Jeddah, la vivace città costiera dell’Arabia Saudita con una popolazione di 4 milioni di abitanti sul Mar Rosso ha appena ospitato lo scorso 2 e 3 febbraio un evento davvero “elettrizzante”: il primo gran premio della serie E1. Questo debutto mondiale potrebbe segnare una svolta nell’interesse per gli sport acquatici a motore, che per troppo tempo hanno perso appeal a livello competitivo, sia per motivi storici e commerciali, sia per questioni di sicurezza e, più recentemente, per la sostenibilità ambientale ed economica.
Ciò che generalmente è mancato alla motonautica è stata una strategia inclusiva, internazionale e commerciale in grado di mantenere vive le gare, almeno nei tre continenti dove la nautica da diporto è più popolare, prendendo spunto dagli sport di massa anziché da quelli di nicchia. La motonautica ha quindi perso terreno in quasi tutte le sue discipline, lasciando solo un modesto spazio di gloria ai jet ski e ad alcuni eventi classici, e sembrava essere scomparsa dalle principali manifestazioni.
Tuttavia, una serie di circostanze favorevoli rendono ora questo sport estremamente attraente. Innanzitutto, l’aspetto tecnico è estremamente attuale e innovativo. L’organizzazione ha infatti risposto alla necessità di offrire uno spettacolo di alto livello con una barca monoposto leggera e veloce alimentata esclusivamente ad energia elettrica, sollevata dall’acqua grazie ad alcune pinne chiamate “foil”, che offrono una resistenza all’avanzamento molto bassa. La propulsione e la batteria sono dimensionate per viaggiare a velocità di gara vicine ai 50 nodi con un dispendio energetico molto efficiente e contenuto. Questo modello potrebbe presto diventare un prodotto commerciale performante, con capacità per più passeggeri, e competere con il noto monoscafo svedese dei cantieri Candela.
Quali sono gli ingredienti per emergere come un evento globale? I pilastri per un successo annunciato sono diversi, a partire dal formato preso in prestito dalla Formula E: sostenibilità, efficienza, inclusività. Non solo il 50% di donne, ma anche un’atleta dell’Arabia Saudita, già nota come pilota di rally per aver partecipato alla celebre Dakar. Inoltre, una visibilità sociale estremamente ampia e diversificata, con numerosi seguaci online: questi sono i segreti della nuova serie.
Nonostante sia ancora una novità, il campionato E1 Series beneficia dell’esperienza dell’organizzazione capitanata da Alejandro Agag, il promotore del campionato del mondo automobilistico con monoposto completamente elettriche, la Formula E, supportato dal Ceo italiano Rodi Basso, che in curriculum ha Nasa, Ferrari, Magneti Marelli e McLaren fra le principali referenze. Grazie alla sua posizione dominante negli sport a propulsione elettrica, lo sviluppo e il lancio di questo nuovo prodotto hanno potuto attingere alle tecnologie già sviluppate in oltre dieci anni di corse su strada, per quanto riguarda i motori e la gestione delle batterie.
È un circus che nasce già grande, e per questo non può trascurare nessun dettaglio, considerando le alte aspettative per un “sottoprodotto” di un evento forte come la Formula E. Il sostegno del Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita e del principe reggente della federazione saudita di motonautica è stato fondamentale per garantire lo sviluppo sereno delle barche e una calendarizzazione prestigiosa sin dall’inizio. Una grande apertura a Jeddah, seguita da tappe a Venezia e Puerto Banus (Marbella), testimoniano una scelta di internazionalità e varietà di scenari che non può che far bene a far conoscere questo evento. È contesa anche la firma imminente di Ginevra per includere una tappa in acque dolci già quest’anno. La maneggevolezza di queste barche e la possibilità di affrontare curve dal raggio relativamente stretto le rende adatte anche a campi di gara più piccoli, come quello già visto a Lugano pochi anni fa con i catamarani: i tracciati, inoltre, disegnati con boe mobili che non causano problemi ai fondali, sono pensati per offrire una visione quasi totale da terra.
