Definito gli “scacchi sul ghiaccio”, il curling vede due squadre di quattro giocatori, guidate dallo “skip”, sfidarsi a far scivolare pesanti pietre di granito verso un bersaglio circolare sul ghiaccio, la “house“. Disciplina olimpica dal 1998, questo sport nobile vanta una lunga tradizione in Svizzera, con oltre 200 club, 10.000 giocatori e un ricco palmarès di medaglie iridate e olimpiche.

Janine, come si è avvicinata al curling?

«Sono nata e cresciuta a Zugo insieme alla mia gemella Helga, a pochi metri dalla pista di ghiaccio. Mio padre ci portava a vedere le partite, e l’idea di praticarlo ci ha subito stuzzicate. Abbiamo iniziato a 14 anni, eravamo tra le prime ragazze in Svizzera».

Il nome Oswald è legato alla storia del Curling Club Zugo, fondato nel 1966. Quali sono i suoi ricordi più belli?

«Con Helga abbiamo vinto due titoli svizzeri juniores, partecipando ai Mondiali del 1990 in Canada e a quelli del 1992 in Germania, dove abbiamo conquistato il bronzo. Helga ha vinto anche l’argento nell’edizione del 1991 in Scozia. Vestire la maglia rossocrociata è stato un grande onore. I miei zii Werner e Rolf Oswald hanno pure disputato due edizioni iridate». 

Nel 2024, a 32 anni dal suo ultimo titolo nazionale, è tornata a vincere il campionato svizzero, questa volta nella categoria Over 50. Una bella impresa!

«È stato un dono inaspettato. Avevo ripreso a giocare per diletto nel 2021 a Chiasso: quando una mia amica mi ha proposto di unirmi alla sua squadra di Morges per il torneo nazionale, ho accettato subito. Abbiamo giocato benissimo nelle fasi cruciali della competizione e siamo state addirittura premiate con la medaglia d’oro. Un’emozione ancora più intensa del primo titolo, perché mi ha permesso di disputare un altro Mondiale».

A Östersund, in Svezia, una delle nazioni più rappresentative del curling, la Svizzera ha sfiorato il podio.

«Abbiamo superato proprio la Svezia nei quarti, ma nella finale per il bronzo siamo state sconfitte dalla Scozia per 6-3, che ci ha sorpreso con un parziale di 3-0 nel secondo degli otto “end”. La nostra squadra di Morges, che di fatto componeva in blocco la nazionale svizzera, ha dato tutto. Ora ci concentriamo sugli assoluti nazionali del 2025, dove cercheremo di difendere il titolo».

Cosa la affascina del suo sport?

«Il fair play è una componente fondamentale del curling, tanto da avere un codice etico che promuove il gioco leale, l’onestà e il rispetto per gli avversari. “The spirit of curling” si manifesta anche nell’ammissione dei propri errori, affrontando in modo corretto le partite e riconoscendo con un complimento le mosse vincenti dei rivali. Inoltre, il gioco si distingue per l’auto-arbitraggio, che richiede ai partecipanti un alto livello di integrità e sportività. Al termine di ogni partita, i vincitori hanno l’obbligo di offrire da bere agli sconfitti. Questa tradizione unisce le squadre in un momento di convivialità, a simboleggiare l’amicizia e la stima che trascendono la competizione».

I Mondiali in Svezia dello scorso aprile sono stati un’esperienza memorabile, disputati in contemporanea con quelli della categoria élite nel doppio misto.

«Sono stati dieci giorni emozionanti con le mie compagne di nazionale Daniela Rütschi-Schlegel, Caroline Dryburgh e Corinne Anneler. Purtroppo, Laurence Bidaud ha dovuto rinunciare all’ultimo momento, ma lo spirito di squadra ha prevalso in un ambiente animato da oltre 350 giocatrici e giocatori. È stato bello ritrovare avversarie che avevo già incontrato ai Mondiali del ’90 e del ’92».

Suo marito, l’avvocato Gian Maria Bianchetti, è stato un grande sostenitore in questa spedizione scandinava.

