Il raggiungimento del quinto SDG è ancora lontano. In Svizzera, per esempio, nonostante la rappresentanza femminile negli organi politici a livello federale non sia distante dalla parità con quella maschile (nel Parlamento è al 42%, mentre nel Consiglio federale siedono 3 donne), la percentuale di donne nei Consigli di amministrazione si attesta attorno al 25% soltanto. Vi sono inoltre società, quotate in Borsa e non, senza alcuna donna nel proprio Cda, come ad esempio PwC Schweiz e Von Roll Holding.

Gli studiosi che si occupano di gender economics (economia di genere) osservano che avere una rappresentanza di genere mista, sia uomini sia donne, in posizioni decisionali allarga le prospettive, aumenta la creatività e l’innovazione, diversifica l’insieme dei talenti e delle competenze, riduce i conflitti, migliora il processo decisionale, e rappresenta meglio i diversi punti di vista. La presenza delle donne ‘nei piani alti’ delle aziende, tuttavia, va oltre la questione di genere: essa crea valore. Stando a una recente analisi effettuata da un gruppo di ricercatrici presso l’Università Bocconi di Milano, in pochi anni la riforma di legge Golfo‐Mosca del 2011 che ha introdotto in Italia le quote di rappresentanza di genere nei Cda e collegi sindacali delle società quotate, ha avuto effetti significativi e soprattutto misurabili, fra cui un minor rischio dei titoli azionari e un aumento dei prezzi delle azioni al momento delle elezioni con le quote di genere.

L’economia di genere è un tema di grande attualità. Cosa comporta e quali vantaggi ne ricaverebbe la nostra società?

«L’economia di genere è un’economia in cui i generi sono equamente rappresentati a livello professionale. Un miglioramento dell’uguaglianza di genere porterebbe, nel 2050, a creare in EU 10,5 milioni di posti di lavoro, con un aumento del PIL pro-capite del 6,1%- 9,6% da cui trarrebbero vantaggio sia uomini che donne. Secondo uno studio dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE), una maggiore occupazione femminile, oltre al miglioramento del PIL, contribuirebbe a migliorare il divario salariale e a ridurre la povertà, che colpisce maggiormente le donne».

Lei ha conseguito da poco il diploma Certified Board Member con certificazione SAQ promosso da Alma-Impact e Supsi. Quanto è importante per una professionista, dipendente o indipendente, investire nella formazione continua?

«La formazione è uno strumento molto importante perché permette di acquisire consapevolezza e conoscenza, ma da sola non è sufficiente a fare in modo che i Cda e le Direzioni aziendali siano più equilibrati nella rappresentanza di genere: come BPW ne siamo convinte e per noi la formazione è solo il primo passo. Nei Cda e nelle Direzioni aziendali in cui c’è una presenza femminile qualificata, anche la componente maschile è più stimolata a formarsi con conseguenze positive per l’azienda. È necessario quindi cambiare la cultura aziendale predominante: alle aziende chiediamo di non aver paura di offrire l’opportunità di ricoprire ruoli apicali alle donne con le giuste competenze perché questa scelta porterà benefici per tutta l’azienda».

Sempre in tema di formazione ci parli un po’ del programma di ‘mentoring’ promosso da BPW…

«Il mentoring è uno strumento di trasmissione di esperienze e di vissuto da parte di un soggetto senior (mentor) verso un soggetto junior (mentee) e viceversa: questo scambio aiuta le giovani ad acquisire consapevolezza ed entrare nel mondo del lavoro più preparate ed è fonte di arricchimento anche per le mentor. Attualmente questo progetto istituzionale del BPW è realizzato da un gruppo di socie BPW in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana».

Nei colloqui di lavoro, anche per posizioni apicali, cosa cambia se sei donna?

«È stato dimostrato da numerosi studi di scienze cognitive e psicologia sociale che in fase di selezione e di colloquio le donne subiscono delle discriminazioni a causa dei cosiddetti bias cognitivi, una sorta di pregiudizio inconscio, per cui certe posizioni apicali non risultano “idonee” per una donna: di conseguenza le candidature femminili vengono scartate a priori. È il motivo per il quale in molte realtà aziendali attente a queste dinamiche si sceglie sempre di più di utilizzare i CV senza i dati personali».

*Monica Pugnaloni è socia BPW Ticino dal 2017, membro del Comitato Direttivo nel settembre 2018, e Co-Presidente del Club dal 2021. Laureata in Lingue e Letterature Orientali, ha frequentato un Global Executive Master in Business Administration presso la SDA Bocconi a Milano. Svolge il ruolo di Retail Director in un’azienda del settore Fashion & Luxury. Nel 2018 e nel 2020 è stata docente di Corporate Communication presso la SUPSI nell’ambito dell’Executive Master in Business Administration. Sposata con Francesco, ha due figli e risiede a Lugano dal 2002.

Che cos’è Business & Professional Women

BPW è un’associazione internazionale di donne attive professionalmente. È presente in Svizzera dal 1947 con 40 Club distribuiti in tutti i Cantoni; in Ticino, la sede è a Lugano e conta circa 100 socie. Esiste una sezione Young, composta da giovani professioniste sotto i 35 anni. BPW Ticino è impegnata a realizzare progetti ed eventi: il Mentoring è un programma svolto in collaborazione con l’Università della Svizzera Italiana; l’Equal Pay Day è una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica verso una concreta parità di salario tra uomo e donna; e Women on Boards ha come obiettivo quello di sollevare il problema della mancanza di pari opportunità nei Cda delle aziende svizzere. BPW Ticino, inoltre, offre alle socie numerose occasioni di networking ed è un’importante rete che sostiene le donne nella loro carriera, nella loro professione e nel loro sviluppo personale. Attualmente le co-Presidenti sono Laura Incandela e Monica Pugnaloni.

La formazione CBM/Alma-Impact

A fine settembre si è conclusa, con la consegna dei diplomi, la prima edizione del Certified Board Member, il percorso formativo specialistico per i membri dei Consigli d’amministrazione frutto della collaborazione tra Supsi e la società di formazione e consulenza Alma Impact. Il corso, una prima a sud delle Alpi, ha consentito alla quarantina di professionisti provenienti da diversi ambiti aziendali ed economici di ampliare le proprie conoscenze in relazione alle molteplici attività svolte da un Cda: dalla corporate governance alla gestione finanziaria, passando per la comunicazione e il risk management.