Noè Ponti, triplice campione d’Europa in vasca corta. Il 2023 ti ha consacrato fra i grandi nuotatori nella tua specialità del delfino.

«Non avrei mai immaginato di ottenere simili risultati in una competizione che mi ha regalato emozioni incredibili. Grinta e cuore: ho spinto come un matto per conquistare quelle tre medaglie d’oro e un argento. Per me era importante nuotare bene, senza flessioni. Anche la testa ha funzionato al meglio». 

Già nel debutto olimpico di Tokyo 2020 avevi realizzato un’impresa. Quel bronzo nei 100 metri delfino del 31 agosto 2021 resta ancora oggi la sorpresa più bella che potevi fare a te stesso e a tutti i tuoi sostenitori.

«Mi sarebbe piaciuto viverla anche con loro in Ticino… L’emozione e il tifo assordante durante la diretta, come mi hanno in seguito raccontato al mio rientro dal Giappone, avevano creato uno stato generale di euforia quasi surreale, tanto che l’elettrizzante telecronaca di Andrea Mangia insieme a Igor Nastic si era potuta ascoltare chiaramente solo in seguito nelle repliche e sui social…».

Il Ticino e la Svizzera ti augura di rivivere queste emozioni anche in Francia per questo evento planetario che stai pianificando nei dettagli da tre anni.

«Non parteciperò mai più a Giochi così vicini a casa e questo rende Parigi 2024 ancora più speciale. La mia tabella di marcia prosegue con un programma prestabilito già dopo il bronzo nei 100 metri a Tokyo e gli Europei di Otopeni hanno dato indicazioni rassicuranti, oltre alle medaglie. L’obiettivo da adesso al mese di luglio è quello di migliorare questo stato di forma per poter competere con i migliori specialisti del mondo nel delfino».

Dal 2019 ti alleni con Massimo Meloni, che guida un reparto tecnico sempre più allargato, avviato dai suoi genitori già all’inizio della tua attività agonistica.

«Massimo è molto esigente, riesce a spingermi al limite delle mie prestazioni fisiche e mentali. C’è un buon dialogo fra di noi, la fiducia è reciproca. Sono molto grato anche ad Andrea Mercuri, “assistant coach” che si occupa pure della preparazione atletica. Il suo ruolo è importante anche fuori dall’acqua, rappresenta un altro punto di sicurezza. Lo staff, completato dal fisioterapista Stefano Grosjean, dall’osteopata Lorenzo Simona e dallo psicologo sportivo Giona Morinini, ha favorito continui progressi in diversi ambiti».

Il “mental coaching” rappresenta spesso un punto di forza ai massimi livelli. Che tipo di lavoro svolgi?

«Ci concentriamo soprattutto sull’approccio alla gara, che spesso genera apprensioni e ansie in diversi atleti. In una finale, di norma, sono tutti competitivi: la differenza la fa proprio l’aspetto mentale. Con Giona focalizzo la prestazione sulle mie attitudini, senza lasciarmi distrarre dall’ambiente o dagli avversari, con i quali sono sempre più freddo nei momenti in cui incrocio i loro sguardi prima di tuffarmi dai blocchi di partenza».

La tua famiglia, che costituisce ancora oggi il cuore del Team Ponti, ti segue dal 2007, quando sei entrato a far parte della Nuoto Sport Locarno.

«Mio padre Mauro coordina la comunicazione, mia madre Vittoria si occupa degli aspetti organizzativi e finanziari, mentre mia sorella Asia dei social media e della parte legale. Continuano ad avere un ruolo importante nella mia crescita e la nostra armonia familiare ha facilitato un dialogo costruttivo nei momenti delicati a cui è confrontato pure ogni sportivo».

Qual è l’altra tua passione oltre al nuoto?

«Amo viaggiare, la mia città preferita è Venezia, e sono grato ai miei genitori che mi hanno fatto conoscere diversi altri luoghi in Italia, Francia, Inghilterra, Scozia e Irlanda durante le nostre vacanze. Esperienze con cui ho poi vissuto il mio inserimento nella nazionale rossocrociata, dalla giovanile del 2015 fino al 2017, a quella d’élite di oggi, grazie alle quali ho potuto ampliare le mie conoscenze con diversi nuotatori e perfezionare le lingue».

Il rapporto con gli avversari resta di ghiaccio solo in acqua…

«Italiani, russi, israeliani, inglesi, ungheresi, polacchi e molti altri fanno parte dei miei contatti e ci sentiamo spesso sui social, e non solo. La partecipazione alle Olimpiadi giovanili del 2018 in Argentina, quando ebbi l’onore di portare la bandiera della Svizzera durante la cerimonia di inaugurazione di fronte a 250 mila persone che si erano riversate nella Plaza de Mayo di Buenos Aires, è stata l’emozione più intensa che ha dato avvio al mio cammino internazionale. Lo scambio culturale fra atleti provenienti da ogni parte del mondo mi affascina ancora oggi».

La tua popolarità ha avuto un’altra impennata con i tre titoli europei in Romania e i tifosi ti adorano…

«Fa piacere quando mi fermano per un autografo o un complimento, perché è il calore della gente che alimenta il cuore e la passione. Talvolta, i nuovi appuntamenti con simpatizzanti e sponsor si aggiungono alle sedute di allenamento e agli studi, non sempre è possibile trovare il tempo sufficiente per tutto. Nel 2023 ho trascorso quasi sei mesi lontano dal Ticino, ma è proprio a casa che ritrovo energia, serenità e relax». 

