Shi Xing Mi fa parte della 32esima generazione di monaci della disciplina Shaolin. È un monaco laico che si dedica alla missione di condividere questa cultura antica, integrandola con le sue conoscenze dell’imprenditoria, come un sistema di inestimabile valore capace di rivoluzionare in modo profondo la vita lavorativa delle aziende. È nato come Walter Gjerja in un piccolo paesino ai piedi delle Alpi, vicino a Torino, ma sin dall’adolescenza ha vissuto in vari paesi. Torino, Alessandria, Melbourne, Sydney, Hong Kong, Beijing, Shaolin, Milano e Lugano. Da adolescente, una delle prime scuole di Kungfu Shaolin in Europa si trovava a 500 metri da casa sua — “forse nulla succede per caso” e questo percorso era destinato a dare forma alla sua vita… Oggi vive fuori Lugano, vicino ad un bosco, dove si allena e medita tutti i giorni, in base agli impegni da 20-30 minuti a 2-3 ore — a volte in modo estremamente fisico altre muovendo mente e spirito. Il tempo che passa fermo in un luogo è molto poco poiché viaggia circa 200 giorni all’anno. Quando è a casa si dedica alla gestione delle attività didattiche e a scrittura, lettura, fotografia, cucina e tè. Al centro della sua vita mette rispetto, crescita, impegno, compassione, disciplina, coraggio, passione e serenità. Delle qualità che porta in tutto il mondo attraverso workshop, seminari e incontri di crescita per singoli ed aziende — da Disney ad A.C. Milano, da Red Bull a Jaguar e BMW. Tramite il progetto Shaoness (www.shaoness.com) ha l’opportunità, con il supporto di Guido DeCarli suo partner globale e di ARU, la sua struttura di Lugano, di potersi focalizzare totalmente sull’insegnamento e sulla creazione di nuovi strumenti e media, per poter condividere i segreti di questa cultura millenaria in modo sempre più efficace e di beneficio ad un ampio numero di imprenditori in tutti i paesi ed ambiti.
Come viene concepito il cammino di un uomo dal punto di vista di un Monaco Shaolin? Qual’è il senso profondo del percorso umano?
«Il percorso di vita è visto come una via di crescita e condivisione, un processo evolutivo di apprendimento e al contempo un’opportunità per tutti di contribuire in ogni ambito, in maniera più o meno rilevante, poiché ognuno di noi fa parte del tutto. Un percorso definito da valori – quali rispetto, umiltà, coraggio, disciplina, passione, compassione – e costruito con amore e attenzione ma anche con errori e incidenti, sempre consci della propria umanità e quindi dediti a migliorarsi con positività anche nelle quasi inevitabili cadute. Gioire del viaggio e impegnarsi a farlo al meglio, per quanto possibile con serenità!».
Quali tappe, avvenimenti cruciali, hanno definito il tuo cammino portandoti ad essere l’uomo di oggi?
«Nell’infanzia avevo già una propensione per l’introspezione e per una ricerca, seppur ovviamente non chiara, forse eredità di percorsi precedenti. In seguito, intorno ai 12-13 anni, l’inizio – per caso o per destino – della pratica di Kungfu Shaolin è stato sicuramente il primo passo verso la via che ho poi intrapreso in toto molti anni dopo. Gli spostamenti internazionali in età adolescenziale, dovuti al lavoro di mio papà, sono stati all’epoca piuttosto duri per me ma con il senno di poi hanno sicuramente accelerato la mia multiculturalità. Gli studi universitari – svolti in parallelo al percorso Shaolin – e soprattutto la susseguente carriera molto rapida ed entusiasmante, culminata con la quotazione in borsa di una società di cui ero CEO all’età di 28 anni, hanno condensato in meno di un decennio esperienze estremamente formative, grazie alle quali posso ora declinare con efficacia la cultura Shaolin in ambiti molto variegati. Poi una serie di errori e sfortune, in ambito finanziario e lavorativo, mi hanno insegnato le più importanti lezioni sulla gestione delle difficoltà e delle sconfitte; al contempo, però si sono create le condizioni ideali per completare il mio percorso Shaolin e prendere i voti di Maestro: a volte quella che sembra una velocissima corsa in autostrada pare interrompersi improvvisamente a causa di una frana, magari invece ci consente di vedere la nostra via, quella giusta, che diramava quasi nascosta…».
Dalla pratica delle arti marziali allo studio della filosofia fino al business coaching per aziende importanti e workshop con centinaia di partecipanti… com’è andata?
