Mozart diceva che la Musica più profonda è quella che si nasconde tra le note. Il mistero è lì in quello spazio che racchiude l’Universo.

E da questo assioma che la Musica più profonda parla all’anima degli uomini sino dai tempi più remoti.

Dalle marmoree arene della classicità greca, tra Fidia e Apollo Dio del Sole, delle Arti, della Musica e della Poesia, fino all’approdo sulle rive dello Ionio e dell’Egeocon un nuovo Orfeo (Monteverdi) sorsero madrigali, cacce festose, canti spontanei, inni solenni, possenti preghiere.

Come sorelle inscindibili, la Musica e le Arti figurative,  da Guido d’Arezzo a Stravinsky, da Giotto a Michelangelo, a Van Gogh, alla Pop Art di Andy Warhol, hanno tracciato per gli uomini un millenario viaggio lastricato in un mosaico di bellezza.

PASSIONE e MUSICA

Claudio Monteverdi

Incoronazione di Poppea

Nel duetto tra Poppea e Nerone “pur ti miro, pur ti godo” che conclude il capolavoro di Claudio Monteverdi, v’è la sintesi della passione e dell’amore.

Le parole scambiate tra i due amanti, sublimate da un canto avvolto in una struggente fluttuante melodia si   posano idealmente sui corpi abbandonati tra i candidi marmi del talamo imperiale.

Una brezza lieve, trapassata da un ulivo argenteo, alita il battito dei loro cuori, perdendosi nel tramonto infuocato di Roma eterna.

“pur ti miro, pur ti godo, pur ti stingo, pur t’annodo, più non peno, più non moro, o mia vita, o mio tesoro…. Io son tua, tua son io, speme mia dillo di ! Tu sei pur l’idol mio, Si mio cor, mia Vita Si ! Parole e Musica per una raffinatissima Immagine “scarlatta di classicità greca” e di sensualità ineguagliabile.

INVERNO

Claudio Monteverdi

Magnificat (dal Vespro della Beata Vergine 1610)

Nella crepuscolare pagina del “Deposuit” nel capolavoro di Claudio Monteverdi, le dolenti note di un violino rispondono ad un accorato canto doloroso che accompagnano la deposizione del Cristo sulla pietra stesa.

La Musica di Claudio Monteverdi evoca l’immagine di un luogo niveo, con strade cancellate dall’inverno, in uno spazio illimitato con alberi e rami protesi ad abbracciare il Cielo, e cercare nel rito del “bel morire occulto” della Natura, una primavera di resurrezione che perpetuamente si rinnova.

La Musica di questa inarrivabile pagina musicale, è un atto di fede che trasforma in polvere le miserie e le incertezze umane.

PRIMAVERA

Antonio Vivaldi (dalle Quattro stagioni)

Sandro Botticelli (Nascita di Venere)

Nell’aria evanescente c’è già primavera, ancora arida di sole. Tra le lievi ombre che non appartengono a nessuno se non alla terra, scorgo nella Musica di Vivaldi, il risveglio della natura, con fili d’erba roridi di rugiada, acqua festante che scorre ad annunciare il canto felice degli uccelli, il riposo del pastore, il soffio degli zefiri, la danza del Creato. Musica traslata nella immagine iconografica di Venere, dei suoi capelli d’oro che ne coprono il pudore e ne esaltano la incomparabile bellezza.

Vivaldi e Botticelli, rinascita, perfezione e armonia del Creato!

MAGGIO

Robert Schumann

Inno alla Natura (dai Diechtelieber op.48 – testo di Heinrich Heine)

“Im wunderschonen Monat Mai, Als alle Knospen Sprangen, Da ist in meinem Herzen, Die Liebe aufgegangen. Im wunderschonen Monat Mai, als alle Vogel Sangen Da hab’ich ihr gestanden, Mein Sehenen und Verlangen”

“In maggio, mese stupendo, quando ogni bocciolo è in fiore, allora nel mio cuore si è dischiuso l’amore”

Le parole di Heinrich Heine e la Musica di Robert Schumann, appartengono al mosaico di un mondo cortese e elegante, dove nel silenzio, anche le rose chinano i loro petali sotto il peso di una goccia di rugiada e richiamano sulla terra un paradiso che soltanto l’Arte può restituire.

Nelle stupende note di Schumann e nelle parole di Heine, maggio diviene un inno all’estate, in una orgia di colori che dipinge la terra e la nostra anima.

LA LUNA

Lontana, argentea e così bella, indifferente alle passioni umane, ma sempre ricambiata nelle quotidiane percezioni dall’affetto dell’uomo e dall’amore. Sublimata nelle immagini dei grandi capolavori della Musica, della Poesia e delle Arti pittoriche.

Da Turner a Magritte, Chagall, Van Gogh. Da Rusalka di Antonin Dvorak nello struggente “Canto alla luna”  alla preghiera “Casta Diva” dalla Norma di Vincenzo Bellini o ancora nelle inarrivabili note del pianoforte scandite con solennità siderale nel celeberrimo “Chiaro di luna” della Sonata no.14  di Ludwig Van Beethoven.

L’argenteo volto amato, nelle favole dei bambini, nelle canzoni, nei musical, diviene nell’immaginario collettivo, un fidato custode della nostra quotidianità.
Astro amico, così lontano e così vicino.

BAROCCO MUSICALE

Friedrich Nietzsche

Johann Sebastian Bach

Nietzsche affermava che la Musica nella sua illimitatezza non ha bisogno dell’Immagine, del Concetto, ma solo lì tollera accanto a sé.

Musica per musica certamente, ma nella apparente numerologia insita nella Musica di Johann Sebastian Bach, il soggetto, il momento, divengono sempre sommi di umanità e visione concreta.

Nell’inizio dell’Oratorio di Natale, angeli, cherubini e serafini, scendono dal Cielo per colorare in una apoteosi sonora il “grande inizio” dalle piccole braccia del Bambino Gesù, che protese vogliono abbracciare il Mondo e le Stelle.

GIUDIZIO UNIVERSALE

Cappella Sistina – Michelangelo

Messa da Requiem – Giuseppe Verdi

Dalla visione del monumentale affresco della Cappella Sistina in Vaticano, emergono le più profonde emozioni e riflessioni sul transito terreno dell’Uomo, al cospetto dell’al di là.

Il dinamismo delle figure raffigurate da Michelangelo, con il Cristo immane, possente, accanto alla Vergine, che condanna i peccatori e salva i beati, trasforma, ma solo apparentemente, la raffigurazione dell’ invisibile musicale.

Nelle immagini della Cappella Sistina, l’Arte figurativa e la Musica si congiungono idealmente nella straordinaria visione dell’uomo nel transito nell’oltre tomba, così percepibile all’inizio della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi nel martellante “Dies Irae” e oltre, nel più intenso profondo atto di fede mai espresso in musica da un canto sospeso nello spazio, scandito dalle semicrome lente “ Hostias et Preces Tibi Domine” E qui, nulla si può aggiungere al sommo di totalità del Genio di Michelangelo e di Verdi.