«Gian Maria era presente a Östersund come tifoso. Mi ha sempre appoggiata, anche nella scelta di riprendere a giocare. Mi alleno a Chiasso e partecipo a diversi tornei in Svizzera, e lui non manca mai. Recentemente, ha iniziato a praticare il curling, quindi ora possiamo prepararci insieme».

Oltre allo sport, condividete anche l’ambito professionale…

«Esattamente. Mi sono trasferita in Ticino proprio per ragioni di lavoro. Quando mio marito ha aperto lo studio legale a Lugano nel 1999, ho deciso di seguirlo e di mettere a frutto le mie competenze. Il mio ruolo al suo fianco è prevalentemente amministrativo, ma mi occupo anche di alcuni clienti e consigli di amministrazione. È un’attività che mi piace e che mi stimola, perché ho sempre avuto una forte motivazione a impegnarmi in ambito professionale».

Un altro grande progetto è iniziato nel 1998 con la nascita del vostro primogenito Emanuele, seguito da Giancarlo e Giorgia.

«La famiglia è una fonte di grande energia. Siamo orgogliosi dei nostri figli, che hanno praticato diversi sport, tra cui la vela, il basket, la danza moderna e anche il curling. Emanuele è un arbitro di calcio appassionato e impegnato ogni finesettimana. E da 12 anni la nostra casa è allietata da Buddy, il nostro cagnolino».

I sogni di una ragazza di Zugo che ha iniziato a viaggiare grazie allo sport si sono realizzati…

«Mi considero una donna felice. Ho avuto la fortuna di conoscere persone positive e soprattutto mio marito Gian Maria. Sorrido quando penso alle prime trasferte in treno con Helga: la gente ci guardava con le scope e ci chiedeva se pulissimo le carrozze! All’inizio era imbarazzante, ma le vittorie ci hanno ripagato della nostra passione per il curling. È uno sport che richiede concentrazione, precisione e spirito di squadra. Si adatta a tutte le età e livelli di forma fisica, e offre un’esperienza unica e coinvolgente».

Il Principe Filippo e la “rinascita” di Janine Bianchetti-Oswald

Il Principe Filippo, scomparso nel 2021 all’età di 99 anni, nutriva una grande passione per gli sport equestri, in particolare per attacchi, che ha praticato a livello internazionale. Durante la sua lunga vita al fianco della Regina Elisabetta II, con la quale ha trascorso 73 anni a Buckingham Palace, il Duca di Edimburgo si è distinto per il suo impegno nella promozione di altre attività sportive.

E proprio il Principe Filippo, in occasione di una serata di gala a Lugano nel 2005, ha giocato un ruolo fondamentale nel rilancio della carriera agonistica di Janine Bianchetti-Oswald. «Ebbi l’onore di cenare al suo fianco durante un evento del WWF International, di cui era presidente», racconta la rossocrociata. «Parlammo a lungo di curling e il Principe si mostrò interessato ai risultati che avevo ottenuto con la mia gemella Helga».

«Sarebbe bello che lei continuasse con il suo entusiasmo e il suo talento», le disse il Duca di Edimburgo con un sorriso. «Quelle parole mi rimasero impresse», confessa Janine, tre volte campionessa svizzera. «All’epoca, però, avevo già tre figli e mio marito aveva appena aperto il suo studio legale a Lugano. Non era facile riprendere l’attività agonistica».

Ma il desiderio di tornare a competere ai massimi livelli non si spense mai. «Con mio marito Gian Maria abbiamo ricordato spesso quel nostro incontro con il Principe Filippo. E tre anni fa ho deciso di ricominciare».

La scelta si è rivelata vincente: oro immediato ai Campionati svizzeri e partecipazione ai Mondiali 2024 in Svezia, con un eccellente quarto posto. «Un risultato che mi riempie di orgoglio, come il bronzo iridato del 1992 in Germania», conclude la campionessa. «E che, in un certo senso, dedico anche al Principe Filippo, che con le sue parole ha contribuito a riaccendere la mia passione per il curling».