Come sempre accade, la tecnologia, una volta messa a punto, genera nuovi contenuti, linguaggi, immaginari, ed anche produttori e prodotti, consumi e consumatori.

Dopo quasi un secolo, si è celebrata ancora il 13 febbraio la Giornata Mondiale della Radio, promossa dall’UNESCO. Il tema di quest’anno è stato Radio is you ovvero “La radio sei tu”, sottolineando sempre con forza che le stazioni radio possano sostenere la libertà di espressione attraverso una corretta comunicazione. La radio, che ha l’obiettivo di promuovere un dialogo costruttivo tra le comunità, deve dare la possibilità a tutti gli ascoltatori di partecipare, così da poter rappresentare i diversi punti di vista e le diverse esperienze. La partecipazione è cambiata con i cambi delle tecnologie e delle comunità. Al giorno d’oggi, nonostante la “competizione” con la televisione, la radio è ancora uno dei mezzi di comunicazione più importanti e più seguiti.

È semplice, versatile, diretta, rapida e particolarmente adatta all’ascolto in mobilità. Tali caratteristiche sono oggi rafforzate dall’interattività e dalla “crossmedialità”. Nessun mezzo di comunicazione ha saputo reinventarsi e adattarsi ai nuovi linguaggi di internet come la radio. Possiamo dire che la radio sia stata essa stessa per prima un social, in quanto collettore di esperienze a confronto. Come è cambiata realmente la radio con l’arrivo dei social e soprattutto come è cambiato il modo di dare e approfondire le notizie districandosi tra i vari Facebook, Twitter e Instagram, giusto per citare i più popolari? E allo stesso tempo assicurare un ascolto sempre maggiore? Per parlare di tutto ciò la STRP ha incontrato Matteo Pelli, direttore di Radio3i, la radio privata più ascoltata del Canton Ticino con ascolti in costante crescita e un’immagine fresca e dinamica.

Tutta casualità e simpatia del suo direttore o risultato di un preciso piano strategico finalizzato a coinvolgere il pubblico condividendo contenuti di interesse? Il merito è della splendida squadra di Radio 3i che si fa apprezzare per la sua professionalità e la sua simpatia, ha sottolineato con orgoglio Matteo Pelli.

Simpatia, buona musica, intrattenimento e un’informazione completa e sempre più attenta alle esigenze del pubblico rappresentano gli ingredienti di un palinsesto apprezzato da un pubblico sempre più vasto.

Anche Radio3i fa un largo uso di Whatsapp, note vocali e messaggi. Questa massima libertà del mondo social è stimolante, permette di apprendere e condividere contenuti con una velocità e una capillarità che non si era mai vista prima d’ora. Con i pro e con i contro. L’attenzione deve essere infatti ancora più alta sui contenuti per rispetto agli ascoltatori! Attraverso i social, gli ascoltatori possono essere assolutamente determinanti per la costruzione del programma. Se il pubblico di una trasmissione è attivo sul web, automaticamente inizia a fare opinione, e dunque acquista rilievo. Senza contare che i social permettono di allargare ulteriormente la nostra platea di ascoltatori e di fidelizzarla.

Personaggio poliedrico, come oggi forse deve essere un mezzo di comunicazione di massa, Matteo Pelli considera la radio come una sorta di comunità dove gli ascoltatori sono protagonisti insieme a tutta la squadra dell’emittente, una squadra vincente ma che deve continuamente cambiare, essere attenta alle esigenze dei followers e anche anticipare! Stupire, ecco cosa deve fare la radio secondo Matteo Pelli. 

Non è quindi successo quello che cantava una canzone degli anni ’80 dove le radio scoppiavano e la televisione sembrava dovesse avere il sopravvento: “Video killed the radio star”, non vale al passato, ma non varrà neanche al futuro!

 

DIDA FOTO Come garantire il successo in radio: Incontro con Matteo Pelli