Possiamo sintetizzare brevemente le principali cifre fornite da Farma Industria Ticino, che testimoniano le buone condizioni del vostro settore?

«Farma Industria Ticino, l’associazione che raccoglie la maggioranza più significativa delle industrie chimiche e farmaceutiche operanti in Ticino, conta attualmente 39 membri ordinari, 2 start-up e 16 membri associati, che complessivamente danno lavoro a 3.700 dipendenti e che raggiungono un fatturato annuo totale di circa CHF 1.9 miliardi. L’industria chimico-farmaceutica è il settore più importante dell’economia d’esportazione svizzera. Ogni anno è responsabile del 50% circa del volume d’esportazione del Paese, pari al 7% circa del PIL. In Ticino i prodotti delle attività del secondario coprono da soli il 99,8% delle esportazioni cantonali e tra le dieci principali divisioni di beni esportati figurano i prodotti farmaceutici di base e i preparati farmaceutici».  Quali sono le finalità e i più importanti obbiettivi perseguiti dalla Fit?«Tra i molteplici campi di attività dell’associazione, vogliamo promuovere la collaborazione e lo scambio di opinioni ed esperienze tra le singole imprese del settore e rappresentare gli associati di fronte all’opinione pubblica, ai mezzi di informazione, alle autorità politiche e ai diversi enti pubblici e privati.  Assicuriamo inoltre la presenza di Farma Industria Ticino presso le diverse associazioni industriali o specifiche del ramo chimico-farmaceutico in ambito cantonale e nazionale». Un altro tema nei confronti del quale siete particolarmente sensibili riguarda la formazione…«Assolutamente sì. La formazione professionale degli addetti al nostro settore rappresenta una priorità da cui non è possibile prescindere. L’attività dell’associazione è imperniata sulla promozione di tutte le opportunità formative destinate ai giovani e legate alle professioni del settore. Più in particolare, Farma Industria Ticino organizza i corsi d’introduzione destinati ai giovani che svolgono il tirocinio nelle professioni di laboratorista in chimica, di laboratorista in biologia e tecnologo di chimica e chimica farmaceutica. I giovani apprendisti hanno così modo di essere seguiti ed aiutati nelle loro quotidiane esperienze da una serie di docenti che, proprio per la loro caratteristica di essere attivi professionalmente in imprese industriali, sono in grado di adattarne le conoscenze in modo strettamente collegato alle concrete esigenze aziendali». Avete anche lanciato un “Progetto TalenTi”. Di che cosa si tratta?«Abbiamo lanciato questo progetto per stimolare l’interesse dei giovani cervelli ticinesi che hanno lasciato questo Cantone per formarsi nell’universo chimico e farmaceutico di oltre Gottardo. Per mantenere elevato il livello di competitività del settore, l’industria chimico-farmaceutica dovrà continuare a investire e, per ottenere i risultati auspicati, necessiterà anche di un numero crescente di collaboratori qualificati, ai quali dovrà garantire sbocchi professionali di rilievo. In questo contesto, i giovani talenti che sono emigrati sono una risorsa che non deve essere in alcun modo dispersa e a cui è necessario fare conoscere sempre più e meglio tutte le opportunità che il Ticino è in grado di offrire».

Quali prospettive è possibile avanzare per il futuro del settore in Ticino?

«Un fattore certamente positivo è rappresentato dal livello degli investimenti che nel 2023 hanno raggiunto i 280 milioni di franchi. Di questi la maggior parte (53%) viene usata per investimenti in impianti, produzione e laboratori; il 27% in studi clinici e il 12% nel segmento ricerca e sviluppo. Il Ticino costituisce di fatto un importante hub farmaceutico per il settore delle Scienze della vita. Siamo convinti che creare un centro di competenza qui in Ticino, sull’asse Milano-Zurigo, sia essenziale per attrarre nuovi talenti. La nascita del Centro di competenza per le scienze della vita, nell’ambito dello Switzerland Innovation Park Ticino contribuirà infatti a dare al territorio un ulteriore valore aggiunto, per quanto riguarda il settore chimico farmaceutico, aiutando i centri ospedalieri a fare un passo in più, grazie a progetti che possono portare tutto il territorio a un importante potenziamento».

Fit si fa anche promotore della presenza del Ticino in occasione dei principali eventi del settore…

«Con “Piazza Ticino” partecipiamo alla CPhI, la più importante fiera farmaceutica a livello internazionale È un progetto nato per presentare in maniera coesa – ad un pubblico di decision maker, di esperti e di professionisti quotati sul mercato internazionale – il comparto ticinese del farma. Questo format continua a dimostrarsi un perfetto esempio di sinergica e proficua collaborazione tra forze economiche e istituzioni a beneficio di tutto il settore. Il prossimo evento cui saremo presenti a  Francoforte dal 28 al 30 ottobre 2025».

Allargando infine lo sguardo, quanto e in che modo le perduranti condizioni di instabilità politica e crisi internazionali potranno influenzare le prospettive di sviluppo del vostro settore?

«Sono numerose le situazioni destinate a destare incertezza nel settore. Fra tutte, la situazione tesa a livello geopolitico, nonché le guerre e il taglio ai tassi di interesse. Negli ultimi tempi abbiamo dovuto fare i conti con il conflitto in Medio Oriente con le sue conseguenze rispetto all’agibilità dalle rotte commerciali, riflettendosi anche su un aumento dei costi di trasporto e quindi sui prezzi finali. Il rafforzamento del franco svizzero ha inoltre avuto sicuramente un impatto negativo, poiché sono aumentati i costi, diminuendone semplicemente il margine di guadagno. Con il franco forte comprare prodotti farmaceutici made in Switzerland è diventato nei mesi più oneroso, nonostante delle 57 aziende associate alla Fit, solo il 27% ha dichiarato in un sondaggio di aver registrato una diminuzione delle vendite. Per il 35% sono invece rimaste stabili, per il 38% sono aumentate».