La LSerFi ha lo scopo di proteggere i clienti dei fornitori di servizi finanziari e di creare condizioni comparabili fra i vari attori del settore. La normativa contribuisce in questo modo a rafforzare la reputazione e la competitività della piazza svizzera. Fra l’altro definisce i requisiti per una fornitura di servizi fedele, diligente e trasparente e disciplina l’offerta di strumenti finanziari. Dal canto suo la LIsFi regola i requisiti per l’esercizio dell’attività degli istituti finanziari, con lo scopo di proteggere gli investitori e i clienti degli istituti e di garantire la funzionalità del mercato.

In seguito la Finma, l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, ha riconosciuto come standard minimo l’autodisciplina adottata dalla Asset Management Association Switzerland (AMAS), con la quale vengono recepite le nuove disposizioni della LIsFi e della LSerFi, che entreranno in vigore il primo gennaio 2022.

Qual è la portata di queste nuove misure sull’attività dei gestori patrimoniali, e quali sono le conseguenze per la clientela? Lo abbiamo chiesto a Massimo Vecchio, Presidente di Amgest di Lugano, che ha recentemente ricevuto l’autorizzazione da parte della Finma. Fondata nel 2006, Amgest è una società di asset management indipendente, che offre servizi di gestione e consulenza di portafogli rivolti a high net worth individuals, clienti istituzionali e Family Offices.

Molto presto i gestori patrimoniali indipendenti di portafogli individuali di clienti (Gpi) per operare dovranno avere un’autorizzazione rilasciata dalla Finma. Quali requisiti bisogna soddisfare per ottenerla?

«Si tratta principalmente di requisiti organizzativi e patrimoniali, che prevedono anche un numero minimo di persone impiegate e adeguate misure di risk management e compliance, ottenute anche attraverso una severa separazione delle funzioni. La struttura del gestore dovrà essere adeguata alla complessità del business operato e al relativo livello di rischio. In questo ambito proprio per comprendere meglio come venga considerato dalla Finma il concetto di rischio, l’autorità di vigilanza applica criteri accresciuti, qualora la fornitura di servizi si rivolga ad esempio alla clientela non svizzera residente e utilizzi strumenti finanziari propri».

Le nuove norme sono state concepite principalmente per proteggere i risparmiatori. I miglioramenti sotto questo profilo sono sostanziali?

«Assolutamente sì. Basti pensare che fino ad ora si poteva condurre la gestione patrimoniale e la relativa consulenza finanziaria a clientela con patrimoni ingenti anche con una “struttura” composta da una sola persona! È facile intuire come fosse estremamente elevato il rischio potenziale di minore attenzione ai sistemi di back-up e di controllo. La qualità dei servizi e la sicurezza per i clienti sarà notevolmente migliorata, a tutto vantaggio della clientela».

Quali sono a livello operativo le possibilità che l’autorizzazione Finma offrirà?

«Molto dipende da cosa si intende per possibilità operative: l’autorizzazione e l’ottenimento della stessa sarà la condizione minima indispensabile per svolgere in modo professionale e serio questo mestiere. Certamente, il fatto di rivolgersi alla potenziale clientela disponendo di un’organizzazione di alto livello e tramite servizi vigilati e autorizzati dalla Finma, aumenterà considerevolmente le possibilità di business, soprattutto per quanto riguarda gli UHNWI (ultra-high-net-worth individuals), che hanno esigenze estremamente complesse da soddisfare. Inoltre si creeranno ulteriori opportunità nel caso in cui questo tipo di autorizzazione verrà riconosciuta anche al di fuori dalla Svizzera ed equiparata alle normative vigenti in altri Paesi europei. Sono certo che per la nostra piazza i vantaggi nel medio periodo saranno molto importanti, perché queste novità normative contribuiranno a migliorare sostanzialmente la qualità dei servizi offerti. Le nuove leggi porteranno ad un sano processo di aggregazione e concentrazione fra gestori che produrrà strutture più solide, e soprattutto in grado di investire in competenze, ricerca e innovazione».

Amgest per ottenere l’autorizzazione Finma ha dovuto rivedere molti processi interni? Questo ha permesso di migliorare l’efficienza operativa?

«Certamente. Abbiamo dovuto inserire molti nuovi processi e rivedere a fondo la struttura organizzativa poiché ci siamo dati un piano di crescita importante, e proprio in base alle nostre caratteristiche siamo stati giudicati dalla Finma una struttura adeguata e completa. Tutti questi sostanziali miglioramenti ci consentiranno di gestire al meglio il percorso di crescita che stiamo già da tempo cavalcando. Per esempio, con l’espansione del business e del numero di risorse coinvolte è stato molto utile, come suggerito dalla Finma, creare una direzione che risponde direttamente al Consiglio di amministrazione. Questo ci ha consentito di organizzare al meglio le nostre attività responsabilizzando maggiormente importanti figure professionali al nostro interno».

Quali sono le conseguenze per i clienti? Quali vantaggi offrirà il fatto di rivolgersi ad un operatore in possesso dell’autorizzazione Finma?

«Entro la fine del 2022 se un gestore patrimoniale indipendente non avrà ricevuto l’autorizzazione non potrà continuare ad esercitare l’attività in futuro. Per questo assisteremo certamente a migrazioni di clientela verso le strutture autorizzate. I vantaggi sono quelli di avere una struttura organizzata e vigilata in grado di garantire un servizio continuo e professionale».

Ora gli investitori sono confrontati con un ambiente finanziario delicato, con le Borse che hanno corso molto e i rendimenti ai minimi sul mercato dei capitali. Come si coniuga questa situazione con la necessità di consulenza qualificata e l’attenzione al rischio dei mercati?

«Tutti gli operatori finanziari sono consapevoli che il rischio di repentine correzioni di mercato è sempre presente. In questo ambito la qualità della ricerca dei prodotti finanziari e il confronto con il risk manager faranno sempre più la differenza. In ogni situazione di mercato una struttura di gestione patrimoniale seria ed affidabile deve saper applicare le opportune strategie per tutelare in modo adeguato i portafogli dei clienti. In questo contesto solo coloro che sono dotati di figure idonee al controllo del rischio, grazie a know-how elevato e all’ausilio di strumenti tecnologici evoluti, potranno affrontare con maggiori competenze la volatilità e i rischi dei mercati. Per questo la scelta di un gestore patrimoniale qualificato diventa fondamentale».