamagenda.ch è destinata anche ai datori di lavoro e fornisce strumenti e consigli su come gestire la maternità sul posto di lavoro, da prima dell’annuncio della gravidanza a dopo il rientro dal congedo di maternità. Per entrambi, la piattaforma mette a disposizione degli strumenti concreti, esempi e modelli che possono essere seguiti per affrontare questo periodo in maniera serena. Infine, ci sono anche diversi consigli utili per i futuri papà. Come annunciare la gravidanza, come organizzare il lavoro, come gestire le reazioni dei colleghi, cosa di può e non si può fare, come organizzare il rientro, sono solo alcuni dei temi che vengono affrontati».
Al di là dell’attività politica e di quella lavorativa, quali sono i suoi maggiori interessi e come le piace trascorrere il proprio tempo libero?
«Quando riesco ad avere un momento di tempo libero lo passo con la mia famiglia e i miei amici, magari gustando insieme un buon piatto accompagnato da un buon bicchiere di vino. Non disdegno anche di semplicemente rilassarmi – e ricaricarmi – guardando un film o ascoltando della musica. Se la meteo lo consente, vado volentieri in montagna a sciare, mentre d’estate non può mancare il mare».