Quando torni a Quartino c’è sempre un “premio speciale”. Vero?

«Insieme a mio cugino Nilo di 17 anni, che mi è sempre vicino anche quando non può seguirmi sul posto, mia nonna Carla non si perde una gara e, al mio rientro, mi prepara le lasagne o la piccata con purée, i miei due piatti preferiti. Mi coccola, è adorabile».

La cucina per il palato, la musica per la testa e lo spirito, che aiuta soprattutto nei momenti più intensi di uno sportivo d’élite. Qual è il tuo cantante preferito?

«A me piace il rap di Eminem, il suo brano “Lose Yourself” mi spinge anche quando sono al limite delle forze, in gara o in allenamento. “Immagina di avere un’sola possibilità. Solo una possibilità di fare ciò che hai sempre voluto fare. Coglierai quell’occasione? O la lascerai passare?”. Eminem ha scritto questi versi riguardo alla sua carriera musicale e io li ho applicati al mio sport. Questi ritmi mi caricano, anche se mi piace ascoltare le opere per pianoforte di Johann Sebastian Bach. La musica classica mi aiuta a rilassarmi».

Ogni dettaglio è importante e l’ultimo contratto firmato con l’agenzia sportiva Abrogans di Basilea allargano ancor di più gli orizzonti di Noè Ponti…

«Michael Schiendorfer, il proprietario, basa i suoi principi sul sacrificio e l’umiltà. Non a caso, al fianco di campioni quali Marco Odermatt nello sci, Simon Ehammer nell’atletica o Joel Wicki nella lotta svizzera, ci sono giovani talenti di altre discipline come il freestyle, l’equitazione e – ne vado fiero – il nuoto. Ho avuto modo di conoscere Marco e apprezzo la sua semplicità, ci sentiamo regolarmente sui social».

Insieme a tutti gli impegni sportivi, pure gli studi continuano con profitto per conseguire il diploma di fisioterapista.

«È una professione che ho avuto modo di conoscere e approfondire nel mio team, mi ha sempre giovato per gareggiare e per crescere. Seguo un programma personalizzato della SUPSI che si adatta ai miei spostamenti, così da poter studiare anche a distanza».

Noè Ponti e il lavoro specifico per Parigi 2024

Dal giorno della sua prima vittoria nella categoria “1999 e più giovani”, datata 31 maggio 2008, Noè Ponti (22 anni) ha nuotato migliaia di chilometri, scrivendo le pagine più belle della sua ancora giovane carriera. Con un bronzo olimpico, due argenti e un bronzo iridati, quattro titoli europei (e due argenti), 35 ori nazionali e una serie di primati, il suo percorso è stato oltremodo positivo.

Tra il primo oro continentale juniores, nel 2019 a Kazan, e l’exploit alle Olimpiadi di Tokyo 2020, nei 100 delfino nuotati in vasca lunga, i progressi di Noè sono stati rilevanti: 24”47 contro 23”67 nei primi 50 metri, 28”61 contro 27”07 al ritorno. «Sono tempi che indicano la sua predisposizione allo sprint», sottolinea il suo allenatore Massimo Meloni. «Il mio lavoro vuole aiutarlo a mantenere alta la velocità anche dopo la virata».

A Otopeni, il 9 dicembre 2023, l’atleta della Nuoto Sport Locarno ha compiuto un altro exploit, vincendo il suo terzo titolo continentale consecutivo in vasca corta a soli 4/100 dal record del mondo nei 50 delfino. «Un risultato senza precedenti in Europa».

Head coach di Swiss Aquatics al Centro nazionale di Tenero dal 2017, Meloni segue il talento del Gambarogno da cinque anni. «Il suo potenziale è ancora notevole. Si allena 10 volte la settimana in piscina e sostiene anche 4 sessioni in palestra, sempre con lo spirito giusto per crescere».

A Otopeni, Noè Ponti ha stabilito pure il nuovo limite europeo nei 100 metri delfino in 48”47, terzo tempo di sempre, migliorando il precedente record in vasca corta che resisteva da 14 anni. «Ha realizzato una serie di imprese al limite», si complimenta il 54enne di Roma, «dando l’impressione di divertirsi. La sua forza è anche questa. Il nuoto richiede una mentalità perseverante per sostenere ritmi di allenamento che mettono a dura prova pure la testa, perché l’unico riferimento che ha un nuotatore è la striscia sul fondo della piscina, che percorre per ore».

La tabella di marcia verso le Olimpiadi 2024 prosegue secondo i piani: «Abbiamo focalizzato il calendario sui 100 e 200 delfino dei Giochi, l’energia positiva degli Europei 2023 rappresenta un sostegno ottimale per tutti verso Parigi», conclude Massimo Meloni.

La criosauna dei campioni

Usain Bolt, Cristiano Ronaldo, LeBron James. Sono alcuni fra i numerosi campioni che si affidano alle rigide temperature della criosauna. Noè Ponti si affida una volta alla settimana a questa tecnologia che espone il corpo a una temperatura di -146° per un periodo di tre minuti con l’utilizzo di azoto liquido. I benefici sono molteplici: riduzione dei tempi di recupero; potenziamento muscolare e aumento delle prestazioni; smaltimento di tossine e dei prodotti metabolici da sforzo; scarico muscolare pre e post-gara; riduzione dello stress. Grazie a questo trattamento specifico, il triplice campione europeo di Otopeni 2023 è riuscito a immergersi nel Lago di Sils, a Plaun da Lej in Engadina, a una temperatura di 0.5 gradi Celsius.