Blockchain è un nuovo paradigma destinato a rivoluzionare profondamente il sistema economico, modificando alla base i concetti di transazione, proprietà e fiducia. Come è noto si tratta di un registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando in definitiva la necessità di terze parti “fidate”. Il nome deriva dalla sua natura distribuita: ogni nodo del network svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo in una catena composta da blocchi, blockchain appunto.  Dopo essere rimasta sottotraccia per alcuni anni, nascosta nell’ombra dei bitcoin, moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, la tecnologia blockchain ha iniziato a emergere prepotentemente sul finire del 2014. E nell’ultimo anno si è registrata una significativa accelerazione sul tema: gli investimenti nel Fintech si stanno sempre più concentrando su idee basate sulla blockchain technology, e le 42 più importanti banche internazionali si sono unite in un’iniziativa R3, che vuole definire standard per l’utilizzo della blockchain in ambito interbancario.   In principio furono i bitcoin, moneta elettronica, ai più sconosciuta. Era il 2009. Se ne iniziò a parlare quasi tre anni più tardi, in riferimento al “dark web”, come moneta anonima utilizzata principalmente per acquisti illegali. Tra 2014 e 2015 gli esperti hanno capito che la cryptomoneta non era altro che un’applicazione sulla tecnologia blockchain. E a quel punto ci si è chiesti: perché non usare questa tecnologia anche per altro? Da quel momento c’è stata una vera esplosione: le pubblicazioni accademiche sulla blockchain sono passate dalle 71 del 2013 a 267 l’anno successivo. Inoltre, sempre nel 2014 player come Visa e MasterCard hanno iniziato a manifestare interesse all’argomento. Insomma, i tempi erano maturi. I temuti bitcoin passano decisamente in secondo piano, ma emergono le svariate potenzialità della tecnologia blockchain.  Le banche, che in un primo momento vedevano i bitcoin come una potenziale minaccia, hanno iniziato a intravedere le opportunità. Le applicazioni della blockchain in ambito finanziario sono enormi: le banche e la finanza si basano sullo scambio di valori attraverso sistemi complessi. Entra in gioco una catena di enti di regolamentazione per garantire le transazioni; questa tecnologia porta grandi benefici in termini di semplificazione, abbattimento dei costi, eliminazione delle terze parti e in più offre una sicurezza totale e un grado di semplicità stupefacente.  Insomma, la tecnologia c’è, funziona dal 2009 ed è stata abbondantemente testata dai bitcoin. Ma non si tratta solo e tanto di questione tecnica, quanto piuttosto normativa. E a complicare la questione è la complessità e trasversalità del tema blockchain: non tocca un solo settore, ma molti e anche molto diversi tra loro.  L’ambito finanziario è in generale quello più attivo sul tema blockchain, ma non l’unico. così come in ambito smart city e Internet of Things, dove la blockchain è molto preziosa per certificare l’attendibilità delle informazioni trasmesse da oggetti e sensori. 
Hanno partecipato all’inchiesta:
Jürgen Petry, New Business Innovator di Gruppo Raiffeisen
Elena Guglielmin, Senior Credit Analyst di UBS
Angelo Cresta, Responsabile dell’Area Organizzazione & IT di Banca del Sempione
Andrea Bergamini, Responsabile Succursale di Lugano di LGT Bank
Luca Todesco, Membro di Direzione e Responsabile di BancaStato Private Banking Sottoceneri.


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