Dal 29 agosto, nella sede di Palazzo Reali, è visitabile al pian terreno dell’edificio storico una mostra monografica dedicata al fotografo ticinese Vincenzo Vicari che si inserisce in un progetto di valorizzazione più ampio, coordinato dalla Divisione cultura della Città di Lugano, in cui sono state coinvolte diverse istituzioni museali presenti sul territorio. La mostra ripercorre la carriera dell’artista che, per oltre sessant’anni, ha documentato la trasformazione del territorio ticinese e dei suoi abitanti. Il Ticino di Vicari, attivo a Lugano dal 1936 al 1987, è alla ricerca della propria identità e sfugge dalle parvenze idilliache: il suo sguardo senza censure si focalizza sugli anni di passaggio dal mondo rurale del primo dopoguerra all’urbanizzazione degli anni Ottanta. I suoi scatti, né celebrativi né estetizzanti, documentano con solidità tecnica e lieve ironia quel “Ticino che cambia” e al contempo quello che rimane immutato. Il percorso espositivo si compone di oltre 100 scatti in bianco e nero e a colori, tra stampe originali e riproduzioni da negativi, in gran parte inediti o poco conosciuti.

Nella sede del LAC, a partire dal 6 di settembre, è allestita un’altra monografica dedicata all’artista Paolo “PAM” Mazzuchelli. La mostra Tra le ciglia affronta le varie fasi della carriera dell’artista presentando un corpus di circa cento opere, prevalentemente di grande formato, realizzate agli esordi negli anni Settanta fino ai giorni nostri. L’allestimento non segue un ordine cronologico e si sviluppa in nuclei di lavori accomunati da tematiche e soggetti ricorrenti. Tra questi emergono elementi legati al mondo vegetale, paesaggi visionari e apocalittici e la figura umana. L’allestimento evidenzia, inoltre, le varie tecniche impiegate dall’artista: le tecniche miste su tela e carta, il carbone e la china su carta nonché le diverse tecniche di incisione. Tra le opere in mostra è esposto il monumentale ciclo di disegni grazie al quale Mazzuchelli si aggiudicò la Borsa federale delle belle arti nel 1992 e nel 1993.

Sempre nella sede del MASI al LAC, a partire dal 19 settembre, sarà esposto un progetto dedicato a Hans Josephsohn, in occasione del centenario della nascita. La sua opera scultorea – realizzata nell’arco di sei decenni – strutturata né cronologicamente né tematicamente, svela stimolanti riferimenti incrociati che permetteranno al pubblico di percepire il corpus di opere dell’artista in modo radicalmente nuovo.

Da fine settembre si tornerà nelle sale di Palazzo Reali, a partire da venerdì 25, per l’allestimento dedicato a Gabriela Maria Müller, vincitrice della dodicesima edizione del Premio Artista Bally dell’Anno. Anima naturae vedrà al centro dell’allestimento l’opera vincitrice del concorso “Sulla natura del mondo”, indetto del 2019 dalla Fondazione Bally. Cœurs sacrés racchiude in sé gli elementi più rappresentativi dell’intera produzione dell’artista, aprendo una riflessione sull’inarrestabilità dei mutamenti. Realizzata tra il 2018 e il 2019, si compone di una grande spirale formata da migliaia di semi essiccati e pressati, provenienti da un unico olmo, successivamente avvolta in un velo intelaiato su legno, posto entro una struttura quadrilatera di metallo. Oltre all’opera vincitrice, saranno esposti al primo piano del museo una selezione di lavori realizzati tra il 2007 e il 2020, tutti inerenti al tema della natura.

Dal 28 novembre un’altra artista ticinese, Marta Margnetti, vedrà la propria ricerca artistica allestista negli spazi del secondo piano di Palazzo Reali. Vincitrice del prestigioso premio Manor Ticino 2020, Margnetti lavora attraverso l’appropriazione, la scultura, le tecniche di stampa e le performance. I suoi lavori – che hanno spesso una relazione poliedrica con l’architettura circostante, con cui entrano in dialogo – sono caratterizzati dalla presenza di elementi modulari – affini al Minimalismo -, la cui perfezione geometrica entra in contrasto con gli interventi manuali apportarti dall’artista, percepiti dall’osservatore come piccoli errori arbitrari.

Dal 19 settembre riapre anche la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati con un nuovo allestimento dal titolo What’s New costituito da opere di recente acquisizione di maestri affermati, affiancate a lavori di giovani protagonisti della scena artistica internazionale.  Il percorso espositivo spazia tra dipinti, disegni, sculture e fotografie in un confronto esemplare tra poetiche e linguaggi espressivi diversi.