L’esposizione, curata da Beatrice Merz e sviluppata dalla Fondazione Merz, propone una selezione delle opere più iconiche di Marisa Merz, mettendo in rilievo una tematica svolta nel lavoro dell’artista, ovvero la sua ricerca sul volto o meglio sulla figura. «Il percorso della mostra – afferma Beatrice Merz – è disegnato per garantire alle singole opere di intrattenere un dialogo serrato tra loro creando, così, un campo di forza scandito da una successione di volti sconosciuti e trasfigurati, ma strettamente reali».

Il progetto espositivo si avvale di prestiti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private – in gran parte svizzere – oltre che dalla collezione personale dell’artista. Complessivamente, sono presentate 45 opere, utilizzate nell’arco di circa cinquant’anni, che ripercorrono l’universo creativo di Marisa Merz: dal disegno su diversi supporti alla scultura in argilla cruda, dalle tessiture di filo di rame e da nylon negli oggetti trasformati in cera, nel tentativo di restituire tutte le modalità espressive proprie dell’artista.

L’esposizione comprende alcuni capisaldi della produzione dell’artista. Opere come Senza titolo (1975) documentano gli esiti più alti dell’immagine sul filo di rame, mezzo espressivo di quello di esplorare i confini tra disegno e scultura. A partire dagli anni Settanta i suoi interventi acquistano un carattere compiutamente ambientale, come testimonia la grande installazione in fili di rame lavorati a maglia, realizzati nel 1979 e da allora mai più esposta.

La mostra prosegue con selezione di lavori, alcuni inediti, quali disegni e tecniche miste su diversi supporti unitamente ad un raffinato gruppo delle sue celebri testine in creta. Tutte le opere che dagli anni Ottanta tracciano il percorso più recente di Marisa Merz, mettendo in luce una tematica attuale nella sua produzione, immaginando sul volto o sulla figura, individuando come punto di riferimento nel percorso espositivo. Il titolo stesso della mostra Geometrie sconnesse palpiti geometrici – frase autografa dell’artista, appuntata su una parete della sua casa-studio – si pone come sibillina guida al personalissimo universo segreto di Marisa Merz, di cui mostra la mostra di Lugano e rigorosa al tempo Stesso.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano e inglese che include un testo introduttivo di Beatrice Merz, Presidente della Fondazione Merz, unitamente a saggi critici degli storici dell’arte Ester Coen e Douglas Fogle. La pubblicazione edita da Mousse Publishing, Milano, è corredata da immagini a colori di tutte le opere esposte e fotografie dell’allestimento.

Contestualmente all’esposizione temporanea, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati propone come ogni anno una selezione inedita di opere provenienti dalla raccolta, che comprende artisti internazionali tra i più rilevanti delle avanguardie del XX e XXI secolo. Fulcro dell’allestimento è nell’intera sala dedicata ai principali esponenti dell’Arte Povera, nell’intento di sottolineare l’importanza del contesto culturale in cui Marisa Merz si trova ad assistere agli esordi della sua carriera artistica.

Ingresso gratuito

Collezione Giancarlo e Danna Olgiati

Lungolago Riva Caccia 1, 6900 Lugano

Tel .: 41 (0) 91 921 46 32

info@collezioneolgiati.ch

www.collezioneolgiati.ch

www.masilugano.ch

 

Orari

venerdì – domenica: 11:00 – 18:00