Partiamo da una necessaria premessa: che cosa sono maletti linfatiche come linfedema e lipedema?
«Il linfedema è un ristagno di linfa provocato da un’anomalia del sistema linfatico. Si tratta di un quadro clinico caratterizzato, dunque, dal blocco o dal rallentamento della circolazione linfatica negli arti colpiti. In tale condizione il trasporto linfatico non consente la totale gestione del carico di cellule e proteine plasmatiche. Il lipedema è invece una patologia progressiva, invalidante e cronica caratterizzata dall’accumulo di abnormi quantità di grasso sottocutaneo nelle gambe (specificamente dai glutei alle caviglie) e talvolta anche nelle braccia. Spesso il lipedema si presenta parallelamente a problemi di obesità o sovrappeso, e anche per questo motivo presenta difficoltà nella diagnosi».
Quali sono le principali cause che determinano l’insorgere di queste patologie?
«Nel 50% dei casi la linfedemia è imputabile a una malformazione e a un malfunzionamento dei vasi linfatici e/o dei linfonodi. La restante metà dei linfedemi è di origine parassitaria, post-chirurgica, secondaria al trattamento del carcinoma mammario, di altri tumori maligni della sfera genito-urinaria maschile e femminile, del melanoma maligno o causata da problemi funzionali di sovraccarico del circolo linfatico. Nella lipedemia sono molto comuni i casi di familiarità, ma l’eziologia della malattia è ancora incerta. Poiché il lipedema colpisce quasi esclusivamente le donne, gli esperti non escludono un fattore ormonale e anche metabolico: la patologia, infatti, si manifesta tipicamente nei periodi caratterizzati da sbalzi ormonali (gravidanza e menopausa)».
In che modo può essere riconosciuta una malattia linfatica?
«L’esame principale con cui eseguire la definizione diagnostica dell’edema è la Linfoscintigrafia, che consente di confermare la natura linfostatica, individuare la causa, e l’estensione della malattia, e valutare il grado di compromissione funzionale del circolo linfatico. Ci sono, poi, indagini complementari e/o supplementari in grado di fornire ulteriori informazioni circa il migliore approccio chirurgico al linfedema. A proposito di terapia del linfedema, questa può essere di tipo fisico, farmacologico e chirurgico. La prima include trattamenti di fisioterapia, linfodrenaggio (sia manuale che meccanico) e terapia fisica combinata. Per quanto riguarda il trattamento chirurgico si può procedere con interventi di microchirurgia, derivativa o ricostruttiva, o con la liposuzione».
Perché, come nel caso del Centro aperto all’interno della Clinica S. Anna, è così importante un approccio multidisciplinare nella diagnosi e nella cura di queste patologie?
«Le malattie linfatiche possono essere affrontate sulla base di specifici protocolli di cura che garantiscono buoni risultati a condizione di essere applicati fin dalle prime fasi di insorgenza della malattia da parte di personale specializzato. Nel Centro attivo presso la Clinica S. Anna sono presenti, oltre al medico chirurgo, figure riabilitative e fisioterapisti di elevata professionalità specializzati nella cura di queste patologie, ma anche nutrizionisti in grado di impostare un corretto regime alimentare. A loro si aggiungono operatori specializzati nell’utilizzo di strumenti e apparecchiature diagnostiche particolarmente sofisticate come quelle per effettuare un’ecografia ad alta risoluzione (Linfografia a fluorescenza). Esercizio fisico e alimentazione sono un supporto molto utile nei primi stadi, ma all’approccio nutrizionale vanno affiancati una terapia compressiva e, nei casi più gravi, il trattamento chirurgico. Le competenze attive presso il nostro Centro multidisciplinare consentono una presa in carico totale dei pazienti che possono ricevere in un solo ambiente tutte le prestazioni necessarie per la diagnosi e la cura delle loro patologie. Una situazione davvero ottimale per la qualità dei servizi offerti, unica in Ticino».
Anche nel caso di queste patologie, la prevenzione costituisce un’arma vincente…
«Assolutamente si. Se consideriamo che decine di migliaia di nuovi casi di linfedema si registrano ogni anno e che nel mondo si stima che siano affetti da lipedema 350 milioni di individui, è evidente il fatto che siamo di fronte a patologie che hanno un forte impatto sulla qualità della vita delle persone, soprattutto donne. La formazione di ingorghi in uno o più punti delle “autostrade linfatiche” che attraversano il nostro corpo può causare gonfiore a mani, braccia e gambe. Talvolta il gonfiore è così grave da portare ad “arti d’elefanti”, dolorosi e ingombranti che rendono difficoltosa una qualsiasi azione semplice, come vestirsi o lavarsi. Ma il linfedema può essere curato e addirittura prevenuto. Con specifici test genetici e la Scintigrafia linfatica è infatti possibile mappare il rischio che si formino linfedemi e quindi si ha la possibilità di giocare d’anticipo, con enormi vantaggi per la salute e l’eventuale cura dei pazienti».
Lei è Presidente Eletto dell’International Society of Lymphology, che ha di recente (settembre 2023) tenuto a Genova il suo Congresso mondiale. Quali prospettive sono emerse per la cura delle malattie linfatiche?
In un’ottica generale di aggiornamento e formazione dedicati alla “Best Clinical Practice”, il Convegno ha preso in esame le novità tecnologiche relative alle procedure di imaging adottate per la diagnosi ed il trattamento medico, fisico e chirurgico delle malattie linfatiche, nonché i progressi raggiunti nella strumentazione relativa all’impiego del microscopio operatorio e dello strumentario microchirurgico, comprese le nuove tecniche di liposuzione per la patologia linfatica. Inoltre è stato fatto il punto sui geni associati alle patologie linfatiche e che sono all’origine di sindromi rare e della predisposizione a deficit linfatici. Con la Scintigrafia linfatica e le nuove applicazioni della linfografia a fluorescenza possiamo inoltre mappare specifiche sedi cruciali e ottenere informazioni preziose in vista di un intervento chirurgico. Ad esempio, se a un paziente oncologico viene raccomandata la rimozione chirurgica di un linfonodo “sospetto” o in via preventiva, con la mappa delle “autostrade linfatiche” è possibile prevedere il rischio di insorgenza di linfedema e, quindi, suggerire le soluzioni più efficaci o interventi terapeutici preventivi».