«Quando ho deciso di prendere i voti come monaco Shaolin laico – cioè che sceglie di vivere e insegnare nella società e non rimanere all’interno del monastero – non avevo ben chiaro come coniugare le mie esperienze e competenze. Sicuramente volevo rendere la millenaria saggezza Shaolin, a mio avviso di estrema completezza e beneficio negli ambiti più disparati dell’esistenza umana, utile e fruibile per tutti e non solo per chi vi dedica anni di studio. Anche il mio Maestro mi ha spinto in quella direzione, intuendo, dice lui, la mia “unicità” in tal senso. Così a poco a poco ho iniziato a insegnare, dapprima in modo più tradizionale in scuole Shaolin già esistenti, poi in alcuni centri fondati da me e dai miei primi allievi, in seguito in un crescente numero di ambiti sempre più variegati, culturali e aziendali. Con l’accumularsi delle esperienze e i benefici riscontrati da migliaia di partecipanti, la mia missione divulgativa continua ad ampliarsi in particolare nel mondo del Business e oggi, grazie anche a un fantastico partner operativo e a coordinatori in varie parti del mondo, posso dedicarmi con totale focus alla condivisione di questa antica saggezza declinata per i tempi moderni».
In che modo la filosofia che veicoli, unita alle discipline fisiche, aiuta le persone e le aziende?
«La cultura Shaolin si basa sul miglioramento dell’ecosistema umano, composto da corpo – mente – spirito. Tutti gli strumenti e tecniche Shaolin, filosofiche o fisiche, altro non sono che sofisticati metodi per migliorare aspetti “macro” quali il benessere, la performance, l’efficienza, la serenità, la resilienza, l’energia, il benessere e molti altri, declinati poi negli elementi “micro” che li compongono. Tale approccio può essere sia individuale sia collettivo (per un team o un’organizzazione) poichè il gruppo altro non è che la somma di tanti ecosistemi individuali, regolata da specifiche metodiche di comunicazione e interazione fra i singoli. Quindi moltissime problematiche in ambito lavorativo, a partire ad esempio da stress e resistenza al cambiamento, possono essere affrontate in modo tanto antico quanto al contempo innovativo».
Cosa accade nelle tue sessioni di coaching individuali e di gruppo indirizzate agli imprenditori?
«Innanzi tutto si crea un contesto in cui far emergere le reali necessità o problemi, definendo percorso ed obiettivi. Poi l’approccio è sempre molto pragmatico e concreto; la filosofia pertinente all’argomento trattato viene spiegata con chiarezza e immediatezza, quindi testata e applicata in modo pratico, con esempi ed esercizi – teorici o pratici – di tipologie estremamente diverse in base al tema ed obiettivi. Infine vengono illustrati e studiati gli strumenti, tecniche e metodi per implementare il necessario processo di cambiamento nel “sistema azienda” che porterà agli obiettivi prefissi la cui chiave di volta risiede nell’accompagnamento personalizzato».
Come vedi l’umanità e il mondo di oggi? Quali sono le potenzialità… quali sono le qualità da nutrire, rigenerare, ricentrare?
«Mai come oggi abbiamo, non tutti purtroppo ma in molti, opportunità di benessere e sicurezza che ci dovrebbero consentire una maggiore serenità… ma mai come oggi forse la serenità è carente, vittima di valori spesso distorti. Mai come oggi abbiamo, non tutti purtroppo ma in molti, incredibili possibilità di crescita, comunicazione e condivisione…ma mai come oggi forse le trasformiamo in un rumore di fondo che paradossalmente ci allontana dagli altri e anche da noi stessi. Mai come oggi abbiamo, non tutti purtroppo ma in molti, stimoli e strumenti per performance tanto eccezionali quanto sostenibili…ma mai come oggi forse siamo invece condizionati da teoremi distorti dove la performance viene prima di tutto spesso a discapito del benessere e della sostenibilità. La performance dovrebbe essere invece una conseguenza di valori di base quali benessere, crescita, condivisione e serenità».
Cosa significa essere presenti nel qui ed ora?
«L’unica realtà è il presente. Il passato è la memoria, il futuro è l’immaginario, il primo non esiste più, il secondo non esiste ancora. Il che non vuol dire non darvi importanza, non ricordare o pianificare, anzi! Ma sarà nel presente che applico le lezioni del passato e nel presente che costruisco i percorsi del futuro. L’unica realtà è il presente, quindi bisogna viverlo appieno e utilizzarlo al meglio».
Come si concretizzano i sogni?
«Realizzandoli! Oppure accettando e capendo serenamente la non realizzazione».