Sarà il 75enne maestro brasiliano, John Neschling, a dirigere l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio della Svizzera italiana nell’importante concerto di apertura della stagione.

Il programma

Il programma presentato insieme all’Orchestra Sinfonica del Conservatorio della Svizzera italiana rispecchia la poliedricità del direttore: il Chôros n°6 di Hector VillaLobos e la Sinfonia n°2 di Sergei Rachmaninoff.

Il Chôros n°6 di Hector VillaLobos

Nella presentazione del concerto, Massimo Zicari, Deputy Coordinator Research & Development della Scuola universitaria di Musica, descrive così le due opere. Il Chôros n°6 composto probabilmente intorno al 1926, fu eseguito nel 1942 a Rio de Janeiro: all’ascolto si presenta come una caleidoscopica commistione di frammenti distintamente riconoscibili. Il primo di questi frammenti, un solo di flauto è, forse programmaticamente, una citazione da Lundu Caracteristico di Joaquim Antonio da Silva Callado, un brano scritto nel 1873 sulle movenze di una danza di origine angolana (lundu) introdotta nei salotti brasiliani e portoghesi alla fine dell’Ottocento.

Villa-Lobos mostra la sua eclettica versatilità attraverso commistioni popolari e colte e prestando particolare attenzione alla musica francese del Novecento fauve. Come egli stesso ebbe a dire, il clima, i colori, la luce, i suoni e i profumi dell’entroterra brasiliano sono serviti da ispirazione per i motivi di questo lavoro, che non vuole essere tuttavia descrittivo.

La Sinfonia n°2 di Sergei Rachmaninoff

Nella Sinfonia n°2 in Mi minore, op. 27 Rachmaninoff paga il suo rispettoso tributo alla tradizione, come suggerisce la dedica a Sergei Taneyev, suo insegnante, e a sua volta allievo di Pëtr Il’ič Čajkovskij al conservatorio di Mosca. I suoi lunghi quattro movimenti raccolgono l’eredità tardo romantica del sinfonismo di matrice tedesca piegandone i modelli formali alla sensibilità russa e prestando orecchio all’irrinunciabile lascito di Čajkovskij.