È morto nel capoluogo lombardo, dopo aver lottato per tanti anni con un tumore raro, l’angelo di Milano, Roberto Bagnato – il cui nome ci è noto soltanto da pochi anni. Un grande benefattore discreto, che dopo aver cominciato ad aiutare le persone in stato di difficoltà, aveva scelto di farlo nel più completo anonimato. Decine e decine sono i casi e i racconti delle persone e delle famiglie da lui sostenute. Gesti concreti, che hanno veramente cambiato la vita di centinaia di uomini, donne e bambini. Dal pagare l’affitto e le bollette, al trovare un lavoro o un alloggio, al fornire generi di prima necessità, Bagnato dopo una vita da manager bancario aveva deciso di dedicarsi al prossimo.
Un’indole certamente gentile e altruista ai limiti dell’abnegazione, unita alla consapevolezza di tante situazioni di miseria che aveva visto e di cui non riusciva a capacitarsi, hanno fatto di lui uno degli uomini che certo più mancherà alla città meneghina.
Fino all’ultimo ha continuato ad aiutare i bisognosi, anche grazie alla sua fondazione, in Italia e all’estero, sempre sorprendendosi di come i tanti manager che aveva visto e conosciuto durante la sua carriera in banca, con un potere di spesa così forte, non si dedicassero ad aiutare gli altri.
Mancherà Roberto, non soltanto ai suoi cari, ma a tutta la città e a tutti e tutte coloro che credono ancora nella solidarietà e vedevano in lui un modello. Mancherà in quest’epoca in cui i gesti gentili sono così rari, in cui l’individualismo ha preso il sopravvento in tanti contesti. Mancherà perché non solo agiva, ma era in grado di ispirare, di spronare a gesti generosi, una guida insomma, persino quando nessuno sapeva quale fossero il suo nome e il suo volto.
Mancherà, ma restano a consolazione la gratitudine di ogni singola persona che ha potuto, grazie al suo aiuto, rivedere la luce nei giorni più bui.