Avrei voluto, ma poi nel nome della discrezione non l’ho fatto, ma credetemi se vi dico che una sbirciatina nell’agenda di Giorgio Rocca la darei volentieri, non per curiosare negli affari suoi, ma per capire quante cose un uomo sia in grado di fare in un solo giorno. Per darvi un assaggio, vi dico che la nostra intervista è stata fatto tra una call e l’altra ed ho subito capito che, in una sua giornata tipo, 30 minuti tutti di fila non sono facili da trovare se ci si chiama di nome Giorgio e di cognome Rocca. Però, come si suol dire, l’abbiamo portata a casa e Giorgio ancora una volta si è dimostrato una persona disponibile, senza fronzoli e schietta al punto giusto.
Da dove partiamo? Dal fatto che la sua vita è un’evoluzione continua, altro che appendere gli sci al chiodo e dormire sugli allori. Giorgio Rocca dà sempre l’impressione di essere un uomo che una ne pensa e cento ne fa, poi ne pensa altre dieci e ne fa altre mille.
Partito a St. Moritz con la sua prima Ski Academy, si è allargato a Crans Montana, seguita da Livigno, e poi la necessità di fermarsi ovviamente non è rientrata nei suoi piani. Dunque all’appello ora ci sono anche le Ski Academies di Madonna di Campiglio, Cervinia-Zermatt e Courchevel. Sei vette in cui gli appassionati di sci possono praticare questo meraviglioso sport seguiti da maestri professionisti selezionati direttamente dall’ex sciatore di caratura mondiale. L’onnipresenza ovviamente non è fattibile, ma grazie alla sua agenda organizzatissima (che deve essere a forma di tetris), Giorgio a rotazione riesce ad essere presente ovunque.
Ex Campione del Mondo di categoria, oltre alle sue Ski Academies si è creato anche altre carriere parallele come commentatore televisivo, Brand Ambassador e Testimonial (tra i diversi brand che collaborano con lui figurano Falconeri, Svizzera Turismo e Giorgio Armani).
Ed è proprio con il «re della moda» che Rocca collabora attivamente testando i capi d’abbigliamento sportivo…
«Esattamente, sto testando le nuove linee di abbigliamento che Giorgio Armani ha creato per lo sci. Oltre ad essere capi altamente tecnici, Armani ovviamente tiene molto anche allo stile, un connubio non evidente da realizzare».
E sarà infatti proprio Giorgio Armani a vestire tutti gli atleti della Nazionale Italiana che parteciperanno alle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, l’edizione geograficamente più estesa di sempre che per la prima volta coinvolgerà due città di due regioni diverse. Olimpiadi che Giorgio conosce molto bene e che come tante altre competizioni gli hanno regalato dei momenti indescrivibili di adrenalina, brividi, concentrazione, endorfine e gioia pura.
Si possono ritrovare certe emozioni nella vita post agonismo?
«Sinceramente? No. Le emozioni che ho provato ai blocchi di partenza, nelle curve, nelle scivolate, al traguardo e sui podi sono incomparabili. Certamente nella mia vita ho avuto tante altre gioie immense, ma se parliamo di quelle emozioni, beh, quelle non tornano più».
Come ogni atleta professionista, ad un certo punto anche lui ha dovuto fare i conti con l’anagrafe e ritirarsi dalle competizioni ma, anche ora che ha 48 anni, guardandolo si può dire che l’anagrafe è davvero solo un numero.
Come fai ad essere sempre così in forma?
«Curo molto l’alimentazione, sto attento alla qualità dei prodotti, mangio tantissime verdure e cerco di non esagerare con i carboidrati semplici, con la carne rossa e con l’alcool. Certo, un buon bicchiere di vino rosso me lo gusto con piacere, ma finisce lì, non esagero perché so che non mi fa bene».
Andiamo un po’ più nel dettaglio: cosa mangi a colazione?
«Inizio col dirti che la colazione per me è fondamentale, non potrei mai saltarla. Ci sono degli amici che praticano il digiuno intermittente ed il primo pasto lo mangiano alle 14. Non fa per me, io mi alzo la mattina ed ho proprio bisogno di nutrire il mio corpo; dunque mangio dei fiocchi d’avena con latte di mandorle, aggiungo della frutta e anche dello yogurt greco. Questa è la mia colazione tipo e mi fa sentire bene. E poi cerco di mangiare a casa e cucinare alimenti freschi ogni volta che posso, così so esattamente da dove provengono e come li condisco».
E se devi concederti uno sfizio, quale è?
«Non toglietemi la pizza la domenica sera, e nemmeno un bel piatto di pasta o un bel pezzo di carne. Sono dei piacere ai quali, con moderazione, non rinuncio. E poi pratico sempre tantissimo sport».
Sempre in movimento tra piste di sci, mountain bike, moto e arrampicata, si fa davvero fatica a visualizzarti fermo su una sdraio in riva al mare a goderti un po’ di relax nei mesi estivi…
«Hai perfettamente ragione, non riesco mai a stare fermo, non fa proprio parte del mio carattere. D’estate sono spesso in montagna con i miei figli e pratichiamo assieme tantissimi sport diversi, e quando siamo al mare ci cimentiamo negli sport acquatici. Sono fatto così, sempre in movimento». Vivere sempre al massimo è certamente elettrizzante, ma impegnativo, sia fisicamente sia mentalmente.
Come gestisci la tua parte interiore, quella della consapevolezza?
«Potrei fare di più, me ne rendo conto. Dovrei meditare, praticare yoga, so che mi farebbe bene. Però a modo mio riesco comunque a svuotare la mente, nei momenti in cui scio da solo. È una sensazione bellissima».
Ora gli atleti professionisti sono seguiti da nutrizionisti, da mental coaches, da psicologi: come era la situazione quando militavi in Nazionale?
«Nulla di tutto ciò. Ognuno si arrangiava come poteva, sia per la nutrizione che per la salute mentale. Io posso dire con orgoglio di aver pagato di tasca mia uno psicologo affinché mi seguisse, per aiutarmi a gestire lo stress, per capire meglio la mia mente. Ai tempi mi davano del matto, ora invece hanno capito che questo tipo di percorso fa un gran bene per sciogliere dubbi ed attuare un lavoro interiore».
Sei una persona che punta sempre molto in alto, esigente verso se stesso, perché sicuramente hai sempre saputo dove potevi arrivare…
«È vero, pretendo molto da me. È sempre stato così, infatti non avrei mai potuto praticare uno sport di squadra: se un mio compagno non avesse dato il 100% difficilmente sarei riuscito a stare zitto».
Autentico senza freni, e profondamente convinto che l’onestà verso se stessi e verso gli altri sia un fattore imprescindibile sia nella vita che nello sport. «Lo dico sempre anche ai miei figli, se non sei fair non potrai mai essere veramente soddisfatto di te stesso».
E se lo dice una persona che si è conquistato tutto da solo, senza scorciatoie e con grande rispetto, direi che possiamo sottoscrivere ad occhi chiusi.