Partiamo da una necessaria premessa: Che cosa è la Glati?
«La Federazione Glati, in qualità di Ente maggiormente rappresentativo, è composta dalle quattro associazioni di artigiani riconosciute dal Canton Ticino – Associazione Artigiani bleniesi, Associazione Artigiani della Vallemaggia, Associazione del cotto e artigiani ticinesi e Pro Verzasca. Il suo scopo è quello di studiare, promuovere, incoraggiare e coordinare l’artigianato del Ticino anche in conformità alla legge sull’artigianato e alla convenzione sul Marchio».
A questo proposto, cos’è il Marchio Ticino?
«La Federazione Glati è autorizzata all’utilizzo del Marchio di Garanzia “Ticino”. Il marchio mira a certificare la provenienza dal Ticino, a promuovere efficacemente i prodotti del territorio ticinese, a sensibilizzare i produttori e i consumatori dell’esistenza di prodotti ticinesi di qualità, rispettosi dell’ambiente e del ruolo essenziale dell’artigianato nella gestione del territorio e la promozione della cultura tradizionale ticinese».
Perché gli artigiani sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano anche nella tecnologica società contemporanea?
«Mi piace rispondere con una frase di Richard Sennett: “Essere artigiano, qualunque lavoro si faccia, vuol dire pensare a quanto puoi crescere migliorando le tue abilità, ed avere tutto il tempo che serve per riuscirci. Questo non dipende solo dalla motivazione, che è importante ma non sufficiente, ma dal contesto organizzativo, che deve essere favorevole e valorizzare le persone, investendo su di loro a lungo termine” (Richard Sennett, L’uomo artigiano). In altre parole, il lavoro artigiano rappresenta una forma di lavoro immediato in cui l’occhio, la mano, la volontà di raggiungere uno scopo, il senso ed il piacere del materiale utilizzato, la fantasia ed in definitiva la capacità di dare una forma alla materia stimolano una costante propensione alla creatività. Questa attitudine finisce per caratterizzare profondamente la storia dei popoli perché il lavoro artigianale consente di ridurre la spinta all’uniformità dei comportamenti estesa anche ai modelli di vita e di consumo che caratterizza la moderna civiltà industriale. Il mondo diventa globale ma la realtà dei singoli territori sono il risultato di storie millenarie e quindi il vero obiettivo non è un modello uniforme per tutte le società ma quello di riuscire a coniugare principi e metodi di collaborazione e convivenza che dalla differenza tra stati, società e civiltà possano trovare nel tempo un percorso di progressiva unificazione cogliendo il meglio dei vari contributi».
Artigianato dunque come fattore di crescita economica ma anche come portatore di valori morali…
«Direi proprio di sì. Un aspetto del valore morale dell’artigianato è dato per esempio dal forte legame con la natura, da cui deriva la materia oggetto di continua trasformazione. Proprio il significato etico dell’artigianato, legato alla creatività ed ai valori della natura ha la funzione di mantenere vivo questo rapporto e rappresenta un elemento di grande valore in questa fase storica. Ed è proprio ridando quella dignità sociale che gli spetta che possiamo pensare a come ricostruire un sistema sociale che tende alla disgregazione partendo dalla ricomposizione dei valori interiori che lo devono caratterizzare. La storia dell’artigianato è profondamente legata a un modello di sviluppo fatto in gran parte da piccole e medie imprese che rappresentano da sempre una autentica ricchezza economica, e gli imprenditori che le hanno create e continuano a crearle sono importanti per la loro propensione ad assumersi il rischio personale, al profondo attaccamento al loro territorio ed al senso di solidarietà che caratterizza il loro comportamento».
Quali sono i settori in cui maggiormente si esprime la vocazione artigianale del Ticino?
«Verso la metà del Novecento il Ticino, come altre regioni, ha subito un cambiamento socio-economico abbastanza rapido e le attività rurali hanno ceduto il posto al lavoro in fabbrica, nei cantieri e nel settore terziario. L’abbandono delle attività agropastorali e lo spopolamento progressivo delle valli, l’accesso a nuovi mercati e il sopraggiungere di nuove abitudini e consumi hanno ridimensionato l’artigianato, che ha però saputo reagire e trovare altre vie di espressione, incentivando la ricerca di oggetti che trasmettano l’autenticità del territorio. La lavorazione di materiali quali la lana, la paglia, il legno o la pietra esprimono abilità manuale, sensibilità artistica, impegno nella ricerca di funzionalità e cura per le forme e i colori. Nei musei etnografici si trovano le tracce dei lavori dei secoli scorsi, mentre negozi specializzati propongono prodotti autentici dell’artigianato contemporaneo (oggetti in lana, paglia, legno, ceramica, rame, nonché indumenti, gioielli, articoli da regalo e decorativi). In alcuni atelier e centri di artigianato è possibile vedere gli artigiani all’opera».
Come si custodisce la memoria di questi antichi mestieri?
«La lavorazione della canapa e della lana sono illustrate presso diversi musei etnografici ticinesi, in particolare nel Museo di Val Verzasca a Sonogno. Con i resti di stoffa si confezionavano i “peduli”, e testimonianze di questo artigianato prettamente femminile si possono vedere presso il Museo delle Centovalli e del Pedemonte a Intragna. Cesti e gerli, oggetti di uso quotidiano nel Ticino rurale dei secoli scorsi, venivano intrecciati con destrezza usando rami particolarmente flessibili come quelli di nocciolo. La lavorazione della paglia era caratteristica della Valle Onsernone, dove l’attività si è sviluppata già nel XVI secolo impegnando buona parte della popolazione fino alla fine dell’Ottocento. Molti oggetti del vivere quotidiano erano preparati in casa utilizzando il legno in particolare di castagno, noce e frassino. E ancora, la lavorazione della pietra ollare era caratteristica dell’alta Vallemaggia e il Museo a Cevio spiega le fasi di questo processo che produceva soprattutto recipienti per la conservazione e la cottura degli alimenti, lampade, vasche e pigne (le caratteristiche stufe delle zone alpine)».
Glati promuove sotto vari aspetta la valorizzazione delle attività artigiane…
«La nostra Federazione si muove a vari livelli economici e istituzionali in favore della tutela del mondo dell’artigianato. Il futuro dell’artigianato dipende anche dalla capacità di non disperdere il patrimonio dei saperi ma valorizzarli quali radici dialettiche per costruire le professioni e le competenze del futuro. In questa prospettiva abbiamo di recente organizzato sul tema dei vecchi mestieri un incontro con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, un’istituzione privata non profit, nata a Milano nel 1995 che promuove iniziative culturali, scientifiche e divulgative per la tutela e diffusione dei mestieri d’arte».
Glati – Federazione delle Associazioni di Artigiani del Ticino
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