Partiamo dagli inizi. Ci racconta quale è stata la formazione che l’ho portata fin da giovane ad occuparsi di pubbliche relazioni?
«Sono nato a Trento e mi sono laureato alla Cattolica di Milano con una tesi fatta con Francesco Alberoni, quasi un segno premonitore del mio successivo interesse per la sociologia e i comportamenti dei consumatori. Ma il vero e proprio punto di svolta è stata nel 1959 una borsa di studio universitaria del Fulbright Program presso la Lawrence University, Appleton, Wisconsin. Da Como dove allora vivevo mi sono trovato proiettato in una sperduta cittadina della provincia americano dove per un anno e mezzo ho avuto occasione di incontrare decine di persone importanti decise a conoscere qualcosa di quell’Europa che all’epoca era ancora un oggetto quasi sconosciuto. Anche il successivo servizio militare, in veste di ufficiale delle truppe NATO, è stata un’ulteriore occasione per imparare a comunicare, in quanto aggregato come ufficiale di collegamento alla missione Winter Express, a Bardufoss in Norvegia…».
Saltiamo al suo ingresso nel mondo del lavoro…
«Dopo una breve permanenza alla Rivarossi, ben nota fabbrica di modellismo, e altre brevi esperienze soprattutto commerciali in Italia e negli Stati Uniti, nel 1969 ecco un altro momento decisivo della mia carriera professionale con la conoscenza di Orazio Bagnasco e l’inizio di una collaborazione poi durata per molti anni fino alla sua morte. Fu Bagnasco, che si appoggiava molto sulla Banca BSI (Banca della Svizzera Italiana), a introdurmi in quell’istituto, di cui all’epoca era Direttore Generale Giorgio Ghiringhelli, uomo di grande cultura e caratura professionale. In BSI, dal 1986, ho avuto modo di assumere vari incarichi, tra cui lo sviluppo e il coordinamento di tutta la politica di comunicazione. Basti dire, a conferma dello stato in cui a quei tempi versavano le relazioni pubbliche all’interno del sistema bancario, che abbiamo realizzato il primo supporto filmato per la valorizzazione dell’immagine della banca, cui seguì poi tutto il processo di focalizzazione sul Private Banking e tutte le iniziative di comunicazione e promozione indirizzate a questo specifico segmento di mercato. Voglio ricordare tra l’altro la formula “Banchetto”, ispirata al cuoco ticinese Martino de Rubais e ai convivi del ‘500, il restauro a Cremona del sipario pittorico del Teatro Ponchielli, il progetto Martha Argerich nei suoi primi anni a Lugano. Per i 125 anni di Banca BSI abbiamo organizzato la prima grande festa per l’intero personale al centro Esposizioni di Lugano, coinvolgendo tutto lo staff del settore P.R e comunicazione. E, ancora, numerosi eventi di musica classica, leggera, jazz, in varie sedi (chiese, ville, castelli, ecc) e l’inaugurazione della sede BSI alle Bahamas».
La versione completa di questo articolo la potrete trovare all’interno dell’edizione cartacea di Ticino Welcome