Le novità e le peculiarità del formato di gara rispetto a qualsiasi altra competizione marina sarebbero troppo lunghe da elencare, ma su tutte spicca la decisione di prevedere un turno di guida alternato fra uomini e donne: ogni equipaggio infatti deve essere composto da una squadra mista e ogni sessione deve obbligatoriamente alternare i piloti. Tuttavia, il vero elemento innovativo per questo mondo è stato coinvolgere personalità e vip di livello internazionale come team manager. Uomini d’affari, sportivi e artisti musicali di spicco, con milioni di seguaci sui social, si sono uniti a questa iniziativa, accomunati da una sensibilità ambientale pronunciata e dalla volontà di impegnarsi direttamente su questo tema, anche a beneficio delle proprie attività.
Oltre al famoso tennista Rafa Nadal, anche le altre personalità extraeuropee coinvolte non offrono un pubblico ‘verticale’ che viene dal ‘solo’ mondo della nautica. Anzi, sono tutti ben distinti come area geografica e tematica. Sono ‘pezzi da novanta’ internazionali molto vari. Così diversi che, in una disciplina sportiva, non si erano mai visti. Parliamo di Sergio Perez, pilota di Formula 1 messicano noto ancora attivo nel team Red Bull Racing a fianco di Verstappen.
Didier Drogba, un leggendario calciatore ivoriano noto per la sua potenza fisica, il suo carisma e il suo incredibile talento nel segnare gol cruciali. Drogba è noto non solo per le sue abilità calcistiche, ma anche per il suo impegno sociale, essendo stato coinvolto in numerose opere di beneficenza e progetti umanitari. Tom Brady è considerato uno dei più grandi quarterback nella storia della National Football League (NFL). Virat Kohli, è considerato uno dei migliori battitori nel cricket moderno, con una capacità di dominio del gioco che lo ha portato a conquistare numerosi record e premi individuali. Steve Aoki è un famoso DJ e produttore musicale conosciuto per le sue performance energetiche e innovative, fondatore della casa discografica Dim Mak Records. Marc Anthony è un cantante, attore e produttore discografico portoricano-americano famoso per la sua voce potente e il suo carisma sul palco. Ha venduto milioni di album in tutto il mondo e ha vinto numerosi premi, tra cui Grammy e Latin Grammy Awards. La sua musica, che mescola elementi di salsa, pop latino e ballate romantiche, ha conquistato il cuore di un vasto pubblico internazionale.
Il ruolo centrale della sostenibilità attraverso l’efficienza e la biodiversità
La E1 è differente da qualunque forma di gara motonautica precedente perché è la prima che seriamente si pone il problema di portare innovazione attraverso una tecnica di costruzione dello scafo e della propulsione davvero efficiente e utile, come già accennato.
Grazie al fondamentale supporto del principale partner del campionato, il Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita, è stata instaurata una collaborazione sin dalle origini della E1 con l’importante King Abdullah University of Science and Technology (Kaust), una pioniera mondiale in numerosi progetti ecologici.
In cima a tutti i soggetti coinvolti, grazie al contributo di uno scienziato di fama mondiale come Carlos Duarte, il biologo marino più citato e considerato il 12º al mondo per l’influenza sui cambiamenti climatici, la E1 è diventata la piattaforma ideale per promuovere l’adozione di tecnologie sostenibili e la conservazione degli oceani. Duarte è un pioniere e un leader nel campo della ricerca sui coralli, ecosistemi marini cruciali per la biodiversità e la salute degli oceani. Ha dedicato la sua carriera allo studio dei coralli e alla comprensione dei fattori che minacciano la loro sopravvivenza, come il cambiamento climatico, l’inquinamento e la distruzione degli habitat.
Il suo progetto sui coralli presso la Kaust è particolarmente significativo perché mira a salvare questi delicati organismi attraverso un approccio multidisciplinare che include ricerca scientifica, conservazione e educazione pubblica. Duarte lavora per sviluppare strategie innovative per proteggere e ripristinare i coralli, utilizzando tecnologie all’avanguardia e collaborando con istituzioni scientifiche, governi e organizzazioni non governative in tutto il mondo. Può contare sulla ‘nursery’ a terra e in situ più grandi del mondo e, oltre ai coralli sauditi, hanno in programma di aiutare anche gli altri ecosistemi corallini più rilevanti nel Mar Rosso, nelle americhe, nell’Oceano Indiano e nel Pacifico.